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AA.VV., I FORI IMPERIALI & IL COLOSSEO - Rome - The Imperial Fora

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ultimate le indagini dovrebbero contribuire a restituire un quadro più composito di quanto oggi non<br />

risulti dagli studi delle diverse identità culturali della città e del suo territorio.<br />

62<br />

Cecilia Metelli<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

V. CASALE, La pittura del Settecento in Umbria, in La pittura in Italia. Il Settecento, a cura di G. Briganti, vol.<br />

II, Milano 1990, pp. 351-370.<br />

Perugia, a cura di M. Montella, con testi di G. Chiuini, F.F. Mancini, S. Stopponi, Perugia 1993.<br />

G. SAPORI, Collezioni di centro, collezionisti di periferia, in Geografia del collezionismo. Italia e Francia tra il XVI<br />

e il XVIII secolo. Atti delle giornate di studio dedicate a Giuliano Briganti, a cura di O. Bonfait, M. Hochmann,<br />

L. Spezzaferro, B. Toscano, Roma 2001, pp. 41-59.<br />

B. TOSCANO, La pittura del Seicento in Umbria, in La pittura in Italia. Il Seicento, vol. I, Milano 1989, pp. 361-381.<br />

Per una storia del mercato dell’arte. Da Roma all’Europa e al Nuovo Mondo, tra la seconda<br />

metà del secolo XVIII e la fine del XIX<br />

Gli atti del convegno (giugno 2008) hanno rappresentato, come ho avuto modi di informare in<br />

precedenza (Quinterni 4), la conclusione della ricerca cofinanziata nell’ambito dei “Progetti di ricerca<br />

di rilevante interesse nazionale” (PRIN) dedicata alla pittura di storia nell’Italia preunitaria (Titolo del<br />

volume: La pittura di storia in Italia. 1785-1870. Ricerche, quesiti, proposte, a cura di G. Capitelli e C.<br />

Mazzarelli, Cinisello Balsamo, 2008; premessa di chi scrive alle pp. 9-11). Nella stessa sede comunicavo<br />

di aver concentrato le ulteriori risorse finanziarie ottenute (un secondo cofinanziamento PRIN i cui fondi<br />

sono stati resi disponibili nel febbraio 2010) all’approfondimento e al riordino degli studi sul Settecento<br />

e sul primo Ottocento iniziati tempo addietro con Stefano Susinno, coinvolgendo anche in questo caso<br />

nell’équipe studiosi che hanno condiviso quei percorsi e alcuni dottori di ricerca e ricercatori formatisi<br />

presso il Dipartimento e che nel nostro Dipartimento e/o nella scuola dottorale hanno trovato un costante<br />

punto di riferimento: Serenella Rolfi, Carla Mazzarelli, Stefano Grandesso, Alessandra Imbellone... La<br />

prima ricerca PRIN scaturiva infatti da uno dei temi affrontati nella mostra Maestà di Roma. Da Napoleone<br />

all’Unità (Roma 2003), dove la pittura di storia veniva individuata come uno degli ambiti che ancora<br />

necessitavano di approfondimenti. Anche la seconda ricerca, quella che qui si espone sinteticamente, ha<br />

origine da quell’esperienza (uno degli ultimi capitoli del catalogo, a cura di Giovanna Capitelli e Stefano<br />

Grandesso, porta il titolo adottato per il programma della ricerca, “Roma fuori di Roma”) e non a caso vi<br />

partecipano numerosi collaboratori già coinvolti nell’esposizione romana e nel relativo catalogo, e successivamente<br />

nella ricerca e nel volume dedicati alla pittura di storia. Come nel caso precedente, questo tema<br />

deve molto alle intuizioni di Stefano Susinno, la cui vicenda umana di docente e di studioso si è conclusa<br />

presso il nostro dipartimento, e del quale oggi si riconosce finalmente il contributo determinante per la<br />

riconsiderazione del ruolo di Roma dal Settecento all’Unità: come ha scritto Marc Fumaroli, la città, “intimidatrice<br />

depositaria dell’Antico e museo d’Europa” fu anche centro esportatore di un modello culturale<br />

“moderno” e non soltanto di reperti di scavo e di copie. Il ruolo di Roma nella cultura illuministica era<br />

già stato rivendicato da André Chastel, ma quella sua intuizione era rimasta praticamente senza seguito. A<br />

questo argomento ho dedicato un volume apparso di recente presso Einaudi, Le Arti e i Lumi (2011) alla<br />

cui elaborazione accennavo in chiusura di Quaderni 4. Va detto che ancor più misconosciuta restava – e<br />

resta tuttora – la funzione di conservazione della tradizione della Roma ottocentesca e della conseguente

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