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AA.VV., I FORI IMPERIALI & IL COLOSSEO - Rome - The Imperial Fora

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I giardini di Giovanni Maggi<br />

Insieme a Giacomo Lauro uno degli incisori di<br />

vedute di Roma, di paesaggi e vedute di fantasia è<br />

Giovanni Maggi, una figura finora poco studiata.<br />

Incisore attivo sin dal 1595 per i maggiori stampatori,<br />

editori e commercianti di stampe del Seicento,<br />

tra le sue prime opere sono da ricordare la serie dei<br />

paesaggi (1595-1601) e quella più ricca dei giardini<br />

(1601). Entrambi questi generi sono stati un’occasione<br />

per riflettere sull’importanza delle incisioni per la<br />

diffusione di motivi e sul loro impiego nel lavoro pittorico<br />

anche in diverse combinazioni. È nota infatti<br />

Fig. 1 – G. Maggi, Veduta di un giardino, incisione, Roma,<br />

Biblioteca Nazionale Centrale<br />

la presenza nei cicli di motivi tratti dalle incisioni di Hieronymus Cock, Etienne Dupérac o i Sadeler. Per<br />

il periodo che più ci interessa è importante considerare il grande successo dei disegni di Mattheijs e Paul<br />

Bril e le incisioni che ne furono tratte prima di tutto da Antonio Tempesta. Questi collaborò come pittore<br />

con Paul Bril e successivamente svolse un’autonoma attività di paesaggista.<br />

Le incisioni di Giovanni Maggi che compongono la serie dei giardini, furono da lui disegnate ed incise<br />

a bulino nel 1601. Tuttavia, non compaiono nei noti repertori di Nagler, Le Blanc né di Ehrle del 1915.<br />

L’unico esemplare completo da me ritrovato a Roma è quello della Biblioteca Nazionale Centrale. Sia<br />

questa serie che quella di collezione privata esaminata da Giorgetta sono privi di frontespizio e si compongono<br />

di dieci pezzi. Si tratta di un documento figurativo significativo nella storia del giardino poiché<br />

fissa all’inizio del Seicento la prima rappresentazione a stampa di giardini in Italia, al contrario diffusa in<br />

Europa già nel secolo precedente. Giovanni Maggi incide vedute di giardini, piazze e viali, ritratti dal vero<br />

e/o d’invenzione, nelle quali il ruolo più importante viene dato alla rappresentazione del giardino (fig. 1).<br />

Archi di verzura, vasche d’acqua o forse peschiere, e aiuole dalla partitura geometrica sono resi con un’attenzione<br />

al dettaglio che possiamo riscontrare solo nelle incisioni di paesaggio dello stesso Maggi. Meno<br />

attenzione viene data invece alle ville, rappresentate solo in parte o usate come punto di fuga prospettico, e<br />

ai personaggi, questi ultimi delineati attraverso l’utilizzo di poche linee di contorno e intenti a passeggiare<br />

all’interno del giardino o a rilassarsi all’ombra di un gazebo “ante litteram”.<br />

La mia ricerca è rivolta ad individuare e studiare i rapporti fra i giardini di Maggi e lo sviluppo dei modi<br />

di rappresentazione dei giardini in pittura a Roma come ad esempio dagli affreschi di Villa d’Este a Tivoli<br />

a quelli di Villa Mills al Palatino (derivanti da Tempesta). Più in generale mi propongo di precisarne i<br />

modelli sia in ambito nord-europeo, ad esempio con l’opera di Vredeman de Vries edita nel 1583, sia in<br />

ambito veneto, ma sempre di origine nordica, come quelle di Bordon e di Pozzoserrato.<br />

È da sottolineare che solo una delle incisioni della serie reca in basso al centro il nome dell’editore<br />

e commerciante di stampe Giovanni Orlandi, seguita dall’anno di edizione 1602, mentre le altre<br />

presentano solo l’iscrizione con il nome di Giovanni Maggi e l’anno di esecuzione. A mio avviso, la<br />

committenza della serie si potrebbe far risalire alla collaborazione, già a partire dal 1599-1600, tra<br />

il Maggi e la famiglia Vaccari cioè i maggiori editori in quegli anni a Roma. È certo, infatti, che la<br />

serie era in vendita almeno fino al 1614 nella bottega in Banchi alla Zecca vecchia poiché il catalogo<br />

Vaccari (Indice e nota particolare di tutte le stampe di rame che si ritrovano al presente nella Stamperia<br />

di Andrea e Michel’Angelo Vaccari in Roma…), registra “Vn libro di diece pezzi di Giardini diuersi,<br />

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