IL CONTO APERTO una premessa - Centro Studi Ettore Luccini
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tro”; infatti, sicuramente residenti in provincia<br />
di Ravenna se ne contano poco<br />
più che la metà, 17 sono della provincia<br />
di Padova (Codevigo, Pratolongo, Piove<br />
di Sacco, Correzzola, etc.), mentre degli<br />
altri 10 non è dato sapere niente oppure<br />
risultano residenti in altre zone dell’Italia<br />
<strong>Centro</strong>-Settentrionale.<br />
Questa tragica ”contabilità” non è puramente<br />
statistica, ma serve a comprendere<br />
che le esecuzioni sommarie di Codevigo<br />
non furono esclusivamente un fatto<br />
riguardante ravennati schierati su opposti<br />
fronti, ma il risultato anche di fattori,<br />
storie e soggetti estranei al contesto<br />
ravennate.<br />
Tre sembrano essere i principali, distinti,<br />
gruppi di eliminati.<br />
Uno “locale”, composto da militi appartenenti<br />
alla Brigata Nera e alla Guardia<br />
Nazionale Repubblicana del presidio<br />
del paese o dei paesi vicini, assieme a sospette<br />
spie e collaborazionisti fatti prigionieri<br />
dagli antifascisti di Codevigo 55 ;<br />
55 Tra questi erano di Codevigo i militi Minorello<br />
Gino, Primo Manfrin, Broccadello Edoardo,<br />
Bubola Lodovico, Maneo Angelo, Fontana<br />
Farinacci, Contri Silvio, Cappellato<br />
Giovanni (tutti della BN), Manoli Gerardo<br />
(GNR); Cappellato Antonietta e Doardo Corinna,<br />
sospette spie fasciste. A Broccadello<br />
Edoardo era, in particolare, imputata la responsabilità<br />
di un agguato, compiuto con la<br />
complicità del tredicenne Ghellero Renato e<br />
di un altro fascista rimasto sconosciuto, ai<br />
danni di tre partigiani – di cui uno, Brunello<br />
Rutoli, ucciso – nelle vicinanze di Codevigo il<br />
10 dicembre ‘44. Sui fascisti di Codevigo, dai<br />
documenti pubblicati in Giuseppe GADDI,<br />
Resistenza padovana. Spionaggio e controspionaggio,<br />
s.l. [Imola?], 1979, si apprende inoltre che<br />
15 di loro, a fine ottobre ‘44, risultavano arruolati<br />
nel Battaglione della GNR “E. Muti”<br />
di Padova e che i partigiani locali ritenevano<br />
che 6 fascisti di Codevigo fossero gli “unici<br />
responsabili di tutto il male avvenuto in tutto<br />
il Basso Piovesine, compreso l’omicidio di<br />
materiali di storia, n. 13 - pagina 25<br />
un secondo comprendente militi e graduati<br />
ravennati della GNR del vicino<br />
presidio di Candiana (Padova); un terzo,<br />
quello più numeroso, consistente in alcune<br />
decine di uomini e donne, quasi tutti<br />
romagnoli, sia militari facenti parte dei<br />
presidii della GNR di Pescantina e Bussolengo<br />
che fascisti aderenti alla RSI fuggiti<br />
in tali località per evitare ritorsioni e<br />
vendette.<br />
Va comunque detto che nei confronti<br />
dei repubblichini facenti capo ai citati<br />
presidii, secondo le testimonianze rese<br />
note dal libro di G. Stella, appare alquanto<br />
chiara l’applicazione di un criterio selettivo<br />
secondo responsabilità individuali,<br />
vere o presunte, confermato anche dal<br />
fatto che la quasi totalità degli uccisi i-<br />
Lorenzetto, avvenuto a Codevigo ai primi di<br />
settembre, la tortura e la probabile uccisione<br />
di Stivanello e la deportazione in Germania<br />
di altre persone”. I militi della BN di Codevigo<br />
costituivano un distaccamento della XVIII<br />
BN “Luigi Begon” di Padova, presente con<br />
<strong>una</strong> sua Compagnia O.P. [Ordine Pubblico]<br />
pure a Piove di Sacco, dove aveva sede anche<br />
il Trib<strong>una</strong>le Militare, e dove fino al 31 marzo<br />
‘44 era stato distaccato il II Battaglione<br />
d’assalto “Venezia Giulia” della GNR. Altre<br />
BN operanti in questo settore erano la II BN<br />
Mobile “Danilo Mercuri” sempre di Padova,<br />
la XVII BN “Bartolomeo Azara” di Venezia<br />
da cui dipendevano anche le Compagnie di<br />
Cavarzere e di Chioggia; la XIX BN “Romolo<br />
Gori” di Rovigo, comprendente la Compagnia<br />
di Adria; la famigerata Compagnia O.P.<br />
di Adria, detta dei “pisani”. In quest’area, alle<br />
Brigate Nere di Rovigo e Adria – d’intesa con<br />
altri reparti, tra cui anche quelli della GNR –<br />
sono attribuiti la fucilazione di 5 contadini a<br />
S. Pietro di Cavarzere (Rino Berto, Alcide<br />
Boscolo, Enzo Narciso, Alfredo Marzola,<br />
Bruno Enzo) e lo sterminio della famiglia<br />
Baldin (Mariano, Ortensia ed Ennio) a Cavanella<br />
d’Adige del 5 luglio ‘44 (si veda: Gianni<br />
SPARAPAN, Adria partigiana, Rovigo, 1994).