IL CONTO APERTO una premessa - Centro Studi Ettore Luccini
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perdecorato comandante è tuttora presidente<br />
dell’ANPI, dopo essere stato anche<br />
deputato alla Costituente (vedi Documento<br />
n. 7 in Appendice).<br />
In considerazione del fatto che le supposte<br />
“prove a carico” sono state già largamente<br />
esposte da quanti addossano<br />
senza incertezze l’esclusiva responsabilità<br />
dell’accaduto a questa formazione partigiana,<br />
compito del ricercatore in questo<br />
caso è quello di fare “l’avvocato del diavolo”,<br />
formulando solo alcune considerazioni.<br />
Innanzitutto, va tenuto presente che<br />
nell’aprile del ‘45 la 28^ “Garibaldi” era<br />
da oltre un mese regolarmente inquadrata<br />
nella Ottava Armata britannica ed aveva<br />
ottenuto il riconoscimento di unità<br />
operativa nell’ambito del Gruppo di<br />
Combattimento “Cremona”; anche esteriormente,<br />
se si eccettua il fazzoletto rosso<br />
al collo e la scritta “Partisan” sulla divisa,<br />
i “garibaldini” apparivano ed erano<br />
armati come i soldati inglesi. Detto questo<br />
va quindi osservato che tale inquadramento<br />
militare, assieme alle garanzie<br />
di disciplina fornite dal Partito Comunista<br />
90 , contrasta alquanto con la ricostruzione<br />
che vuole la 28^ decidere autonomamente<br />
e compiere un’indiscriminata e<br />
prolungata carneficina.<br />
Altro dubbio è necessario sollevare sulla<br />
paternità dell’esecuzione dei primi<br />
cinque fascisti del luogo avvenuta, secondo<br />
quanto riportato sul diario parrocchiale,<br />
il 30 aprile. Se si crede a quanto<br />
scritto, seppur posteriormente, dal parroco<br />
e in particolare a questa data, appare<br />
strano che possano essere stati i partigiani<br />
di Bulow che erano giunti trafelati a<br />
90 Sull’affidabilità della 28 a Garibaldi va ricordato<br />
il comportamento tenuto in occasione<br />
della citata “rivista” di Umberto di Savoia,<br />
impedendo il degenerare della situazione.<br />
materiali di storia, n. 13 - pagina 35<br />
Codevigo appena la notte precedente con<br />
numerosi prigionieri catturati nei combattimenti<br />
e nei rastrellamenti del giorno<br />
prima 91 , come confermato dalla Relazione<br />
sull’attività svolta dalla Brigata garibaldina.<br />
Riguardo questa Relazione, lo Stella<br />
contesta il fatto che la 28^ Garibaldi potesse,<br />
in quei giorni, considerarsi in Zona<br />
d’Operazioni e che “se la strage di Codevigo<br />
fosse avvenuta prima del 25 aprile”<br />
non avrebbe scritto il suo libro di denuncia;<br />
tali considerazioni appaiono però del<br />
tutto gratuite dato che il presidio militare<br />
tedesco abbandonò Codevigo nella notte<br />
tra il 28 e il 29, tentando di far saltare il<br />
ponte sul Brenta, e la liberazione di Padova<br />
e Venezia avvenne nei giorni 29 e<br />
30, mentre in tutto il Veneto per molti<br />
giorni continuarono a verificarsi scontri<br />
con le retroguardie nazi-fasciste che “imperversano<br />
contro popolazioni” 92 , rendendosi<br />
colpevoli anche di gravi rappresaglie<br />
contro i civili come quelle avvenute<br />
a Saonara, Pedescala e Castello di<br />
Godego 93 .<br />
91 Il numero preciso dei prigionieri catturati il<br />
29 aprile dalla 28 a Garibaldi non è accertato:<br />
secondo la Relazione dell’Attività della suddetta<br />
Brigata, datata 6 maggio ‘45, era di 149, fra<br />
cui 5 ufficiali e 17 sottufficiali; per il generale<br />
Zanussi del “Cremona” in un fonogramma<br />
del giorno stesso, ore 14, sarebbero stati “almeno<br />
un centinaio”; nel suo diario alla data<br />
del 30 aprile, “Bulow” ha scritto che “Il bilancio<br />
di tutta l’operazione finale è realmente<br />
importante: abbiamo fatto mi pare, 61 prigionieri”.<br />
92 L’espressione citata è ripresa dal rapporto<br />
“segreto urgentissimo” del 21° Reggimento<br />
fanteria “Cremona” al proprio Comando, alla<br />
data 26 aprile operante nella zona di Adria (in<br />
Aldo RONDINA, Polesine 1944-45. Guerra e<br />
Liberazione, Rovigo, 1995).<br />
93 A Saonara (Padova) il 28 aprile vennero<br />
fucilati 6 partigiani e 44 civili, compreso un<br />
bambino di cinque anni; a Pedescala (Vicen-