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IL CONTO APERTO una premessa - Centro Studi Ettore Luccini

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tavano, il delitto di aver condotto all’estrema rovina il paese dopo averne saccheggiato<br />

le ricchezze, saremmo stati lieti di compiacerci di un atto di clemenza che avesse<br />

attenuata la pena inflitta agli oscuri militanti del fascismo che, cresciuti in<br />

quel clima, avevano creduto, obbedito e combattuto senza ricavarne altro vantaggio<br />

oltre quello di rischiare la vita prima, e di finire in carcere poi.<br />

Temiamo però che per le stesse disposizioni dell’attuale amnistia proprio questi<br />

avversari rispettabili si trovino precisamente in condizioni da esserne meno beneficiati,<br />

mentre i supremi responsabili e i veri criminali – i gerarchi – dopo appena un<br />

anno di tranquillo carcere se ne tornano pacificamente in libertà. Mentre altri e più<br />

sconci responsabili non hanno neppure bisogno di invocare a proprio favore <strong>una</strong><br />

declaratoria di amnistia, giacché non sono mai stati né incriminati né arrestati: alludiamo<br />

a coloro che approfittarono del regime non attraverso le cariche ma attraverso<br />

gli “affari”; a coloro che collaborarono con l’occupante nella comoda e proficua<br />

veste di appaltatori di lavori o di fornitori di manufatti; a coloro che per conseguire<br />

i loro sporchi fini di lucro personale continuarono coi padroni tedeschi a<br />

comportarsi come si erano comportati nel ventennio. Corruzione, ammaestrati collaudi,<br />

dilapidazione e saccheggio del denaro pubblico, aste addomesticate, forniture<br />

di prodotti scadenti od adulterati, questo il curriculum vitae comune a tutti i grossi<br />

o piccoli finanzieri e affaristi italiani. Costoro quando suonò l’ora grave per il paese<br />

non trovarono di meglio che continuare a tessere la rete dei loro traffici e quando,<br />

per esempio, alla conclusione di un lucroso affare ostava la mancanza di materia<br />

prima, <strong>una</strong> buona denunzia alle SS valeva a disboscarla e poco importava se il proprietario<br />

espropriato veniva poi deportato in Germania e finiva i suoi giorni nelle<br />

camere a gas.<br />

Non ci risulta che molti di questi immondi collaborazionisti si trovino oggi in<br />

carcere; il denaro di cui erano pletoricamente provvisti al momento della liberazione,<br />

è stato ben impiegato e non è mancato l’artificio di certificati compiacenti per<br />

preservare queste canaglie dalle sanzioni inesorabili che avrebbero dovuto colpirle.<br />

Gli esponenti di questo abbietto mondo sono oggi vivi, liberi, scandalosamente<br />

ricchi e vergognosamente attivi sulla scena degli affari; e mettono a frutto coi nuovi<br />

“gerarchi” antifascisti le esperienze acquisite nei loro pregressi contatti coi vecchi<br />

gerarchi nazisti e fascisti.<br />

Mantengono rapporti, stringono sempre nuove e più illustri amicizie, instaurano<br />

complicità ed insudiciano e corrompono e concludono affari, insaziabilmente.<br />

Trascinano in giro per le anticamere dei partiti antifascisti le loro rotonde pance e<br />

le loro flaccide persone vantando le loro benemerenze antifasciste di ex-squadristi e<br />

i loro doppi e tripli giuochi sullo sfondo immutato ed immutabile di centinaia di<br />

milioni.<br />

Per costoro che appartengono al mondo del più sconcio, sudicio ed abbietto capitalismo,<br />

improduttivo, corruttore e criminoso, non v’è amnistia possibile. Non saranno<br />

le parole degli articoli di <strong>una</strong> legge che ci impediranno di andare a fondo nei<br />

loro confronti, denunciandoli alla pubblica opinione, smascherandone i crimini<br />

passati e presenti, perché, prima o poi, la giustizia del popolo abbia il suo corso.<br />

materiali di storia, n. 13 - pagina 45

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