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IL CONTO APERTO una premessa - Centro Studi Ettore Luccini

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dopoguerra sarebbe stato processato e<br />

condannato per aver partecipato al linciaggio<br />

di un capitano delle Brigate Nere<br />

e di un tenente repubblichino, avvenuto<br />

in piazza a Chioggia il 22 maggio 97 .<br />

Detto questo, bisogna precisare che,<br />

nonostante l’inquadramento e le uniformi,<br />

il Gruppo “Cremona” risultava essere<br />

più <strong>una</strong> formazione partigiana che un<br />

reparto regolare e, tantomeno, i suoi<br />

uomini erano definibili come “badogliani”.<br />

Infatti nel “Cremona”, accanto ad<br />

un circa 50% di soldati già in forza al reparto<br />

prima dell’8 settembre ‘43, era affluito<br />

un elevato numero di volontari<br />

provenienti in gran parte da gruppi partigiani<br />

smobilitati, talvolta arruolatisi al<br />

completo. Si trattava soprattutto di antifascisti<br />

toscani (dei distretti di Pisa e<br />

Massa Carrara), umbri, marchigiani ma<br />

anche ravennati come si apprende dallo<br />

storico Paolo Scalini che ha scritto:<br />

“Molti giovani di Ravenna, dei quali alcuni<br />

giovanissimi, chiesero ed ottennero<br />

di arruolarsi nei reparti del Gruppo di<br />

combattimento Cremona, partecipando<br />

con le forze regolari dell’esercito alle azioni<br />

di guerra effettuate dal Cremona sul<br />

fronte Adriatico (Chioggia, Cavarzere,<br />

Brenta, ecc.)”. 98<br />

Va rilevato che quest’ultimo particolare,<br />

che attesta la presenza di ravennati<br />

all’interno del “Cremona”, viene totalmente<br />

taciuto sia da Stella che da Serena,<br />

forse troppo preoccupati di non farsi depistare<br />

nella loro accusatoria contro i soli<br />

ravennati della “Garibaldi”.<br />

97 Chioggia fu liberata da terra dalla 28 a ”Garibaldi”<br />

appoggiata da <strong>una</strong> compagnia del<br />

“Cremona”, mentre dal mare sbarcarono<br />

gruppi inglesi di Commandos, a cui si arresero<br />

i circa 1.000 uomini del presidio tedesco.<br />

98 P. SCALINI, op. cit.<br />

materiali di storia, n. 13 - pagina 37<br />

Sull’identità politica dei volontari del<br />

“Cremona” si sa inoltre che si trattava in<br />

larga parte di ex-partigiani appartenenti a<br />

formazioni comuniste, tra cui qualche<br />

reduce della Spagna, che andavano<br />

all’assalto al grido di “Avanti Stalin!” 99 ;<br />

il giornalista Manlio Mariani, allora ufficiale<br />

del Gruppo, accenna anche ad “elementi<br />

estremisti, anarco-sindacalisti<br />

assai numerosi specialmente tra i toscani”.<br />

Certo è che si trattava comunque di<br />

un reparto politicizzato e con <strong>una</strong> chiara<br />

connotazione di sinistra, come è attestato<br />

dalla minacciosa contestazione antimonarchica<br />

a cui dettero vita i “cremonini”<br />

in occasione della visita ai reparti compiuta<br />

– in veste di luogotenente del Regno<br />

del Sud – da Umberto di Savoia,<br />

proprio a Piove di Sacco e a Codevigo il<br />

16 maggio ‘45 100 ; per questo episodio di<br />

insubordinazione un gruppo di 15 antifascisti<br />

umbri del “Cremona” in seguito<br />

avrebbe, paradossalmente, scontato ben<br />

18 mesi di carcere militare a Gaeta.<br />

10. Senza conclusioni<br />

Questo è quanto, a distanza di tanti<br />

anni dai fatti, un ricercatore può al momento<br />

offrire per la riflessione collettiva e<br />

la ricostruzione storica di un periodo travagliato<br />

come fu quello dell’immediato<br />

secondo dopoguerra e, in particolare, dei<br />

drammatici fatti avvenuti nel territorio di<br />

un piccolo comune della Bassa Padovana.<br />

99 Testimonianza di Ferruccio Mauri, partigiano<br />

arruolatosi nel “Cremona”, riportata in<br />

C. PAVONE, op. cit.<br />

100 Sull’episodio si vedano le numerose testimonianze<br />

pubblicate in “Storia Illustrata”, 300,<br />

novembre 1982, e 303, febbraio 1983.

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