IL CONTO APERTO una premessa - Centro Studi Ettore Luccini
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APPENDICE DOCUMENTARIA<br />
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DOCUMENTO N. 1<br />
LA GUERRA CIV<strong>IL</strong>E NELLA STORIA E NELLA MEMORIA<br />
Stralci della relazione<br />
di Claudio Pavone presentata<br />
a La Roche-sur-Yon, ottobre 1994.<br />
[“Rivista di Storia Contemporanea”, n. 4, ottobre 1996]<br />
[...] L’Italia ha il triste primato di avere inventato e sperimentato il primo regime reazionario<br />
di massa della storia del Novecento. Questo regime si affermò per forza propria<br />
nel 1922, dopo un triennio di gravi conflitti sociali che giunsero a sfiorare la guerra<br />
civile e governò il paese per il ventennio successivo. Il problema della natura e dei<br />
limiti del consenso dato lungo questo periodo dal popolo italiano al regime fascista è<br />
molto dibattuto nella storiografia italiana, e non è possibile riassumerlo in questa sede.<br />
Va però ricordato che il ventennio fascista ha profondamente influito sulla memoria<br />
che l’Italia del secondo dopoguerra ha elaborato del biennio resistenziale 1943-1945. Il<br />
ricordo del fascismo cosiddetto “normale” del 1922-43 da <strong>una</strong> parte è stato edulcorato<br />
dal confronto con il fascismo della Repubblica sociale italiana che imperversò sotto<br />
l’occupazione tedesca, dall’altra ha invece mirato a ritrovare un nesso fra le due fasi<br />
del fascismo, considerando questo un fenomeno unitario da valutare globalmente dalle<br />
origini fino alla catastrofe finale dell’aprile 1945. [...]<br />
Per quanto sopra detto, appare evidente il peso che ha nell’elaborazione della memoria<br />
collettiva l’esperienza della Repubblica sociale italiana, che dal settembre 1943<br />
all’aprile 1945 governò la parte più ricca, più popolata, e più socialmente evoluta del<br />
paese. Si tratta certo di un’esperienza di collaborazionismo, ma con tratti specifici che<br />
vanno al di là dell’ambito proprio di quella categoria. Collaborazionismo di Stato e<br />
collaborazionismo politico-ideologico – secondo la distinzione formulata da Stanley<br />
Hoffmann per la Francia – ebbero in Italia radici autoctone, come ultima manifestazione<br />
di un movimento che, se ora tornava al potere solo in virtù delle baionette tedesche,<br />
aveva governato il paese, per forza propria, per un ventennio.<br />
La guerra civile fra fascisti e antifascisti nel 1943-45 assunse perciò in Italia il carattere<br />
di <strong>una</strong> resa di conti in <strong>una</strong> partita apertasi nel 1919-22. La rimozione della<br />
sua<br />
materiali di storia, n. 13 - pagina 39