Il volo degli uccelli - stsbc
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<strong>Il</strong> <strong>volo</strong> <strong>degli</strong> <strong>uccelli</strong><br />
Questi <strong>uccelli</strong> riescono a restare in <strong>volo</strong> per molte ore senza fare pause, coprendo così le<br />
grandi distanze migratorie marine. La classe regina di questo complesso tipo di <strong>volo</strong> è<br />
sicuramente quella <strong>degli</strong> albatri, i quali raggiungono i 3.7 metri di apertura alare, la quale va<br />
a compensare la ristrettezza e la bassa curvatura (basti pensare che il rapporto lunghezzalarghezza<br />
delle ali di questi animali può arrivare a 18:1!). Queste ali sono adatte a creare un<br />
effetto di portanza ad alte velocità non essendo fessurate come quelle dei rapaci, andando<br />
però a scapito della manovrabilità a quelle più basse.<br />
3.2.3) <strong>Il</strong> <strong>volo</strong> battente<br />
Altrimenti detto <strong>volo</strong> remigante, esso è la forma più diffusa tra gli <strong>uccelli</strong> volatori dei nostri giorni.<br />
Implica un grande dispendio di energia tramite l’uso dei muscoli pettorali, infatti è nei volatori<br />
battenti che si ha un maggior sviluppo dei muscoli e dello sterno. Questa pratica implica una grande<br />
ampiezza di movimenti delle ali al livello della “mano” e della spalla, in quanto le due parti devono<br />
svolgere compiti tanto differenziati quanto coordinati tra loro. Grazie all’uso della fotografia rapida<br />
e delle riprese ad elevate quantità di fotogrammi per secondo si è riusciti a decifrarne tutte le fasi,<br />
svelandone i segreti più reconditi. L’immagine che segue ci mostra qualitativamente le tappe<br />
principali di tali movimenti.<br />
Immagine 16: <strong>Il</strong> <strong>volo</strong> battente<br />
Come si può ben vedere l’avambraccio compie un semplice movimento ascendente e discendente,<br />
mentre la parte più esterna dell’ala è un continuo distendersi e ritrarsi. Quando viene dato il colpo<br />
verso il basso l’ala è alla sua massima estensione per aumentare il più possibile la propria superficie<br />
e quindi la portanza. Questo movimento comincia da sopra le spalle dell’animale e si conclude ben<br />
al di sotto del ventre, a dipendenza della specie le punte possono arrivare quasi a toccarsi. Al<br />
vigoroso battito d’ali diretto in basso segue un rapido ritorno alla situazione iniziale, effettuato<br />
tramite il ripiegamento della parte più esterna. Tale azione riduce la quantità di aria da spostare per<br />
rialzare l’ala, limitandola al solo avambraccio: d’altronde, senza questo movimento si ritroverebbe a<br />
spostare la stessa quantità in un movimento tanto quanto nell’altro, non potendo minimamente<br />
alzarsi da terra.<br />
3.2.4) <strong>Il</strong> <strong>volo</strong> ronzato<br />
Da ultimo abbiamo il <strong>volo</strong> ronzato che una sola famiglia di animali è in grado di sostenere, ossia i<br />
colibrì. <strong>Il</strong> nome di questo particolare tipo di <strong>volo</strong> deriva dal suono che lo accompagna, infatti i<br />
colibrì producono un distinto ronzio molto simile a quello di un insetto. Questi <strong>uccelli</strong> volano<br />
mantenendo un’inclinazione in avanti che varia dai 30 ai 45 gradi, e sono in grado di compiere<br />
evoluzioni che nessun altro essere vivente su questa terra è in grado di fare, come restare sospesi in<br />
aria in un punto fermo e persino retrocedere. Queste incredibili capacità sono date dalle morfologia<br />
dell’ala: infatti è completamente rigida in corrispondenza del polso, ma viene mossa in qualsiasi<br />
direzione al livello della spalla. Ciò permette di rovesciare l’ala nel movimento ascendente al punto<br />
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