Il volo degli uccelli - stsbc
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<strong>Il</strong> <strong>volo</strong> <strong>degli</strong> <strong>uccelli</strong><br />
Immagine 21: Ricostruzione di Pteranodon (65 milioni di anni fa) Immagine 22: Fossile di Rhamphorhynchus<br />
Le ali erano qualcosa a sé stante, essendo profondamente diverse da quelle che conosciamo noi:<br />
qualitativamente le possiamo immaginare come quelle dei pipistrelli, la superficie che sosteneva il<br />
corpo in <strong>volo</strong> era una sottile membrana di pelle simile al loro patagio, ma il suo sostegno era<br />
rappresentato da un allungamento sproporzionato del quarto dito (nei pipistrelli questo ruolo è<br />
ricoperto dal secondo dito, anche se tutti e cinque hanno delle lunghe falangi, mentre che negli<br />
<strong>uccelli</strong> non resta che una traccia del secondo). Da notare che negli pterosauri il mignolo è assente,<br />
quindi il gravoso compito di sostenere tutto quel peso è affidato in gran parte a due dita di<br />
lunghezza pari a circa la metà dell’intera apertura alare stessa (non dimentichiamoci che le ali sono<br />
due, quindi uno per arto!)! Non si è ancora riusciti a capire cosa abbia spinto ad un così grande<br />
allungamento un solo dito lasciando gli altri tre normali, inoltre non si è a conoscenza del modo in<br />
cui questa membrana cutanea si attaccasse posteriorment: forse era situata direttamente sulle zampe<br />
posteriori, forse sui fianchi; della membrana alare, peraltro già molto fragile di natura, non ci è<br />
pervenuta quasi nessuna traccia, lasciando una misteriosa ombra sulla sua reale forma.<br />
Le caratteristiche alari e scheletriche <strong>degli</strong> pterosauri ci indicano che in genere non erano animali di<br />
costituzione particolarmente robusta, malgrado ciò i più grandi riuscivano a compiere lunghissime<br />
trasvolate per raggiungere i luoghi di accoppiamento. L’origine marina dei sedimenti conservanti i<br />
fossili <strong>degli</strong> esemplari più grandi fanno pensare a un animale dedito alla pesca, ma ci sono<br />
controverse opinioni sul fatto che quasi nessuno di loro sia stato rinvenuto nell’entroterra; c’è infatti<br />
chi sostiene che gli pterosauri avrebbero potuto benissimo vivere all’interno del continente<br />
cibandosi di ben altro che di solo pesce, e il solo fatto che nessun resto sia stato ritrovato non vuol<br />
certo dire che non ce ne siano mai stati.<br />
<strong>Il</strong> dibattito è ancora acceso, e ognuna delle due parti schiera a propria difesa argomenti più che<br />
validi e disparati. Per citare qualche esempio: la possibilità di usufruire di tre dita della mano per<br />
muoversi agilmente a terra e arrampicarsi sugli alberi avrebbe potuto permettere loro di colonizzare<br />
vaste aree lontane dall’oceano. Dall’altro lato le grandi dimensioni, la loro goffaggine e le fragili<br />
strutture scheletriche sarebbero state ragioni più che valide per restare in prossimità delle coste, a un<br />
passo dalla salvezza aerea da eventuali predatori terrestri. Inoltre la dentatura di alcuni di loro è<br />
decisamente specifica alla cattura di prede in acqua, come si può ben constatare nelle immagini<br />
seguenti:<br />
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