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Il volo degli uccelli - stsbc

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<strong>Il</strong> <strong>volo</strong> <strong>degli</strong> <strong>uccelli</strong><br />

La struttura primaria di una proteina è determinata direttamente dalla sequenza di nucleotidi che<br />

compongono il suo gene codificante, e consiste semplicemente in una lunga catena di amminoacidi<br />

uniti tra loro da legami peptidici (a). La presenza di gruppi funzionali quali C=O e N–H negli<br />

amminoacidi permette la formazione di interazioni tipo ponte idrogeno all’interno della catena<br />

peptidica, portandola a ripiegarsi su se stessa e formare delle strutture ad α-elica o β-foglietto (b). È<br />

possibile che in differenti punti di tale catena siano presenti dei complessi di amminoacidi in grado<br />

di formare delle strutture ad elica o foglietto, si può arrivare così ad averle entrambe nella stessa<br />

struttura proteica. Questo porta la catena ad assumere, a seconda del caso considerato, particolari<br />

conformazioni spaziali quali globuli e fibre, detti strutture terziarie (c). L’associazione di più<br />

globuli o fibre (non necessariamente uguali tra loro) in un’unica grande proteina genera il livello di<br />

organizzazione strutturale più complesso, la struttura quaternaria (d).<br />

Per tornare al caso specifico delle piume e <strong>degli</strong> altri rivestimenti cutanei, due parole sulla<br />

cheratina. Ricca di zolfo e di tipo fibrosa, è suddivisibile in due categorie: molle e dura. La<br />

cheratina molle è la componente principale di pelo, capelli e piume, ed ha proprietà totalmente<br />

diverse dalla cheratina dura. Infatti è traslucida e gode di una certa plasticità, basti pensare alle<br />

caratteristiche dei nostri capelli: li possiamo cambiare di forma e, se in buona salute, risplendono<br />

sotto la luce del sole. Se sottoposta al calore essa si ritrae, se invece viene messa in acqua fredda si<br />

gonfia idratandosi. L’altro tipo di cheratina, quella dura, è agli antipodi. Di consistenza decisamente<br />

più rigida non si piega sotto sforzo, bensì si spezza; inoltre è molto più resistente al calore. È la<br />

componente base di tutte le scaglie cornee della cute dei rettili, così come delle nostre unghie, del<br />

corno del rinoceronte e <strong>degli</strong> artigli in generale.<br />

Queste caratteristiche così diverse tra loro sono dovute semplicemente alle precedenti<br />

organizzazioni a livello intermolecolare delle fibre di cheratina, il che va a sostenere che un<br />

passaggio da scaglie a piume sia stato possibile. Una possibilità è che una semplice mutazione del<br />

DNA sul gene codificante la cheratina potrebbe aver causato la sostituzione di un amminoacido con<br />

un conseguente cambiamento della struttura primaria della proteina; passando dai livelli più bassi<br />

alle organizzazioni superiori l’errore si tramanda con un effetto “a cascata”, creando una struttura<br />

proteica completamente nuova con proprietà differenti.<br />

Se le microscopiche strutture in cui si organizzano le proteine non dovessero bastare a convincere i<br />

più scettici basta prendere in considerazione l’analoga disposizione dei due rivestimenti cutanei<br />

mostrati nell’immagine 31 e vedere da cosa hanno origine.<br />

Immagine 31: Squame e piume<br />

Le squame e le piume si sviluppano nel medesimo modo, vale a dire che nascono dalle stesse<br />

strutture dell’epidermide. All’inizio non sono altro che delle piccole papille dermiche sulla<br />

superficie embrionale dell’animale, semplici addensamenti di cellule che sporgono leggermente<br />

dalla pelle. La forma usuale di penne e squame è raggiunta in entrambe i casi tramite un processo di<br />

cheratinizzazione delle cellule della papilla dermica: vengono progressivamente riempite con questa<br />

proteina e, man mano che muoiono, la penna (o la scaglia, a differenza dell’animale) cresce verso<br />

ciò che sarà la sua forma finale. A processo ultimato la guaina protettiva che ricopriva la nuova<br />

penna si sbriciola (eliminata dall’azione di lisciatura del becco) e si spiega per assumere la forma<br />

definitiva. L’unica differenza che intercorre tra le due forme di rivestimento cutaneo è quindi cosa<br />

va a svilupparsi da queste papille a livello embrionale, ma ciò è già definito prima della nascita, dal<br />

codice genetico dell’animale.<br />

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