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Racconto di
Cerreto Francesco nato a Maddaloni il 7 novembre 1933
Nel 1943, racconta Francesco, Avvocato di Maddaloni, ero studente di prima media, la
scuola si chiuse tra Aprile e Maggio per l’aggravarsi della guerra con continui
bombardamenti aerei di notte e di giorno soprattutto su Napoli, Cancello, Caserta e
Capua, chei erano importanti centri ferroviari e militari. A Maddaloni si sentiva
suonare l’allarme ripetutamente, suono che ancora oggi ricordo nitidamente ed era un
continuo correre nei rifugi che in sostanza erano cantine sottostanti a fabbricati privati,
oppure grotte in montagna nella zona di S. Pietro. In piazza ci si riparava in un rifugio
sottostante al cinema Alambra, oppure sotto al fabbricato Letizia sito giù in piazza
Fontana. Nelle fughe notturne, spesso notavo in cielo razzi luminosi lanciati dagli aerei
i quali rimanevano sospesi ad illuminare le zone sottostanti. Si avvertivano e si
vedevano di giorno stormi di aerei bombardieri, squadriglie di dieci, quindici, venti
aerei che attraversavano il cielo sempre da oriente verso occidente. Da Napoli si
udivano forti colpi di contraerea, e guardando dai balconi verso il Vesuvio e verso il
Vomero, la visuale era buona perché non c’erano tanti fabbricati, molti fasci di luce
azzurra squarciavano il cielo e finchè gli aerei non li sentivamo su di noi spesso si
guardava la scena. Ricordo che se il fascio di luce inquadrava un aereo il quale
appariva come un oggetto scintillante, subito su quel scintillio si concentrava tutto il
fuoco antiaereo, i cui colpi sembravano traccianti luminosi diretti verso il bersaglio
illuminato. Nei rifugi in cui ci nascondevamo tutti seduti per terra le donne che vi si
trovavano riunite incominciavano a pregare con il Rosario. Era un gran sollievo
quando risuonava la sirena che segnalava il cessato allarme, tutti ritornavamo in
superficie all’aria aperta e si cercava di avere notizie sull’accaduto riprendendo la vita
normalmente. Qualche volta si parlava di luoghi colpiti come il rifugio in via Napoli e
di persone conosciute che erano morte. Nel luglio del 1943 la situazione si aggravò per
la vicinanza delle truppe Anglo-Americane che erano sbarcate in Sicilia ed avanzavano
verso la Calabria. Io pensavo che questi soldati che sbarcavano o scendevano dal cielo
con i paracaduti contro di noi e contro il nostro Esercito erano uomini cattivi e li
immaginavo come nemici. Dopo le incursioni notturne spesso di mattina si trovavano
manifestini di propaganda lanciati dagli aerei i quali spingevano la popolazione a
ribellarsi ed insorgere contro il Governo fascista e i Tedeschi e di accogliere i
liberatori. Una mattina nel giardino di casa trovai tanti piccoli opuscoli che
contenevano il discorso del vice presidente degli Stati Uniti (il vice presidente in quel
periodo era: Henry Agard Wallace, il testo integrale del libricino è a pag. 58 dal titolo
“il Secolo del popolo”). Intanto il 25 luglio il Fascismo cadeva e l’otto settembre
seguiva l’Armistizio, ma i Tedeschi resistevano fine a settembre e soltanto a inizio
ottobre 1943 sono arrivati gli Anglo-Americani, dopo lo sbarco a Salerno. In quel
periodo Maddaloni subì cannoneggiamenti che preparavano l’avanzata delle truppe
Alleate verso Napoli e Caserta, mentre i Tedeschi spostavano il loro fronte a Cassino.
Un colpo di cannone cadde proprio contro casa mia dove ancora si notano segni
evidenti della esplosione, anche mio padre fu colpito da una scheggia al viso, (la mia
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