01.06.2013 Views

Se vuoi, puoi scaricare il file con le foto del testo in PDF cliccando qui.

Se vuoi, puoi scaricare il file con le foto del testo in PDF cliccando qui.

Se vuoi, puoi scaricare il file con le foto del testo in PDF cliccando qui.

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Rac<strong>con</strong>to di<br />

Cuccaro Concetta nata a Maddaloni <strong>il</strong> 27 settembre 1928<br />

All’epoca ero una ragazz<strong>in</strong>a, i ricordi sono un poco sbiaditi e posso rac<strong>con</strong>tare poco di<br />

quello che è accaduto anche perché essendo femm<strong>in</strong>uccia non potevo uscire di casa se<br />

non <strong>con</strong> i genitori. Quello che ricordo e posso rac<strong>con</strong>tare, sono episodi che ho vissuto e<br />

ho visto personalmente. Ogni volta che suonava la sirena d’allarme che annunciava<br />

l’arrivo degli aerei da bombardamento, io e i miei genitori correvamo verso la<br />

campagna riparandoci sotto degli alberi. Una volta per un bombardamento effettuato<br />

non molto lontano, ci rifugiammo sotto un albero, all’improvviso sentimmo dei rumori<br />

<strong>in</strong>torno a noi, pensammo che erano <strong>del</strong><strong>le</strong> schegge di bomba, ma per nostra fortuna<br />

erano solo i frutti che, per lo spostamento d’aria, cadevano <strong>in</strong>torno a noi. Io abitavo <strong>in</strong><br />

via Amendola, e qualche volta andavamo a rifugiarci <strong>in</strong> una cant<strong>in</strong>a nel palazzo<br />

Cibella; ricordo che una volta per la fretta di scendere giù, ruzzolai per tutte <strong>le</strong> sca<strong>le</strong>,<br />

fortunatamente non subii <strong>con</strong>seguenze. Adesso che te lo rac<strong>con</strong>to caro Giulio mi viene<br />

da ridere, ma allora fu una tragedia. La fame era tanta e qualche volta andavo dal<br />

fratello <strong>del</strong> mio papà che aveva un po’ di campagna e lui mi dava qualche frutto,<br />

qualche pigna di uva e qualche volta un pò di pane. Da dove abitavo molte volte ho<br />

veduto passare scie lum<strong>in</strong>ose che erano colpi di artiglieria sparati da chissà dove,<br />

passavano sopra <strong>il</strong> mio capo e cadevano sul Quartiere <strong>con</strong> grande fragore. Al fischio di<br />

questi colpi mi buttavo faccia a terra e quando questi scoppiavano dal pavimento si<br />

alzava tanta polvere lasciandomi tutta impregnata e imbiancata. Mi è rimasto ben<br />

impresso questo episodio. Un giorno una camionetta tedesca, carica di materia<strong>le</strong> <strong>del</strong><br />

Quartiere, si fermò dove adesso c’è <strong>il</strong> negozio di Aldo di Vico, alla f<strong>in</strong>e di via<br />

Amendola. Quelli a bordo facevano cambio <strong>con</strong> quelli che abitavano lì <strong>con</strong> <strong>del</strong>la<br />

masserizia, gall<strong>in</strong>e, uova, pane ecc. perché anch’essi avevano fame. Quando i Tedeschi<br />

andarono via tutta, la popolazione di Maddaloni prese d’assalto <strong>il</strong> Quartiere, io dal<br />

bal<strong>con</strong>e ho assistito a parecchie fasi <strong>del</strong>lo svaligiamento. La gente che usciva da questo<br />

stab<strong>il</strong>e <strong>con</strong> <strong>del</strong>la merce molte volte veniva derubata da altre persone che attendevano<br />

fuori. Ricordo che ci furono anche dei morti a causa <strong>del</strong>lo schiacciamento di altre<br />

persone. Quando arrivarono gli Americani <strong>le</strong> cose cambiarono, ma non sempre<br />

andavano bene. Ricordo che per via Roma per un certo periodo di tempo c’era sempre<br />

una scia di sangue, era quello che perdevano i soldati che arrivavano feriti da Cass<strong>in</strong>o,<br />

perché li trasportavano per <strong>le</strong> cure al V<strong>il</strong>laggio dei Ragazzi. Sopra la mia casa c’era<br />

una donna che <strong>con</strong>viveva <strong>con</strong> un Americano che portava tanta roba; e so che la vo<strong>le</strong>va<br />

sposare, fu trasferito fece la promessa di ritornare, ma per quello che so non ritornò<br />

più. In Piazza Vittoria c’era la fabbrica <strong>del</strong> ghiaccio e lì gli Americani avevano la carne<br />

depositata, che tagliavano grosse bistecche e ancora <strong>con</strong>gelate <strong>le</strong> arrostivano, a noi<br />

arrivava solo <strong>il</strong> profumo. Quando arrivarono gli Americani furono accolti <strong>con</strong> molto<br />

calore; ricordo di una vecchietta che parlava bene l’americano, discuteva <strong>con</strong> i soldati<br />

e offriva loro da bere <strong>del</strong> v<strong>in</strong>o. L’ultima cosa: avevo una paura matta dei soldati di<br />

colore.<br />

47

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!