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agazzi giù per controllare se i Tedeschi fossero andati via. Tutto questo durò una decina di giorni. Alle spalle del Monte S. Michele, dalla parte dei Ponti, c’erano dei Partigiani e dei Comunisti di Maddaloni che portavano intorno al collo dei fazzoletti rossi con delle scoppette e dei fucili, che ogni tanto facevano delle azioni di disturbo contro i Tedeschi. I Tedeschi per rappresaglia un giorno rincorsero questi partigiani fin sotto ai Ponti della Valle ma non trovarono nessuno. Si imbatterono in un ragazzo di nome Beato. Poteva avere 17, 18 anni e forse per rabbia lo ammazzarono. Anche i partigiani e i comunisti, andavano rastrellando i Fascisti e tutti quelli che trovavano li caricavano su una carretta e li portavano verso Cancello in una masseria chiamata “masseria del Nerone”. Li tennero lì fino a che non arrivarono gli Americani e li consegnarono. Molte volte radunavano noi ragazzi giù alla stazione e ci portavano a Cancello Arnone sulla spiaggia, dove ci facevano scavare delle buche che servivano come trinceramento nel caso vi fossero sbarcati gli Americani. Con l’arrivo degli Americani a Maddaloni c’era il “caporalato”, venivano radunati, sempre di notte una trentina di ragazzi che portavano a Cancello in un posto detto “Pontetto” dove c’era un deposito di bombe; il compito dei ragazzi era di portare le bombe da quel luogo ad un altro. Gli Americani, portavano noi ragazzi a Limatola per ricostruire il ponte che i Tedeschi avevano fatto saltare per impedire il passaggio delle forze alleate. Per questi lavori ci davano cento lire a notte e da mangiare ci davano la polvere dei piselli. Dello svaligiamento del Quartiere non ricordo quasi nulla perché non vi presi parte, ma so che portarono via tutto quello che potevano, non solo vestiario ma anche della legna e ci furono dei morti. Gli Americani, arrivati a Maddaloni, si insediarono dappertutto, dove c’erano spazi liberi piazzavano un accampamento. Durante la battaglia di Cassino tutti i soldati feriti venivano portati qui a Maddaloni dove c’erano vari luoghi adibiti ad Ospedali, in via Ponte Carolino, verso la zona di via Brecciame, via Starza. Gli Americani erano accampati anche nel Cantiere (Caserma Militare) e lì ci doveva essere il magazzino di sussistenza dove conservavano zucchero, caffè, farina e generi alimentari. Noi ragazzi eravamo sempre attenti e sapevamo subito come organizzarci. Venimmo a conoscenza che ai soldati Americani piaceva bere: poiché c’era un signore che si chiamava De Laurentis che aveva una fabbrichetta in cui imbottigliava, dopo averlo gasato il vino bianco, noi compravamo delle bottiglie di vino, andavamo al Cantiere e facevamo degli scambi. In cambio avevamo sigarette, cioccolato, caramelle ed altro. Quando alcune persone poco raccomandate sia di Maddaloni che delle zone limitrofe videro che gli scambi tra noi ragazzi e i soldati iniziarono ad essere consistenti, subentrarono con la forza, prendendoci a calci e intimandoci cose più gravi se non avessimo smesso quegli scambi. Per il primato di quegli affari loschi si sono anche ammazzati tra di loro. Tutte le famiglie di Maddaloni e non solo quelle bisognose si industrializzarono. Venendo a conoscenza che ai soldati Americani piaceva la nostra cucina, di sera, cucinavano della salsiccia con le patate fritte accompagnate da vino sempre gasato. Attiravano i militari nelle loro case e dopo averli fatti rifocillare e bere, mettevano loro a disposizione anche il sesso. Siccome il ricavato era cospicuo (perché gli Americani elargivano profumatamente per questi servigi), moltissimi usavano questo espediente. In via Nino Bixio, dove oggi diciamo le “portelle”, poiché c’erano molte prostitute, era stato collocato un cartello che recava la 42
scritta in Americano “Off Limits”, (vietato agli Americani) ma questi una volta ubriacatisi, diventavano violenti e la Polizia Militare Americana (M P) doveva presidiare queste zone e quando trovava qualche militare Americano senza pietà lo picchiava brutalmente con dei “mazzarielli” (manganelli) che portavano sempre al loro fianco. Quando passava qualche treno dalla stazione superiore che da Caserta andava verso Benevento oppure in senso opposto, siccome in quel tratto di ferrovia il treno per forza di cose doveva rallentare, c’erano delle bande organizzate che assaltavano il treno in movimento e aperti i vagoni iniziavano a buttare giù tutto quello che contenevano. Una volta da un carro buttarono giù una cassa la quale si ruppe nel toccare terra e uscirono migliaia e migliaia di preservativi. In quel periodo tutti i ragazzi di Maddaloni si divertivano nel gonfiarli e fare dei palloncini, non sapendo nemmeno a che cosa servissero. Molti cittadini maddalonesi prendevano il treno e andavano a Campobasso dove c’erano i mulini per lavorare la pasta. Ne compravano una grande quantità e poi la rivendevano di contrabbando, ma non a tutti andava bene perché arrivati a Benevento dovevano prendere la coincidenza e lì c’era sempre la Polizia Militare Italiana che riusciva a prendere molti contrabbandieri. A causa di bande che scorazzavano per la Città ci sono stati vari scontri a fuoco con gli Americani con alcuni feriti e morti. “A tal proposto, ricordo un evento che accadde proprio dove adesso c’è l’edicola”. I soldati Marocchini andavano sempre nella zona di S. Margherita e prendevano in giro le donne. Un giorno gli uomini di questa zona si radunarono e diedero una bella lezione a questi insolenti. Gli Americani per transitare con i loro mezzi trovavano difficoltà quando il terreno era bagnato e allora mettevano delle mine sulla zona della calcara, le facevano brillare e con le pietre ottenute facevano il manto stradale. Quando ormai la guerra volgeva al termine, gli Americani, ormai inseriti bene nel nostro territorio, iniziarono a dare ai civili, e a chi poteva usufruirne, i loro camion che ormai non usavano più, permettendo loro di intraprendere molti lavori come il commercio della frutta. I nostri cittadini impararono subito a guidare questi camion e nel giro di poco tempo iniziò a svilupparsi il commercio. 43
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