01.06.2013 Views

Se vuoi, puoi scaricare il file con le foto del testo in PDF cliccando qui.

Se vuoi, puoi scaricare il file con le foto del testo in PDF cliccando qui.

Se vuoi, puoi scaricare il file con le foto del testo in PDF cliccando qui.

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Rac<strong>con</strong>to di<br />

Lombardi Margherita nata a Pola <strong>il</strong> 03 giugno 1938<br />

Sono nata nel periodo <strong>del</strong>la <strong>Se</strong><strong>con</strong>da Guerra Mondia<strong>le</strong>, profuga <strong>del</strong>la Iugoslavia, a Pola<br />

<strong>in</strong> quanto <strong>il</strong> mio era papà guardia giurata, prestava servizio <strong>in</strong> quella Nazione poi tanta<br />

martoriata. Arrivammo <strong>in</strong> Italia, a Maddaloni, nel 1944, io penultima di otto figli<br />

ospitati da una mia zia <strong>in</strong> un sottoscala ( un vano dove si cuc<strong>in</strong>ava e si dormiva <strong>in</strong> otto<br />

persone), <strong>con</strong> un water situato all’aperto nel cort<strong>il</strong>e chiuso da quattro tavo<strong>le</strong> di <strong>le</strong>gno,<br />

sempre fuori un lavatoio <strong>con</strong> una fontanella dove <strong>le</strong> mie sorel<strong>le</strong> lavavano i pochi<br />

stracci che ci donavano. Dormivamo <strong>in</strong> un <strong>le</strong>ttone fatto di paglia <strong>in</strong> c<strong>in</strong>que <strong>in</strong>sieme a<br />

mia madre, mentre <strong>le</strong> altre mie sorel<strong>le</strong> dormivano a terra su dei giacigli di fieno e<br />

quando si alzavano erano sempre <strong>in</strong>do<strong>le</strong>nzite. Ci mettevamo a tavola che era sempre<br />

senza o poco cibo. Mio padre era <strong>in</strong> guerra, poi venne fatto prigioniero, qu<strong>in</strong>di mia<br />

madre fu costretta a lavorare nei quartieri americani f<strong>in</strong>o a tarda sera, mentre noi figli<br />

attendevamo <strong>il</strong> suo ritorno per poter mangiare qualche cosa, cibo che <strong>le</strong>i metteva da<br />

parte durante la sua giornata lavorativa. Molte però erano <strong>le</strong> volte che ritornava a casa<br />

stanca e <strong>con</strong> niente da mangiare, ma portava sempre un carico di biancheria e divise<br />

m<strong>il</strong>itari da lavare. Io <strong>con</strong> <strong>le</strong> altre mie sorel<strong>le</strong> più grandi <strong>le</strong> dovevamo lavare fuori nel<br />

cort<strong>il</strong>e, anche quando faceva molto freddo.<br />

Quando i soldati venivano a ritirare <strong>le</strong> loro divise, mia madre faceva nas<strong>con</strong>dere sotto<br />

<strong>il</strong> <strong>le</strong>tto <strong>le</strong> mie sorel<strong>le</strong> maggiori, mentre noi più piccoli chiedevamo ai m<strong>il</strong>itari<br />

cioccolate, caramel<strong>le</strong> e biscotti. Vi posso assicurare che quel periodo di guerra non si<br />

può dimenticare: la fame, i disagi, la paura rimarranno sempre nitide nei miei ricordi.<br />

Io ero la più piccola ma ricordo molto bene <strong>le</strong> luci dei razzi sganciati dagli aerei che<br />

<strong>il</strong>lum<strong>in</strong>avano tutto <strong>il</strong> cir<strong>con</strong>dario, <strong>il</strong> rombo dei motori degli aerei e <strong>le</strong> sirene che<br />

annunciavano <strong>il</strong> loro arrivo. In questi frangenti mentre suonava la sirena di allarme<br />

tutti fuggivano verso i ricoveri, io venivo aiutata dai miei fratelli e correvamo verso<br />

questi luoghi per ripararci. Ricordo che avevo la tosse <strong>con</strong>vulsa e ogni tanto mentre<br />

correvamo, mi dovevo fermare per tossire. Arrivati <strong>in</strong> questi luoghi oscuri e freddi ci<br />

str<strong>in</strong>gevamo a mia madre e rannicchiati <strong>in</strong> un angolo piangendo aspettavamo che tutto<br />

f<strong>in</strong>isse. Rimanevamo <strong>in</strong> questi rifugi per moltissimo tempo e una mia sorella<br />

sprezzante <strong>del</strong> pericolo si recava a casa per sbucciare e <strong>le</strong>ssare <strong>le</strong> patate per poi<br />

portarce<strong>le</strong> per farci cibare. Passato <strong>il</strong> pericolo si ritornava a casa. Oggi quando vedo e<br />

sento che i miei figli o nipoti, non vogliono mangiare, rac<strong>con</strong>to loro quel periodo triste<br />

e brutto che io ho vissuto. Il nostro pranzo dopo la guerra era costituito da polvere di<br />

piselli, patate <strong>le</strong>sse, verdura cotta raccolta nei campi e <strong>il</strong> pane che si doveva prendere<br />

<strong>con</strong> la tessera. Tutto sommato anche se non avevo molto o quasi niente sono stata<br />

felice e <strong>con</strong>tenta di essere vissuta <strong>in</strong> quel periodo <strong>con</strong> la mia grande famiglia e la mia<br />

cara mamma.<br />

51

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!