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e funzionava il tutto come una piccola città.
Racconto di
Rescigno Tommaso nato a Maddaloni il 6 gennaio 1931
Del periodo 1943-45 di sicuro, molte persone hanno dettagliato gli argomenti e gli
avvenimenti accaduti in quegli anni, perciò non mi soffermerò sul racconto di quei fatti
incresciosi e terribili che abbiamo vissuto in quell’epoca. Voglio narrare però di un
canto che venne composto in occasione dello svaligiamento del Quartiere Militare
deposito e magazzino sanitario. Dopo l’armistizio, quando gli Americani erano già
sbarcati a Napoli, i Tedeschi cominciarono a caricare sui loro camion tutto il materiale
che era possibile portare via dal magazzino, lenzuola, coperte, materassi, ecc. Andati
via i Tedeschi, ci fu l’assedio al quartiere da parte dei cittadini di Maddaloni. Ricordo
che lo depredarono di tutto e alla fine portavano via anche il legname; quando
rompevano il legno per poterlo trasportare, sembrava di sentire dei colpi d’arma da
fuoco. Proprio per questi rumori che sembravano spari, si verificò il fuggi fuggi di
quanti erano dentro al Quartiere e nello scappare alcuni rimasero calpestati e ci furono
dei feriti e dei morti. Ricordo perfettamente quando furono sganciate delle bombe in
via Appia, in cui morirono e furono ferite alcune persone, che si erano rifugiate in un
giardino. Di quelle che persero la vita, questi i nominativi:
Lombardi Luigi, (proprietario del giardino); la moglie Bisogno Giuseppnina; Lombardi
Michele e figlio (seminarista); Cerreto Salvatore; D’Angelo e la moglie Rosa; Cerreto
Raffelina; Cerreto Francesco; Cerreto Michelina; Coniugi Razzano; Lombardi
Francesco. Durante quell’anno, era il 1944, a Maddaloni si trovavano sfollati due
signori napoletani, Pasquale De Florio e Enrico Manna, erano due letterati e musicisti.
La loro residenza era in via F. Massimo proprio dietro l’Orologio.
In occasione dello svaligiamento del quartiere il De Florio scrisse e musicò una
canzone, la quale veniva cantata da Natalino Sagnelli maddalonese (cantante e
suonatore di chitarra che aveva due manici per tastiera, sulla prima installate dodici
corde, sulla seconda sei corde, strumento molto raro in Italia a quei tempi).
Queste due persone dopo la guerra attuarono i primi trasporti cittadini per Napoli,
approntando una corriera che poi incrementarono con altre, formando una società di
trasporto con nome Selac.
Il Sig. Rescigno ricorda ancora un piccolo frammento di questo motivetto che mi ha
canticchiato.
Da questo sono riuscito a comporre le prime cinque battute della melodia originale.
Il Testo del canto è riportato integralmente nella pagina successiva.
M_stro Giulio
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