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c’erano molte armi che i Tedeschi avevano re<strong>qui</strong>sito sia ai m<strong>il</strong>itari che ai civ<strong>il</strong>i, subito<br />

dopo l’Armistizio, divulgando un proclama <strong>in</strong> cui si ord<strong>in</strong>ava alla popolazione di<br />

<strong>con</strong>segnare qualsiasi arma detenuta, pena la fuc<strong>il</strong>azione. Tutte quel<strong>le</strong> persone che<br />

avevano <strong>del</strong><strong>le</strong> armi non sapendo dove nas<strong>con</strong>der<strong>le</strong> <strong>le</strong> <strong>con</strong>segnarono. Una volta<br />

divulgata la notizia <strong>del</strong>l’Armistizio, i Tedeschi <strong>in</strong>iziarono subito dei rastrellamenti <strong>in</strong><br />

tutta la Città, pre<strong>le</strong>vando tutti gli uom<strong>in</strong>i ab<strong>il</strong>i, ragazzi dai 18 ai 20 anni, adulti,<br />

sequestrandoli e caricandoli su dei camion. In seguito abbiamo saputo che queste<br />

persone pre<strong>le</strong>vate <strong>con</strong> la vio<strong>le</strong>nza venivano portate <strong>in</strong> Germania come forza lavoro,<br />

perché tutti i giovani tedeschi erano <strong>in</strong> guerra e nel<strong>le</strong> loro fabbriche non c’era più forza<br />

lavoro. Per questo motivo parecchie persone si nas<strong>con</strong>devano sui tetti sig<strong>il</strong>lando <strong>le</strong><br />

entrate e quando si doveva portare loro da mangiare, si mandavano sempre <strong>del</strong><strong>le</strong> donne<br />

o dei bamb<strong>in</strong>i, per non dare nell’occhio, che porgevano <strong>il</strong> cibo attraverso <strong>le</strong> tego<strong>le</strong><br />

rimosse per l’occasione. Voglio rac<strong>con</strong>tare qualche altro aneddoto. Un giorno mentre<br />

giocavamo per strada, litigai <strong>con</strong> un mio compagno. Proprio <strong>in</strong> quel momento<br />

passarono dei Tedeschi che vedendoci litigare si fermarono, ci divisero e diedero a<br />

ciascuno di noi un ceffone, ammonendoci che quello che stavamo facendo non era<br />

cosa buona. Era abitud<strong>in</strong>e giornaliera di noi ragazzi andare sul Castello. Conf<strong>in</strong>ante<br />

<strong>con</strong> <strong>il</strong> castello c’era una casa <strong>con</strong> un giard<strong>in</strong>o che aveva una pianta carica di fichi. Noi<br />

ragazzi avevamo sempre fame, un pò per l’età un pò perché c’era poco da mangiare,<br />

dunque ogni occasione era buona per riempire la pancia. Quella pianta era per noi una<br />

meta appetitosa. Tre di noi scavalcammo <strong>il</strong> muro di c<strong>in</strong>ta <strong>del</strong> giard<strong>in</strong>o e salimmo sulla<br />

pianta per depredarla, <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciamo a fare strage di fichi. Ad un certo punto sentimmo<br />

gridare e dall’albero vedemmo venire verso di noi un uomo arrabbiatissimo, doveva<br />

essere <strong>il</strong> proprietario, che sbraitando m<strong>in</strong>acciava. Subito scendemmo come <strong>le</strong>pri<br />

dall’albero, scavalcammo <strong>il</strong> muro e <strong>in</strong>iziammo a correre su per la montagna. Il<br />

proprietario di questo giard<strong>in</strong>o non demordeva e anche lui molto ag<strong>il</strong>mente ci<br />

<strong>in</strong>seguiva. Ad un certo punto mentre correvamo su per la montagna, <strong>in</strong><strong>con</strong>trammo dei<br />

Tedeschi <strong>in</strong> mutande che prendevano <strong>il</strong> so<strong>le</strong> tranqu<strong>il</strong>lamente sdraiati sul<strong>le</strong> pietre. Si<br />

accorsero di noi e di quell’uomo che ci <strong>in</strong>seguiva. Subito vennero <strong>in</strong> nostro aiuto senza<br />

sentire <strong>le</strong> ragioni di quest’ultimo, redarguendolo e mandandolo via. Devo dire che<br />

prima <strong>del</strong>l’Armistizio erano molto comprensivi, ma dopo diventarono <strong>del</strong><strong>le</strong> belve,<br />

perché dicevano che erano stati traditi dal popolo italiano loro al<strong>le</strong>ato. Ricordo anche<br />

che <strong>in</strong> quei giorni si parlava di Tedeschi uccisi mentre ripiegavano da Cancello. Alla<br />

stazione ferroviaria sul<strong>le</strong> Carcare fu fermato un treno carico di serbatoi di olio e tutta la<br />

popolazione si recava <strong>in</strong> quel luogo per pre<strong>le</strong>vare l’olio <strong>con</strong> damigiane e <strong>con</strong> altri<br />

recipienti di fortuna. Io non ho potuto partecipare al prelievo perché non avevo<br />

recipienti. Noi ragazzi ci radunavamo <strong>in</strong> gruppi e andavamo dappertutto, senza avere<br />

paura di niente.<br />

Arrivarono gli Americani. I primi due Americani che ho <strong>in</strong><strong>con</strong>trato, erano vic<strong>in</strong>o al<br />

luogo dove adesso c’è l’ufficio tecnico, stavano seduti a terra <strong>con</strong> degli za<strong>in</strong>i,<br />

facevano parte di un avamposto di ricognizione. Poi <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciarono ad arrivare<br />

camion pieni di soldati e poi tutta la V˚ armata, la qua<strong>le</strong> occupò Maddaloni e prese<br />

possesso <strong>del</strong>l’attua<strong>le</strong> V<strong>il</strong>laggio dei ragazzi, <strong>il</strong> campo sportivo, <strong>il</strong> mercato, oggi piazza<br />

<strong>del</strong>la pace e tutti i giard<strong>in</strong>i <strong>in</strong>torno. Appena arrivati, gli Americani <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciarono a<br />

lanciarci caramel<strong>le</strong>, cioccolate e noi ragazzi facevamo a gara a chi ne prendeva di più.<br />

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