01.06.2013 Views

Se vuoi, puoi scaricare il file con le foto del testo in PDF cliccando qui.

Se vuoi, puoi scaricare il file con le foto del testo in PDF cliccando qui.

Se vuoi, puoi scaricare il file con le foto del testo in PDF cliccando qui.

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

chiusi la porta a doppia mandata e <strong>con</strong> <strong>il</strong> chiavistello, poi aspettai la reazione di questo<br />

soldato. Come sempre dopo alcuni m<strong>in</strong>uti scese per prendere al solito quello che stava<br />

<strong>in</strong> macch<strong>in</strong>a, ma non trovandolo, <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciò a guardarsi <strong>in</strong>torno e <strong>in</strong>iziò ad urlare,<br />

imprecare e bestemmiare nella sua l<strong>in</strong>gua. Dal buco <strong>del</strong>la serratura vedevo tutto e<br />

sentivo tutto, ma mai mi sarei azzardato ad uscire. Dopo un po’, tutto arrabbiato e<br />

sbavando andò via. Aprii <strong>le</strong> scato<strong>le</strong>, dentro c’erano: scato<strong>le</strong> di fagioli, pacchetti di<br />

sigarette, cioccolate e tanta altra roba. La sera successiva, ritornò, scese dalla jeep e<br />

fece per salire su, ma <strong>in</strong>vece di andare <strong>in</strong> quella casa come al solito, si fermò sul<strong>le</strong><br />

sca<strong>le</strong> <strong>in</strong> penombra per vedere se riusciva a prendere chi lo aveva depredato. Dopo<br />

molti m<strong>in</strong>uti di attesa non vedendo nessuno, salì <strong>le</strong> sca<strong>le</strong> ed entrò <strong>in</strong> quella casa.<br />

Eravamo nel periodo natalizio non ricordo, precisamente l’anno ma c’erano sia gli<br />

Americani che gli Ing<strong>le</strong>si. In via Amendola, dove adesso c’è la fa<strong>le</strong>gnameria, c’era una<br />

signora che vendeva i botti di Nata<strong>le</strong>, io andai di sera e ne comprai una scatola di<br />

quel<strong>le</strong> che noi chiamiamo “botte a muro”. Mentre r<strong>in</strong>casavo per andare a S. Croce, tra<br />

la Chiesa <strong>del</strong>la SS. Annunziata e <strong>il</strong> Corpo di Cristo, <strong>in</strong><strong>con</strong>trai due Americani i quali<br />

vedendomi solo di notte e <strong>con</strong> <strong>in</strong> mano una scatola mi fermarono e nella loro l<strong>in</strong>gua mi<br />

fecero capire che vo<strong>le</strong>vano sapere <strong>il</strong> <strong>con</strong>tenuto <strong>del</strong>la scatola. Spiegai loro a gesti che<br />

erano dei botti di Nata<strong>le</strong> per fare festa, ed essi vol<strong>le</strong>ro sapere come si faceva a farli<br />

scoppiare. Ne presero una e la lanciarono <strong>con</strong>tro <strong>il</strong> muro, ma questa non scoppiò, uno<br />

di esso mi diede un calcione nel didietro dicendomi che ero bugiardo, io ne presi una la<br />

posi a terra e schiacciandoci sopra <strong>il</strong> piede la feci scoppiare. Si calmarono e mi<br />

chiesero di accompagnarli dal<strong>le</strong> signor<strong>in</strong>e e dicevano “fik, fik signor<strong>in</strong>e”. Ricordo bene<br />

adesso che era la notte Santa di Nata<strong>le</strong>. Feci capire loro che dovevo andare alla S.<br />

Messa e non era possib<strong>il</strong>e quello che loro chiedevano. Ma loro mi costr<strong>in</strong>sero<br />

<strong>in</strong>timandomi che mi avrebbero preso a calci e schiaffoni se non li avessi accompagnati.<br />

Arrivati al largo S. Croce <strong>in</strong><strong>con</strong>trammo due soldati <strong>in</strong>g<strong>le</strong>si, uno bianco e l’altro di<br />

colore che aveva tra la mano e la giacca un grosso pugna<strong>le</strong>. Iniziarono a parlare fra di<br />

loro e quasi stavano venendo al<strong>le</strong> mani, subito ne approfittai e corsi via verso la Chiesa<br />

dei Cappucc<strong>in</strong>i. Riuscii ad entrare <strong>in</strong> Chiesa, ma dopo alcuni attimi mi sentii sol<strong>le</strong>vare<br />

da terra come un moscer<strong>in</strong>o, era <strong>il</strong> soldato di colore che mi disse di portarlo dal<strong>le</strong><br />

signor<strong>in</strong>e. Dovetti accompagnarli dove c’era <strong>il</strong> cas<strong>in</strong>o; appena giunti si misero a<br />

bussare <strong>con</strong> <strong>del</strong><strong>le</strong> pietre vic<strong>in</strong>o al portone e a chiamare <strong>le</strong> signor<strong>in</strong>e. Scappai di nuovo,<br />

andai a casa, mi chiusi dentro e non andai neanche più a Messa. Scusami ma mentre<br />

rac<strong>con</strong>to mi vengono alla mente molte cose. Un giorno mia madre era <strong>in</strong>tenta al<strong>le</strong><br />

faccende di domestiche e per fare arieggiare casa, teneva tutte <strong>le</strong> porte e f<strong>in</strong>estre aperte.<br />

Dalla casa aperta si vedeva <strong>il</strong> <strong>le</strong>tto bello, grande tutto rifatto. Si trovò a passare di li un<br />

soldato di colore grande e grosso. Vedendo questo <strong>le</strong>tto, senza pensarci su due volte vi<br />

si sdraiò sopra addormentandosi come un ghiro. Quando mamma se ne accorse<br />

<strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciò ad urlare <strong>con</strong> tutta la voce che aveva <strong>in</strong> corpo. Accorsi io <strong>con</strong> altre persone<br />

e cercammo di tirarlo giù dal <strong>le</strong>tto ma ciò non fu possib<strong>il</strong>e. Allora corsi<br />

all’accampamento americano che era sito al campo sportivo e chiesi aiuto ad un<br />

Americano <strong>con</strong> cui avevo stretto amicizia <strong>il</strong> qua<strong>le</strong> si chiamava Russell. Questi subito<br />

mi venne <strong>in</strong> aiuto e arrivati a casa mia prese per <strong>il</strong> bavero questo soldato di colore e a<br />

calci lo buttò fuori. Russell era alto quasi due metri e pesava più di cento ch<strong>il</strong>i. Il<br />

campo sportivo era adibito dagli Americani a campo di smistamento <strong>del</strong> materia<strong>le</strong>.<br />

31

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!