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OIKOS
AUTOPOIETICO
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Senza volume, si perde il senso, il significato
dell'esistenza,
si perde l'intuito, la sincronicità, lo stato Sigmasofia
consapevole.
Ma, quando nella nostra azione quotidiana, di vita,
cambiamo il ritmo alla routine, ai ristagni, la eleviamo e la
penetriamo, ossia, in definitiva, quando diamo profondità,
estensione, qualche cosa sembra muoversi.
Quella scossa emotiva ci parla dell’autopoiesi in atto.
Quando scatta la comprensione di quell'azione, appare
la spinta verso la luce autopoietica, l’insight intuitivo e
sincronico: nell’Oikos autopoietico, ciò è rappresentato, dalla
facciata verticale circolare, ossia dal piano da cui è possibile
l’ingresso, verso il volume, le estensioni non locali.
Quella facciata, la sua morfologia diviene la scossa
emotiva, la spinta verso la conoscenza e, ovviamente, le porte
dell’Oikos autopoietico diventano significative e ci indicano,
formalmente, l'ingresso che conduce al movimento interiore
che si vuole esplorare, conoscere, attraversare.
Molti esseri viventi sono collegati al nord magnetico, lo
sentono e lo usano come riferimento, oltre che come
possibilità di utilizzo per una fonte di autopoiesi.
Molti strumenti possono misurare tale intensità
autopoietica (come la bussola), e noi, con le nostre azioni,
siamo coinvolti autopoieticamente in questo campo di forze
significativo, anche per quanto riguarda i suoi aspetti più
sottili. Specifico: il termine polo indica il nord e il sud della
terra, verso cui si orientano le estremità opposte dell’ago della
bussola. In corrispondenza dei poli, il campo magnetico
assume la direzione verticale. A causa del fatto che, con il
trascorrere del tempo, entrambi si spostano (migrazioni dei
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