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Barbara Toma,<br />
coreografa<br />
e ballerina<br />
HO CAPITO QUANTO SONO VIZIATA<br />
iamo atterrate a Yaundè. La<br />
“Scapitale del Camerun ha un<br />
aeroporto piccolo; sembra quello di<br />
Brindisi prima della ristrutturazione.<br />
Non si vede un solo bianco in giro<br />
(d’altronde non ne abbiamo visti<br />
molti in tutto il soggiorno). In alcuni<br />
villaggi eravamo le uniche; ci chiamavano<br />
‘le blanche’. Faceva caldissimo.<br />
E sopratutto: non c’era nessuno<br />
ad aspettarci. La mia conoscenza<br />
dell’Africa è iniziata cosi:<br />
con l’attesa.<br />
Clementine, l’organizzatrice del<br />
Fipa, ci è venuta a prendere con tre<br />
ore e mezzo di ritardo. <strong>Il</strong> tempo in<br />
Camerun è dilatato; non abbiamo<br />
mai fatto nulla all’orario previsto.<br />
Tante le immagini indimenticabili.<br />
Le moto anni ‘80, i colori, le<br />
baracche per strada, la confusione.<br />
Tavoli e sedie di plastica, tovaglie<br />
di plastica, le stazioni di pullman<br />
che sembrano un mercato.Gente<br />
che urla, gente che ti insegue,<br />
gente che ti offre cibo. Si fa il<br />
biglietto e si aspetta che il pullman<br />
si riempia (concetto molto diverso<br />
dal nostro: non si fanno entrare<br />
Kruda. Barbara Toma durante lo spettacolo<br />
//DOCUMENTARIO DONNA<br />
Donne viste così da vicino da mostrarsi<br />
nella loro parte interiore. Indagate, analizzate,<br />
sentite tanto a fondo da sembrare deformate<br />
dall’occhio della telecamera. Barbara Toma è al<br />
lavoro ad un progetto che la vedrà impegnata<br />
fino a maggio 2010. L’idea è quella di rappresentare<br />
la donna contemporanea in chiave<br />
documentaristica.<br />
Nella speranza di ottenere una fotografia<br />
della condizione femminile odierna, Barbara ha<br />
deciso di dedicare il suo lavoro all’incontro con<br />
tante donne diverse e creare per ognuna di loro<br />
un piccolo solo, un ritratto.<br />
Sarà la somma di tutti i ritratti nati da questi<br />
incontri la nuova produzione della compa-<br />
tante persone quanti sono i posti;<br />
si fanno entrare tante persone<br />
quante ne entrano!).<br />
<strong>Il</strong> rito della danza degli scimpanzé.<br />
La cena a casa del ministro.<br />
Tutte quelle facce nuove. I viaggi in<br />
mototaxi in due o tre con valigie<br />
appresso (dopo ho scoperto quanto<br />
fosse pericoloso: il Camerun è stato<br />
colonia sia inglese sia francese; il<br />
risultato è che guidano sia a destra<br />
sia a sinistra!).<br />
Gli enormi pesci arrosto contornati<br />
da aipim e banane; mangiare<br />
tutti insieme dai vassoi, con le<br />
mani; ho capito quanto sono viziata:<br />
in Camerun non conoscono lo<br />
spreco; tutto quello che si ordina si<br />
finisce e tutto ciò che viene offerto<br />
si deve accettare. Non esistono le<br />
piccole porzioni.<br />
Due settimane senza acqua:<br />
solo un secchio a testa al giorno,<br />
pieno di moscerini morti, per doccia,<br />
shampoo e lavaggio vestiti.<br />
Senza specchi. Senza elettricità.<br />
Senza wc. Senza poter scegliere<br />
che cosa mangiare. Difficile ma bellissimo.<br />
Lo rifarei subito”.<br />
//SONO KRUDA<br />
Barbara Toma ha debuttato sulle scene italiane<br />
nel 2001 al Crt Teatro dell’arte di Milano con<br />
lo spettacolo “Kruda”, un assolo di denuncia<br />
della violenza sulle donne. Nel racconto, strettamente<br />
autobiografico, la voce di una donna si<br />
trasforma nella voce di tutte le donne. Lo spettacolo<br />
è accompagnato da stand informativi di<br />
organizzazioni che si battono per i diritti delle<br />
donne e che aiutano le vittime di violenze. Lo<br />
spettacolo è andato in scena in 13 città diverse<br />
e si è poi trasformato in una performance di 20<br />
minuti che viene ancora proposta in giro per i<br />
teatri. Sempre con successo.<br />
gnia “robabramata”, che si avvarrà della collaborazione<br />
della regista-attrice Milena Costanzo.<br />
La stessa Costanzo ha definito il fine dell’operazione:<br />
“formare un gruppo enorme – ha detto -<br />
una rete in comunicazione di voci. Voci che formano<br />
un coro. Un coro dal quale emerga la verità,<br />
così com’è, senza giudicare, senza elevare o<br />
abbassare, così come stanno le cose”.<br />
L’indagine guarda le donne da vicino; le<br />
avvicina al punto da sfuocare il corpo, da entrarci<br />
dentro e deformarlo. E’ a quel punto che il<br />
ritratto diventa un insieme di immagini surreali,<br />
di colori e suoni.<br />
Gli studi per ritratti hanno le coreografie di<br />
Barbara Toma; in scena Valentina Sordo; produzione<br />
“robabramata” con il sostegno di PiM spazio<br />
scenico Milano.<br />
il <strong>tacco</strong> d’Italia 19 Marzo 2009<br />
Locale tipico. A pranzo con i colleghi registi<br />
Una cantante<br />
Le prove. Un allenamento arrangiato<br />
Si fa quel che si può. Barbara si prepara per lo<br />
spettacolo nel “camerino”<br />
“Affollati” viaggi in pullman<br />
Mototaxi in due. Piuttosto rischioso<br />
Affetto vero. Barbara e la big maman<br />
Valentina ed una sua giovane amica