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Rifiuti SpA - Il tacco d'Italia

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Vincenzo Barba,<br />

deputato PdL, Gallipoli<br />

Premesso che nascere donna sarebbe un'esperienza dello spirito assai complessa, dal momento che nessun<br />

essere sulla terra è complesso quanto le donne, devo anche aggiungere che mi risulta davvero difficile pensare<br />

alle fattezze che dovrei assumere se rinascessi sotto sembianze femminee. Ma poiché mi piace questo gioco propostomi<br />

da "<strong>Il</strong> Tacco <strong>d'Italia</strong>", dirò subito che se dovessi rinascere donna per interpretare un importantissimo<br />

ruolo sociale e politico, mi piacerebbe rinascere con la grande forza morale di Margaret<br />

Thatcher, una donna che ho ammirato molto per la sua grande competenza che l'ha portata<br />

a trasformare l'Inghilterra in un vero Stato liberale, eliminando con riforme di stampo<br />

liberista sacche di inefficienza e cumuli di privilegi che rallentavano e ingolfavano il<br />

Paese anglosassone. Ma giacché il vostro giornale mi dà la possibilità di giocare a questo<br />

gioco divertente dirò da subito che, senza ombra di dubbio, mi piacerebbe rinascere<br />

con il fascino e la grande capacità di coinvolgimento che aveva, ed ha tuttora<br />

una donna che avrei voluto tanto conoscere ed avere: Edwige Fenech. Una<br />

donna dallo sguardo magnetico che dava senso a tutte le cose sulle quali si<br />

posava. Quale uomo dotato di senno non avrebbe voluto intrattenersi con lei?<br />

Dico: povero colui che non ha mai pensato di fermarsi con lei a bere un buon<br />

caffè e a parlare di tutto, vedendo ciò che vedeva dinanzi a sé e sperando di<br />

vedere ciò che non si vedeva.<br />

Vincenzo Barba:<br />

“Mi piacerebbe rinascere<br />

con la grande forza morale<br />

di Margaret Thatcher. Ma,<br />

giacché mi date la possibilità<br />

di giocare, propongo anche<br />

un secondo nome:<br />

Edwige Fenech”<br />

Francesco D’Agata,<br />

responsabile provinciale Italia dei valori, Lecce<br />

Hannah Arendt<br />

Cosimo Scarcella,<br />

docente Storia e Filosofia, Melissano<br />

Nonostante mi sembri una domanda metafisica,<br />

quasi extravagante, provo a rispondere.<br />

Sarei felice di nascere Hannah Arendt, filosofa e<br />

storica tedesca, per la sua razionalità “femminile”:<br />

lucida e travagliata, vera anche se contraddittoria,<br />

soprattutto perché totalmente umana. Ha<br />

vissuto una vita completa, unificando in mirabile<br />

fusione la poliedricità delle esperienze umane.<br />

Tuttavia, non mi è facile pensarmi donna.<br />

Sono tante le grandi donne del passato e del presente<br />

che mi vengono in mente, ma poiché viviamo<br />

in tempi in cui c’è bisogno di speranza per un futuro<br />

senz’altro migliore, mi balza alla mente Michelle<br />

LaVaughn Obama, moglie del neopresidente<br />

degli Usa, prima first lady afroamericana, e<br />

non perché è “bella, simpatica, abbronzata”,<br />

come “qualcuno”<br />

da Arcore, sarcasticamenteironizzava,<br />

riferendosi<br />

alle doti del marito.<br />

Nel nuovo<br />

ruolo da first lady,<br />

dovrà affiancare quotidianamente l’uomo più<br />

potente del mondo in scelte difficili ed affrontare,<br />

quasi in prima persona, le nuove sfide<br />

che riguarderanno il mondo intero, affinché<br />

possano essere mantenute le promesse di un<br />

cambiamento per una politica di pace, sviluppo<br />

ecosostenibile e libera dagli schemi precostituiti<br />

della storia recente.<br />

Michelle LaVaughn Obama<br />

Pasquale Gaetani,<br />

consigliere provinciale An,<br />

presidente Fondazione<br />

Notte di San Rocco,<br />

Ruffano<br />

Ho appena finito di leggere<br />

la trilogia<br />

“Millennium” di Stieg<br />

Larsson e, senza<br />

ombra di dubbio,<br />

se nascessi donna<br />

mi piacerebbe<br />

rinascere con le<br />

fattezze di<br />

Liesbeth<br />

Salander, l’eroina<br />

di quei tre<br />

bellissimi gialli<br />

che affascinano<br />

e coinvolgono il<br />

lettore dalla prima all’ultima pagina.<br />

Coraggio, indipendenza, eccezionale spirito di osservazione della<br />

realtà, spiccatissimo senso della giustizia, vitalità, difesa dei più<br />

deboli e degli indifesi, una femminilità forte ma mai ostentata: sono<br />

queste le doti che mi hanno affascinato e conquistato al punto di<br />

scegliere Liesbeth come personaggio femminile che in una futura<br />

ipotetica esistenza potrei essere.<br />

La cosa strana è che trattandosi di un personaggio della letteratura<br />

e non della storia non esiste un’immagine fotografica o pittorica<br />

che lo possa identificare. Eppure, grazie al fascino che questo personaggio<br />

ha esercitato sulle mie letture e alla sapiente penna dello<br />

scrittore, sono riuscito a costruirmi un disegno tutto mio, un quadro,<br />

una fotografia che rende questa donna un’immagine in grado di saltare<br />

visivamente da una pagina all’altra. Anzi, vi dirò di più, su<br />

Facebook mi sono iscritto al gruppo “Fan di Liesbeth Salander”.<br />

Dario Fai,<br />

dermatologo, Parabita<br />

Margaret Thatcher<br />

Edwige Fenech<br />

Ho sempre sognato di avere la<br />

stessa cultura scientifica e sperimentale<br />

di Marie Curie, la madre<br />

della radioattività, che rivoluzionò<br />

le scoperte fisiche e scientifiche<br />

con i suoi lavori sul radio,<br />

che integrò con le scoperte del<br />

marito Pierre Curie sulla piezoelettricità<br />

per misurare la radiazione<br />

dell’uranio. Passare alla<br />

storia con la nomea di scienziata<br />

significherebbe eternarsi nei<br />

secoli sui libri di fisica, chimica e storia. <strong>Il</strong> suo merito fu<br />

riuscire a conciliare il suo impegno scientifico con il suo<br />

ruolo di madre: fece crescere due figlie una delle quali<br />

vinse anche il premio Nobel per la chimica.

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