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Stoccaggio fantasma // Omicidio Basile // Esclusivo<br />
Edificio pericolante. <strong>Il</strong> centro di stoccaggio chiuso dal Comune perché in stato di abbandono<br />
Abbiamo continuato ad indagare per cercare<br />
di capire che cosa abbia comportato,<br />
per Ugento e per l’intero Salento, la<br />
non attivazione di un Centro di raccolta per lo<br />
stoccaggio di rifiuti provenienti da raccolta<br />
differenziata. La nostra indagine non è finita.<br />
Vi presentiamo intanto i primi risultati: i conteggi,<br />
carte alla mano, come sempre, di<br />
quanto il Comune avrebbe guadagnato grazie<br />
alla vendita di servizi ad altri Comuni e ai privati<br />
e grazie alla vendite delle materie prime<br />
raccolte: carta, plastica, metalli, vetro. I calcoli<br />
sono contenuti all’interno del progetto,<br />
redatto dai tecnici comunali. Per il progetto il<br />
Comune chiese una consulenza gratuita alla<br />
stessa Monteco, dirimpettaia del Centro di<br />
stoccaggio. I calcoli del piano economico<br />
sono prudenziali, perché all’epoca, era il<br />
1998, si stimò una raccolta differenziata del<br />
20% (a Ugento in realtà ancora oggi è del<br />
10%). Diamo subito le cifre: il Comune avrebbe<br />
guadagnato mezzo miliardo di lire l’anno,<br />
quasi tre miliardi dal 2002 ad oggi. Come<br />
detto, i calcoli sono prudenziali. Si sarebbero<br />
potuti triplicare.<br />
Va da sé che la non attivazione del Centro<br />
di stoccaggio abbia comportato un aumento<br />
dei rifiuti conferiti nella discarica di Burgesi.<br />
Quindi, sicuramente ci ha guadagnato la<br />
Monteco: negli anni la discarica è aumentata<br />
in estensione e volumetria: ha raccolto il<br />
doppio dei rifiuti che era programmata ad<br />
accogliere. Lo stato di emergenza-rifiuti ha<br />
creato, come abbiamo spiegato, un corto circuito<br />
in base al quale gli unici a guadagnarci<br />
sono i gestori delle discariche e tutti i privati<br />
che vi ruotano attorno erogando servizi di<br />
vario tipo (dalla raccolta rifiuti urbani alla<br />
raccolta dei rifiuti gettati ai margini delle<br />
strade). L’unico a perderci è lo Stato che<br />
finanzia la sopraelevazione delle discariche<br />
per accogliere più rifiuti, che finanzia le bonifiche<br />
di discariche contaminate dai privati.<br />
Anche nel caso di Burgesi e di Ugento è così:<br />
non ci ha guadagnato il Comune, non ci<br />
hanno guadagnato i cittadini. Perché?<br />
// BURGESI? MA QUALE DISCARI-<br />
CA, È UN “QUADRO NATURALE”.<br />
LO DICE LA LEGGE<br />
Studiando il progetto, poi, abbiamo scoperto<br />
che sia Burgesi, sia il Centro di stoccaggio,<br />
sono nati in una zona sottoposta a ben<br />
due vincoli: uno (minore) è un vincolo legato<br />
al “ripopolamento faunistico” (la legge regionale<br />
10/84) per l’esercizio della caccia.<br />
L’altro è il vincolo paesaggistico ai sensi della<br />
legge 1497 del 1939. Non è una legge qualunque<br />
ma “la” legge, la prima e più importante<br />
in tema di vincoli ambientali, quella<br />
che tutela le “opere d’arte della natura”. Vale<br />
la pena riportare il primo articolo:<br />
Art. 1 legge 1497 del 1939<br />
Sono soggette alla presente legge a<br />
causa del loro notevole interesse pubblico:<br />
1) le cose immobili che hanno cospicui<br />
caratteri di bellezza naturale o di singolarità<br />
geologica;<br />
2) le ville, i giardini e i parchi che, non<br />
contemplati dalle leggi per la tutela delle<br />
cose d’interesse artistico o storico, si distinguono<br />
per la loro non comune bellezza;<br />
3) i complessi di cose immobili che compongono<br />
un caratteristico aspetto avente<br />
valore estetico e tradizionale;<br />
4) le bellezze panoramiche considerate<br />
IL CENTRO DI STOCCAGGIO<br />
DI UGENTO, MAI ATTIVATO, È NATO<br />
IN UNA ZONA SOTTOPOSTA<br />
AL PRIMO E PIÙ ANTICO<br />
DEI VINCOLI PAESAGGISTICI,<br />
QUELLO CHE TUTELA LE OPERE<br />
D’ARTE DELLA NATURA.<br />
OLTRE IL DANNO LA BEFFA:<br />
SEI MILIARDI DI SOLDI PUBBLICI<br />
PER REALIZZARE UN IMPIANTO<br />
CHE È SERVITO SOLO<br />
AD AUMENTARE LO SCEMPIO<br />
AMBIENTALE DI BURGESI<br />
la cappa cHe soffoca il salento<br />
come quadri naturali e così pure quei punti di<br />
vista o di belvedere, accessibili al pubblico,<br />
dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze.<br />
Leggere il testo di questa legge fa male al<br />
cuore. Si rimane attoniti. Sono sottoposti al<br />
vincolo di questa legge le bellezze naturali<br />
come Capri e la costiera amalfitana, per dirne<br />
una. Soprattutto rimane di sasso chi si è<br />
recato in quei luoghi e sa essere tra i più belli<br />
del Salento, con fenomeni di carsismo, di<br />
rocce affioranti, di declivi di serre, di varietà<br />
di flora, unici. Fenomeni di rara bellezza,<br />
“quadri naturali”, appunto, descritti anche<br />
nello studio di impatto ambientale allegato<br />
al progetto del Centro di stoccaggio.<br />
Come abbiamo scritto nello scorso numero,<br />
i terreni dove nacque Burgesi, l’unica discarica<br />
in Italia nata abusivamente e poi<br />
“sanata” previo pagamento di una tassa,<br />
furono acquisiti in blocco e proprio lì, guarda<br />
caso, la Regione trovò esservi il posto ideale<br />
per farvi nascere una discarica. Proprio lì, nel<br />
bel mezzo di un “quadro naturale”. Più scaviamo<br />
“nell’affare rifiuti” e più troviamo una<br />
fitta ragnatela che mette d’accordo interessi<br />
privati e mala gestione o scarso controllo<br />
pubblico. Più tracciamo il profilo di un “sistema”,<br />
di una cappa sotto la quale casualmente<br />
tutto va nel posto in cui è stabilito che<br />
vada (anche la discarica, che deve nascere<br />
nella zona sottoposta a vincolo paesaggistico,<br />
nasce). Di “sistema”, parlava Peppino.<br />
Che la notte prima di morire non potè fare a<br />
meno di fare un sopralluogo presso quel centro<br />
di stoccaggio mai nato.<br />
M.L.M.