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Rifiuti SpA - Il tacco d'Italia

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VISTI DA VICINO<br />

// Sul comodino e nella borsa di... //Adriana Poli Bortone<br />

Adriana Poli Bortone<br />

“<br />

Ore 1.00 circa. Finalmente approdo nella mia camera da<br />

letto. Accendo quasi contemporaneamente la vecchia abatjour<br />

e (l’altrettanto vecchia) televisione, per cercare di orientarmi<br />

nella camera - disseminata di pile di libri e carte - e per carpire<br />

qualche notizia utile, residuo della giornata appena passata, o<br />

anticipazione di quella futura. “Fratelli d’Italia”, di Ferruccio<br />

Pinotti, attende indisturbato sul comodino. Rimarrà indisturbato,<br />

almeno per stasera: “Storie interotte - <strong>Il</strong> SUD che ha fatto ‘Italia”<br />

(di Barca- D’Antone - Quaglia) ha priorità assoluta. Poche pagine, e<br />

la stanchezza ha la meglio: anche oggi, i miei buoni 400 km li ho<br />

percorsi, in lungo e largo per la Puglia.<br />

Un bicchiere d’acqua (usando il bellissimo bicchiere di carta<br />

che mia nipote Fanny ha decorato per me, con scritte e disegni di<br />

suo pugno), e le immancabili medicine per l’orecchio: compagne<br />

di una vita. Intanto di fronte a me scorrono le immagini di una tv<br />

“tradizionale”: niente satellite, niente digitale, niente dvd; solo la<br />

cara vecchia Rai (Tg1, Tg Parlamento, Fuori Orario), o Canale 5 (se<br />

non è infestato dal “Grande Fratello”), o qualche rete locale –<br />

anche se spesso si vedono male, e a volte sono mal viste. Volume<br />

al limite (e d’altronde, con l’ovatta nelle orecchie, non si sente un<br />

gran che), per la gioia della famiglia. Mi addormento così, esausta,<br />

tentando con le ultime forze di programmare la giornata che sta<br />

per cominciare. Sono le 2 passate. <strong>Il</strong> mio fisico chiede venia.<br />

Ore 6.40. Suona la sveglia, una vecchia sveglietta di plastica<br />

rossa dal suono implacabile. Con addosso ancora il pigiama, “rinforzato”<br />

da una vecchia e calda giacca da camera, spengo la tv<br />

(rimasta inesorabilmente accesa e a tutto volume per le quattro<br />

ore del mio riposo), mi armo di carte e giornali del giorno prima,<br />

recuperate in giro per la stanza, e scendo al piano inferiore. Qui la<br />

temperatura è più confortante. Carico il tavolino di carte e mi<br />

metto subito al lavoro, tentando di recuperare le letture passate<br />

indenni dal giorno precedente. <strong>Il</strong> tempo per un caffè, adesso, non<br />

c’è. Ci pensiamo più tardi. Leggo, penso, scrivo. E il tempo passa in<br />

fretta. Alle 8 arriva il caffè, portato dalla buona Lyuba, il cui sguardo<br />

mi ricorda che è ora di prepararsi per uscire. Ritorno in camera,<br />

depositando nuovamente carte e cartelline. Uno sguardo fugace al<br />

comodino. Devo ricordarmi di cambiare le pile alla lampadina<br />

tascabile. Recupero le medicine per l’orecchio, che metto subito in<br />

borsa: senza, potrei impazzire. Nella borsa ho anche: telefonino e<br />

caricabatterie, varie agendine telefoniche, varie agende, una<br />

penna, l’ombrello, un mini porta-trucchi, il portafogli, una spilletta<br />

“Io amo Sud”, le medicine per l’otite e le pastiglie per la gola. Non<br />

ho invece le chiavi di casa, che preferisco tenere nel cappotto.<br />

manca il tempo.<br />

ma non le medicine<br />

per l’otite<br />

di ADRIANA POLI BORTONE<br />

“<br />

il comodino di adriana Poli Bortone. ordinato ed essenziale. sopra c’è:<br />

una vecchia abat jour, una pila di libri (in evidenza: “fratelli d’italia” e<br />

“Quanto conta la massoneria?”, di ferruccio Pinotti), una piccola collezione<br />

di libricini antichi, una sveglietta in plastica rossa, una lampadina<br />

tascabile, una bottiglia di acqua naturale, con annesso bicchiere di plastica<br />

(personalizzato dalla nipotina), un “manuale della felicità”, le medicine<br />

per l’orecchio.<br />

la borsa (griffata fendi) di adriana Poli Bortone. Contiene: telefonino e<br />

caricabatterie, numerose agende e agendine telefoniche, portafogli e<br />

porta-trucchi, ombrello, una spilletta con su scritto “io amo sud”, due<br />

scatole di medicinali (quelli immancabili per l’otite e le pastiglie Benagol<br />

per la gola).

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