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Rifiuti SpA - Il tacco d'Italia

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<strong>Rifiuti</strong> S.p.A. // <strong>Il</strong> sistema dell’emergenza // Monopoli privati<br />

La storia della discarica di Cavallino è<br />

speculare rispetto a quella di Burgesi.<br />

Esemplari di un sistema perverso che,<br />

come abbiamo denunciato lo scorso numero,<br />

in Puglia, in Salento, come in Campania,<br />

giustifica con l’emergenza una gestione<br />

anarchica del ciclo dei rifiuti, in deroga a<br />

qualunque legge comunitaria, nazionale,<br />

ambientale.<br />

Ne è la prova, a Ugento, l’esistenza di<br />

una bomba ecologica come Burgesi, nata “in<br />

sanatoria” in una zona sottoposta a vincolo<br />

paesaggistico e definita dalla legge “quadro<br />

naturale” di rara bellezza. Ne sono la prova<br />

le sue varie sopraelevazioni nonostante fosse<br />

dichiarate più volte esaurita.<br />

Ne è la prova, a Cavallino, il rilascio di<br />

una valutazione di impatto ambientale da<br />

parte della Regione che tuttavia certificava<br />

la non corretta gestione della discarica.<br />

Due discariche che dovevano nascere e<br />

rimanere pubbliche, ma che nascono private<br />

e acquisiscono titolarità pubblica con<br />

tutto ciò che ne consegue. Ossia: i guadagni<br />

sono tutti dei privati, i costi di bonifica<br />

sono tutti del pubblico. Un sistema che<br />

lungi dal trovare una soluzione ambientale<br />

ed economica vantaggiosa per i cittadini,<br />

ad oggi non sta facendo altro che far passare<br />

un monopolio da un gruppo di imprenditori<br />

locali al gruppo Marcegaglia, che ha<br />

vinto tutti i bandi che trasformeranno le<br />

cave, almeno nelle intenzioni, da contenitori<br />

di monnezza a impianti all’avanguardia e<br />

la monnezza in oro. Oro che appesentirà le<br />

loro tasche quando dalla monnezza si otterrà<br />

energia. E ai cittadini, ancora una volta,<br />

toccherà contare i cocci.<br />

M.L.M.<br />

Nel 1998 Mentre il Salento rimane<br />

fermo all’era primitiva del prendo il<br />

sacchetto e lo butto in una delle tante<br />

cave dismesse, Gorgoni, messo alle strette<br />

dalla Regione, emana il bando per la realizzazione<br />

di un sistema di smaltimento con<br />

prerogative moderne, che preveda la separazione<br />

del secco/umido e trattamento dell’umido.<br />

Ad aggiudicarsi il bando è la triade di<br />

imprenditori privati: Montinaro, Palumbo e<br />

Calò che creano la società “Monticava” che<br />

poi cambierà nome in “Ambiente e<br />

Sviluppo”.<br />

Negli anni le balle non smaltite tornano ad essere mucchi informi di rifiuti che appestano l’ambiente<br />

CAVALLINO E LE S<br />

STORIA DELLA DISCARICA DAL 1998 AL 2009. SULLA CARTA<br />

VA TUTTO BENE E IL COMUNE “NON CACCIA UNA LIRA”. MA LE BALLE<br />

DI RIFIUTI SI ACCUMULANO E ATTORNO ALLA CITTÀ FORMANO<br />

COLLINETTE ALTE DIECI METRI. IL RACCONTO DI COME TRASFORMARE<br />

UN’IDEA VINCENTE IN UN VUOTO A PERDERE. COSI’ I CITTADINI<br />

PAGANO PER INTERO UN SERVIZIO CHE NON C’E’ E IL PRIVATO<br />

CI GUADAGNA. SEMPRE<br />

“Proposi alle imprese la realizzazione a<br />

loro spese della discarica, e il costo più il<br />

guadagno che lo ricavassero dalla gestione<br />

per una durata di dieci anni. Noi non abbiamo<br />

cacciato una lira per la discarica”, racconta<br />

il vicesindaco, “l’umido viene separato<br />

dal secco, che va imballato, avviato alla biostabilizzazione,<br />

da lì la produzione di balle di<br />

cdr. Anche se nel 1998 non si sapeva ancora<br />

cosa sarebbe successo, se avrebbero deciso<br />

per i termovalorizzatori o i termodistruttori o<br />

per la produzione di cdr”.<br />

E fin qui, almeno sulla carta, va tutto<br />

il <strong>tacco</strong> d’Italia 16 Marzo 2009<br />

bene: niente più discarica tal quale, in sincronia<br />

perfetta con il decreto Ronchi del<br />

1997 ma anche in forte anticipo rispetto alle<br />

previsioni del Piano Regionale dei <strong>Rifiuti</strong><br />

redatto nel 2001 come prima stesura da<br />

Raffaele Fitto, quale Commissario straordinario<br />

all’emergenza. La lungimiranza di Gorgoni<br />

a guardarla con il senno del poi sembra quasi<br />

magia: nel Piano di Fitto a Cavallino è prevista<br />

una discarica di soccorso, un impianto di<br />

biostabilizzazione e l’impianto di produzione<br />

di cdr, in una parola tutto ciò che era stato<br />

già deciso con piglio autoritario da Gorgoni a

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