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Rifiuti SpA - Il tacco d'Italia

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SIA LA PROVINCIA SIA LA REGIONE ACCERTANO LA NON<br />

CORRETTEZZA DELLA GESTIONE, MA LA REGIONE RILASCIA<br />

UGUALMENTE IL VIA PER LA DISCARICA DI SOCCORSO BEN<br />

SAPENDO CHE SI TRATTERÀ DI UNA DISCARICA TAL QUALE<br />

coli. Nel frattempo la Regione ha dato il via<br />

alla realizzazione degli impianti. Adesso c’è il<br />

problema della rimozione di tutte quelle balle<br />

di secco che noi in tutti questi anni abbiamo<br />

dovuto accumulare intorno alla discarica e<br />

che rappresentano le colline che si vedono<br />

all’orizzonte. A me competeva solo la discarica,<br />

i successivi passaggi di trattamento, biostabilizzazione<br />

e produzione cdr, non competevano<br />

a noi, li doveva fare la Regione, che<br />

ha ritardato”.<br />

I miracoli, però, costano. La prima<br />

sopraelevazione della discarica di Cavallino<br />

costa circa 1 milione e duecentomila euro, a<br />

carico della Regione, mentre i cittadini dei 27<br />

comuni continuano a pagare la stessa tariffa<br />

di sempre.<br />

Tornando alla storia, nel 2005 Gorgoni è<br />

talmente arrabbiato con la Regione, per via<br />

delle lentezze amministrative, che con nota<br />

datata 24 agosto trasmette una missiva finalizzata<br />

“... ad avvertire che il comune di<br />

Cavallino sta esaminando la possibilità di<br />

procedere, utilizzando ogni mezzo che la<br />

legge gli consente, alla chiusura dell’impianto<br />

in quanto la discarica non è più idonea a<br />

ricevere i rifiuti, meno che mai rifiuti “tal<br />

quale”, perché produttivi di emissioni nauseabonde<br />

che rendono inaccettabile la vivibilità<br />

dei paesi circostanti”.<br />

L’onorevole Gorgoni minaccia guerra:<br />

chiuderà la “sua” discarica che riceve i rifiuti<br />

di 27 Comuni, incluso il Comune capoluogo,<br />

se la Regione non pone subito rimedio,<br />

ammettendo di fatto che la “sua” discarica è<br />

mal gestita e provoca seri problemi. La<br />

Regione prontamente risponde e stanzia<br />

soldi pubblici per la discarica di soccorso,<br />

per l’impianto di biostabilizzazione (quella<br />

vera) e l’impianto di produzione di cdr, con<br />

un ritardo che Gorgoni ancora denuncia: “Le<br />

collinette che hanno cambiato il panorama di<br />

Cavallino sono il risultato dell’inefficienza<br />

regionale. A me il finanziamento per la discarica<br />

di servizio soccorso me lo ha fatto<br />

Vendola nel 2006 e che sarà pronta solo in<br />

questi giorni, il 9 marzo per l’esattezza”.<br />

In tutto questo scarica barile di colpe, chi<br />

ci guadagna? Certamente la società<br />

“Ambiente e Sviluppo” che si aggiudica,<br />

senza bando, la gestione della discarica di<br />

servizio soccorso, realizzata con fondi pubblici,<br />

che verrebbe in aiuto al suo sistema di<br />

smaltimento che non ha seguito modalità<br />

corrette. Non ci guadagnano i cittadini che<br />

hanno pagato una tariffa che non ha mai<br />

garantito un corretto servizio, ma che ha prodotto<br />

danni ambientali accertati almeno per<br />

quel che riguarda la puzza che li ha appestati<br />

per anni. Non ci guadagna lo Stato che si<br />

trova a pagare due, tre volte per un servizio<br />

che non è stato mai garantito, e che perde un<br />

guadagno che è in mano all’oligopolio dei<br />

privati.<br />

È lo Stato, infatti, per voce della<br />

Protezione Civile, che nel 2005 si trova<br />

costretta a sborsare 2 milioni di euro per trasferire<br />

parte delle balle, solo un quarto, farle<br />

trattare e poi smaltire nel termovalorizzatore<br />

di Massafra del gruppo Marcegaglia, lo stesso<br />

che ha vinto la quasi totalità dei bandi per<br />

l’impiantistica regionale. Lo stesso che (in<br />

società con Palumbo e Albanese) gestirà l’impianto<br />

di produzione di cdr di Cavalino e che,<br />

per contratto, brucerà nel proprio termovalorizzatore<br />

di Massafra quelle balle di cdr, vendendo<br />

allo Stato l’energia prodotta ad un<br />

prezzo sei volte maggiorato perché trattasi di<br />

energia da fonti rinnovabili.<br />

E sarà ancora lo Stato che dovrà pagare<br />

per il trasporto, il trattamento e lo smaltimento<br />

degl’altri tre quarti di balle stoccate a<br />

Cavallino. Con un facile conto: se per un<br />

quarto di balle sono stati spesi 2 milioni di<br />

euro, per smaltire tre quarti ne occorrono sei<br />

di milioni, ma è un calcolo per difetto perche<br />

nel frattempo il numero delle balle è senza<br />

dubbio aumentato.<br />

Lo Stato che perde lì dove i privati, supportati<br />

dall’autorevolezza di Gorgoni, hanno<br />

guadagnato senza garantire servizi ma arrecando<br />

danni ambientali incalcolabili. Chi<br />

può, infatti, calcolare i danni se in tutti questi<br />

decenni i controlli sono stati pochissimi e<br />

mai resi pubblici?<br />

Chiedo dei controlli effettuati negl’anni<br />

nella discarica di Cavallino.<br />

“Non ci sono stati mai problemi”, dice<br />

Gorgoni, “solo denunce per mal’odori, solo piccole<br />

questioni marginalissime, nessun superamento<br />

di limiti previsti dalla legge. In alcuni<br />

periodi, e solo con un cero vento, che coincidevano<br />

con movimentazione di materiale. Se<br />

si fosse operato per tempo tutto questo non<br />

sarebbe successo”. Le analisi sono visionabili?<br />

“Le ha le Asl. A noi le hanno comunicato<br />

qualche volta ed erano tutte a posto”.<br />

Queste invece le parole del presidente<br />

il <strong>tacco</strong> d’Italia 20 Marzo 2009<br />

della Commissione Ambiente della Provincia<br />

di Lecce, Nicolino Sticchi (documento integrale<br />

a pag. 25): “i risultati delle ultime analisi<br />

datate 2004 e fornite dalla società<br />

“Ambiente e Sviluppo” lasciano alquanto<br />

perplessi!”.<br />

Allora, parliamo di benefici. Quanto ha<br />

guadagnato il Comune come ristoro ambientale<br />

in tutti questi anni? “Non sono cose che<br />

possono interessare, mi sembra 2 lire a chilo,<br />

attualmente non so. Lo deve chiedere al mio<br />

ragioniere”, risponde sbrigativamente il vicesindaco<br />

Gorgoni che sembra considerare di<br />

secondaria importanza il doveroso, per legge,<br />

ristoro alla comunità che subisce la vicinanza<br />

di una discarica, per di più mal funzionante.<br />

Ma è scritto nero su bianco, nella<br />

Sentenza del Tar numero 4467 del maggio<br />

2008 (si veda finestra a pag. 21): “il Comune<br />

di Cavallino dichiara di percepire 900.000<br />

euro l’anno come royalty finalizzata alla salvaguardia<br />

e valorizzazione del patrimonio<br />

artistico e ambientale del Comune”. (La cifra<br />

è inferiore a quella stimata dai nostri conteggi<br />

fatti in base alle tariffe scritte nella<br />

Convenzione, vedi finestra pag. 22).<br />

Gaetano Gorgoni durante l’intera intervista<br />

non ha mai messo in discussione la correttezza<br />

della gestione di “Ambiente e<br />

Sviluppo”, semmai parole di soddisfazione,<br />

minimizzando il problema della puzza, non<br />

citando la preoccupazioni di medici come il<br />

pediatra dottor Casile, il resoconto della<br />

commissione Ambiente della Provincia, la<br />

determinazione del dirigente regionale settore<br />

ecologia, dimenticando l’opposizione del<br />

consigliere Capone, sorvolando sulle proteste<br />

dei cittadini. Quasi come fosse cosa sua, una<br />

ditta comunale e non di pertinenza dei privati<br />

che la gestiscono dal 2000.<br />

Assomiglia molto alla triste storia della<br />

Copersalento, il famigerato sansificio che dal<br />

2005 brucia Cdr (Combustibile da rifiuto) di<br />

cui non si conosce la provenienza e la qualità,<br />

malgrado le forti proteste dei cittadini,<br />

malgrado le denunce di medici, pediatri, farmacisti<br />

circa l’aumento di patologie tumorali.<br />

Anche in questo caso, il sindaco di Maglie<br />

Antonio Fitto, la città che ospita l’inceneritore<br />

sotto mentite spoglie, ha sempre difeso<br />

l’attività della ditta anche di fronte all’evidenza:<br />

l’Arpa (l’associazione regionale per<br />

l’ambiente), durante il primo vero controllo<br />

effettuato nel luglio del 2008, ha rilevato<br />

valori di diossina nell’aria 420 superiori al<br />

limite massimo consentito. Fitto ha preso le<br />

parti della Copersalento, come fosse cosa<br />

sua, come fosse una ditta comunale e non a<br />

gestione e profitto di privati. Ma questa è<br />

un’altra storia.

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