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colui che essi avevano condannato “per solo sentimento di vendetta”. Inoltre, si ricordano anche M.<br />
Jan Hus (11) e Gerolamo da Praga, macellati e bruciati vivi per aver detto che “la morale del<br />
vangelo proibisce ai religiosi di possedere beni materiali”.<br />
Il Papa Giovanni XXIII (1410-1415), al secolo Baldassarre Cossa, appena chiamato in<br />
curia, «…si arricchi con affari usurai. Nel 1402 il Papa Bonifacio IX lo nominò cardinale legato a<br />
Bologna, dove divenne famigerato sia per la brutale bramosia di possesso sia per l’inaudita lussuria,<br />
tanto da accoppiarsi non solo con la moglie di suo fratello, ma altresì con vedove, fanciulle e spose<br />
a turno, alcune delle quali venivano poi uccise dai rispettivi mariti o parenti, senza che la cosa<br />
facesse grande impressione al cardinale. Nonostante fosse sospettato di essere l’assassino di due<br />
papi, il cardinale Baldassarre Cossa […] fu unanimemente eletto papa dal conclave riunito a<br />
Bologna nel 1410. […]. Egli non trascurò di “manipolare i suoi colleghi con tutti i mezzi che gli<br />
offriva la sua posizione. Non mancavano nel sacro collegio, elementi avidi e disposi alla<br />
corruzione. E così scorsero fiumi di denaro e compensi di ogni genere e senza misura, per<br />
comprare i voti degli elettori!”. […]. S’imputavano a papa Giovanni XXIII: avanzamenti di carriera<br />
acquistati a suon di denari, un malgoverno senza precedenti, dilapidazione dei beni ecclesiastici,<br />
perversioni sessuali di ogni specie e quantità. La lista comprendeva 72 punti dei crimini da lui<br />
commessi e anzi, in origine, ve n’ erano elencati molti di più; tuttavia poi molto venne ignorato,<br />
come si disse allora, “per salvare l’onore della sede apostolica”. […]. Giovanni XXIII era<br />
diventato cardinale e papa in seguito a corruzione, si era arricchito in modo colossale con la vendita<br />
di beni ecclesiastici, mediante simonia e manipolazione di indulgenze. […]. Secondo le<br />
testimonianze, Giovanni XXIII aveva avvelenato il suo predecessore e quello di quest’ultimo.<br />
Aveva inoltre commesso adulterio con la moglie del proprio fratello, aveva avuto come concubina<br />
la sorella del cardinale di Napoli, indulgendo sovente anche all’omosessualità, compensando col<br />
dono di un’abbazia uno dei suoi beniamini, ecc. […]. Egli avrebbe “sedotto nel primo anno del suo<br />
pontificato circa duecento donne sposate, vedove, fanciulle e moltissime monache”. […]. Gli<br />
vennero contestati 54 capi d’accusa, lasciandone tuttavia cadere ― per risparmiare le orecchie, pur<br />
abbondantemente insensibili dei padri conciliari ― molti altri che riguardavano la sua condotta di<br />
vita, in quanto troppo sudici. Secondo quanto fu detto: “Multi articoli, quia nimis sordidi erant,<br />
omissi”. Papa Giovanni XXIII […] venne unanimemente espulso dalla carica a causa di “indegnità<br />
di vita, notoria simonia, incorreggibilità, pessima amministrazione della Chiesa, promozione dello<br />
scisma e molti scandali arrecati alla Chiesa”…» (cfr. Deschner K.: Op. cit., Reinbek Hamburg,<br />
2004).<br />
Il Papa Martino V (1417-1431) ha proclamato quattro sanguinarie crociate contro gli<br />
Hussiti, non tanto per estirpare l’“eresia” quanto ai fini di saccheggio. Egli non si stancò di<br />
rinfocolare la guerra, per cui impose tasse esorbitanti (cfr. Deschner K.: Op. cit., Reinbek Hamburg,<br />
2004).<br />
Il Papa Eugenio IV (1431-1447) fu altrettanto spietato: infatti, durante il suo pontificato vi<br />
furono ignominiose atrocità come la condanna al rogo della giovanissima Giovanna d’Arco che,<br />
ingiustamente accusata di stregoneria, fu arsa viva nel 1431; nello stesso periodo furono fatti<br />
bruciare vivi due miseri popolani (Merenda e Matteo) semplicemente per fare un favore ai Colonna<br />
ed ai Savelli dei quali i poveretti avevano parlato male! Ma, immensamente riprovevole fu la strage<br />
fatta eseguire nei confronti dei seguaci di M. Jan Hus i quali furono obbligati ad entrare in un fienile<br />
al quale fu dato fuoco dopo averne chiuso le entrate. Il fatto fu descritto dalla cronaca cattolica<br />
come segue: «…Appena entrati, si chiusero le porte e si appiccò il fuoco; e in tal modo quella<br />
feccia, quel rifiuto della razza umana, dopo aver commesso tanti delitti [!!], pagò finalmente tra le<br />
fiamme la pena del suo disprezzo per la religione…» (cfr. Marchetti M.: «La santa inquisizione»,<br />
Ragusa, 1999).<br />
Il Papa Callisto III (1455-1458) fu guerrafondaio ― a riguardo si ricordano le crociate<br />
contro i Turchi ― e nepotista, tanto da elevare alla carica cardinalizia due nipoti appena ventenni<br />
(cfr. Deschner K.: Op. cit., Reinbek Hamburg, 2004).<br />
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