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l’operazione, lo IOR distraeva una commissione poco più alta della normale. […]. Il vescovo<br />

Marcinkus, si convinse che il sistema usato dallo IOR per esportare fondi fosse una specie di delitto<br />

perfetto” [(29)]. Nelle loro scorrerie finanziarie, Sindona e Marcinkus, nel periodo 1971-73,<br />

arrivano a maneggiare obbligazioni falsificate di provenienza mafiosa per un miliardo e mezzo di<br />

dollari [= circa trenta miliardi di euro attuali (2005)]. […]. Nei primi mesi del 1974 il mercato<br />

azionario internazionale attraversa una congiuntura negativa. Sindona deve fronteggiare un generale<br />

ribasso delle quotazioni delle sue società ed una grave crisi di liquidità: l’effetto congiunto dei due<br />

problemi potrebbe provocare contraccolpi fatali all’ambiguo impero finanziario costruito dal<br />

consulente personale di Paolo VI. Per uscire dalla difficile situazione, Sindona conta sull’aiuto dei<br />

suoi padrini politici italiani ed americani, la destra clericale Democrazia Cristiana di Fanfani-<br />

Andreotti e l’Amministrazione Nixon. […]. Benché il finanziere siciliano abbia versato nelle casse<br />

della Dc 2 miliardi [= circa 20 milioni di euro attuali (2005)] per sostenere la campagna referendaria<br />

antidivorzista fortemente voluta dal Vaticano, il 12 maggio la Democrazia Cristiana esce sconfitta<br />

dal responso delle urne e deve affrontare una difficile crisi politica. […]. Senza la copertura politica<br />

che fino a questo momento gli ha garantito complicità e connivenze sia in Italia sia negli USA, la<br />

situazione di Sindona precipita. […]. In un’appunto riservato del SID (il Servizio Segreto Italiano),<br />

datato 13 gennaio 1975, si legge che “la situazione contabile [di Sindona] registra un ‘buco’<br />

valutato in circa 700 miliardi [=circa 14 milioni di euro attuali (2005)]” [(30)]. Il crac dell’impero<br />

sindoniano, in effetti è un grave insidia ― finanziaria e giudiziaria ― anche per i due soci-partner<br />

IOR e Banco Ambrosiano; monsignor Marcinkus e Calvi, per fronteggiare l’emergenza,<br />

incrementano le loro spericolate operazioni finanziarie [(31)]. […]. Il 6 agosto 1978 muore Paolo<br />

VI. La scomparsa di Papa Montini, ispiratore della triade Sindona-Marcinkus-Calvi, è un altro duro<br />

colpo alle superstite speranze sindoniane. Un colpo che diviene definitivo con l’elezione del nuovo<br />

papa. […]. Appena eletto, al nuovo papa, Giovanni Paolo I si rivolge il Giornalista Paolo Panerai<br />

[…] con un’accorata lettera aperta nella quale scrive: “Vostra Santità, è giusto che il Vaticano operi<br />

sui mercati come un’agente speculatore? È giusto che il Vaticano abbia una banca che interviene<br />

nei trasferimenti illegali di capitali dall’Italia in altri Paesi? È giusto che quella banca aiuti gli<br />

italiani ad evadere il Fisco?” […]. Il settimanale “Op”, diretto da Mino Pecorelli, sotto il titolo<br />

“La Gran Loggia Vaticana” pubblica l’elenco di 121 nomi di esponenti vaticani affiliati alla<br />

massoneria; nella lista, oltre ai nomi di alti prelati, compaiono quelli di Paul Marcinkus e di Donato<br />

De Bonis (braccio destro del presidente dello IOR). […]. Dopo aver disposto un’inchiesta sulla<br />

presenza di massoni tra le gerarchie vaticane. Il 28 settembre Giovanni Paolo I affronta con il<br />

segretario di Stato Joan Villot la scabrosa questione-IOR: “Luciani avvertì Villot che Marcinkus<br />

doveva essere trasferito subito. Non tra una settimana o un mese: il giorno seguente […]. Luciani<br />

gli disse ‘Ci sono altri cambiamenti all’interno dello IOR che devono essere operati<br />

immediatamente. Pennini, De Strobel e monsignor De Bonis devono essere sostituiti subito […].<br />

Voglio che siano interrotti tutti i nostri rapporti con il Banco Ambrosiano’ […]”. La mattina del 29<br />

settembre ― poche ore dopo il colloquio con Villot e le disposizioni papali in merito allo IOR ―<br />

Giovanni Paolo I viene rinvenuto cadavere. Una morte improvvisa e per più aspetti misteriosa<br />

[(32)], seguita da una frettolosa imbalsamazione: per decisione del cardinale Jean Villot, il cadavere<br />

del pontefice non viene sottoposto ad autopsia [(33)]. Il 16 ottobre 1978 il conclave elegge<br />

papa il cardinale polacco Karol Wojtyla (Giovanni Paolo II). Nel segno della piena continuità con<br />

Paolo VI, Wojtyla non attua alcuno dei cambiamenti decisi da Luciani. Così “Marcinkus, aiutato da<br />

Pennini, De Strobel e monsignor De Bonis, continuò a dirigere la Banca vaticana e continuò a far<br />

sì che le attività criminali col Banco Ambrosiano prosperassero. Calvi e i suoi maestri della P2,<br />

Gelli e Ortolani, furono liberi di continuare nei loro furti e nelle loro frodi con protezione [dello<br />

IOR]”. Papa Wojtyla diventerà un estimatore di Marcinkus: nel settembre 1981 lo promuoverà<br />

arcivescovo, e gli affiderà l’ulteriore incarico di vicegovernatore dello Stato della Città del<br />

Vaticano. All’inizio del 1982, inoltre, Giovanni Paolo II si appresterà a nominare Marcinkus<br />

cardinale, ma il presidente dello IOR non avrà l’onore della porpora, proprio a causa degli strascichi<br />

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