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cristiani di oggi si preoccupano degli embrioni lasciati morire in provetta e dei feti fatti morire con gli aborti!!!]…» (cfr.<br />
Todorov T., Baudot G.: «Racconti atzechi della conquista», Ed. it., Einaudi, Torino, 1988)<br />
(19) Cfr. De Rosa P.: Op. cit., London, 1988).<br />
(20) Il neologismo “modernismo”, sorto nell’ambito letterario verso la fine del XIX secolo, si è subito riversato<br />
inevitabilmente nel contesto religioso, stabilizzandosi come lessico ecclesiastico (cfr.Ranchetti M.: «Cultura e riforma<br />
religiosa nella storia del modernismo», Einaudi, Torino, 1963; Scoppola P.: «Crisi modernista e rinnovamento<br />
cattolico in Italia», Il Mulino, Bologna, 1969; Bedeschi L.: «Interpretazioni e sviluppo del modernismo», Bombiani,<br />
Milano, 1975; Boland A.: «La drise moderniste hier et aujourd’hui», Beauchesne, Paris, 1980; ecc.), sostanzialmente,<br />
per designare l’esordiente critica rinnovatrice riguardo la natura dei “dogmi” imposti dalla Chiesa Cattolica. Il<br />
“modernismo” fu aspramente attaccato dal Papa Pio X (1903-1914) che con l’enciclica “Lamentabili”, stilata nel luglio<br />
del 1907, rasenta il “delirio di persecuzione” in quanto vi afferma che «…Questi “Modernisti” non credono nella<br />
rivelazione, né in Dio, né nella Chiesa come istituzione divina. Costituiscono un’organizzazione molto solida e si<br />
nascondono ovunque: nella filosofia, nella teologia, negli studi biblici, nella politica […], si celano nel seno della<br />
Chiesa con l’unico scopo di distruggerla diffondendo la loro miscredenza…» (cfr. De Rosa P.: Op. cit., London, 1988).<br />
(21) Sotto il ponteficato di Pio IX (1848-1878) le pene capitali erano eseguite nei modi più svariati che andavano dal<br />
taglio della testa mediante la scure, allo squartamento, al mazzolamento, all’impiccaggione, ecc. Al servizio del papa<br />
Pio IX (1848-1878) vi fu il famoso boia Giambattista Bugatti, soprannominato “Mastro Titta”, il quale nella sua lunga<br />
carriera uccise ben 517 condannati!<br />
(22) Cfr. Roth C.: «History of the Jews in Italy», Filadelfia, 1941.<br />
(23) Cfr. Castelli G.: «Il Vaticano nei tentacoli del fascismo», Roma, 1946. D’altra parte, le ostentate manifestazioni<br />
filofasciste di Pio XI hanno suscitato persino la produzione di un’infinità di vignette di cui se ne riportano alcune (Fig.<br />
2, 3, 4, 5).<br />
(24) Cfr. Gramsci A.: «Le Vatican», Corréspondence Internazionale, IV, 179, 523, 1924.<br />
(25) Cfr. Rossi E.: «Pagine anticlericali», Roma, 1966.<br />
(26) Cfr. Spinosa A.: «Le persecuzioni razziali in Italia», Il Ponte, 8, 1079, 1952.<br />
(27) Cfr. Rossi E.: «Il manganello e l’aspersorio», Milano, 1958.<br />
(28) Papa Pio XII, che era appassionato per le battute di caccia, specie quelle al cinghiale, nel periodo in cui era<br />
“Nunzio Apostolico”, prese persino «…lezioni nella scuderia d’un generale suo amico, nella Foresta dei Cinghiali…»<br />
(cfr. Nassi E.: «Pio XII», Milano, 1992).<br />
(29) Cfr. Tosches N.: «Il mistero Sindona», Milano, 1986.<br />
(30) Cfr Flamigini S.: «Trame atlantiche. Storia della loggia massonica segreta P2», Milano, 1996.<br />
(31) Tra cui, «…un investimento da parte dello IOR [la Banca Vaticana] nel Casinò di Montecarlo, nelll’acquisto di<br />
azioni dell’industria delle armi da fuoco Beretta, nei titoli di un’industria canadese produttrice di contraccettivi orali…»<br />
(cfr. Morgan-Witts M.,Thomas G.: «Pontiff», Garden City, 1983).<br />
(32) Ma, non tanto misteriosa se si pensa quanto alcuni giorni prima è accaduto in Vaticano allo sfortunato metropolita<br />
Nikodim arcivescovo di Leningrado (quarantanovenne, vigoroso ed in piena salute) per essersi recato in Vaticano a<br />
colloquio con papa Luciani: «…Al metropolita sono stati concessi quindici minuti per parlare privatamente al papa dei<br />
problemi relativi al culto religioso in Russia. […]. Mentre avvengono le presentazioni entra suor Vincenza con un<br />
vassoio su cui sono disposte delle tazze per il caffè. […]. Per un momento parla all’ospite, poi versa il caffè in due<br />
tazze. Giovanni Paolo I offre al metropolita panna e zucchero […]. Nikodim beve un sorso dalla sua tazza. Giovanni<br />
Paolo I sta per fare la stessa cosa quando si ferma trasalendo. Uno sguardo affranto appare sul volto di Nikodim. La<br />
tazza ed il piattino gli cadono dalle mani. Il piattino si frantuma sulla scrivania; dalla tazza cade il caffè che si sparge sul<br />
tappeto […]. Nikodim stringe le mani al petto, emette un suono soffocato e poi si rovescia all’indietro, crollando al<br />
suolo. Il papa prende il telefono bianco e chiama Lorenzi dicendo di convocare subito un dottore. […]. Buzzonetti<br />
arriva subito dopo. Il dottore si inginocchia vicino al corpo, ascolta i battiti del cuore, cerca il polso. Poi si alza<br />
scuotendo il capo. […]. Giovanni Paolo I guarda il corpo. Il cadavere è ancora caldo quando comincia a circolare una<br />
voce: Nikodim è la vittima sbagliata di un avvelenamento; ha bevuto un caffè mortale che in realtà era destinato al<br />
papa…» (cfr. Morgan-Witts M., Gordon.T.: Op. cit., Garden City, 1983).<br />
(33) Dalle indagini di David Yallop il Papa Giovanni Paolo I (1978) risulta essere stato assassinato per avvelenamento<br />
su mandato dell’alta gerarchia vaticana (cfr. Yallop D.: «In God’s name», London, 1984).<br />
(34) La risposta a riguardo si ritrova documentata nel dossier dal titolo «All’ombra del Papa infermo» ― pubblicato da<br />
“Discepoli di Verità”, Milano, 2001 ― come segue: «…In vaticano la enigmatica inamovibilità di monsignor<br />
Marcinkus dalla presidenza dello IOR trova spiegazione in relazione ai fatti di Polonia: i finanziamenti papali a<br />
Solidarnosc. “il supporto finanziario all’organizzazione clandestina dei lavoratori polacchi [Solidarnosc] era davvero<br />
considerevole. I flussi di denaro confluivano a Varsavia attraverso lo IOR e, più concretamente, attraverso l’istituto<br />
finanziario che faceva da alleato laico per eccellenza della banca vaticana e di Macinkus: il Banco Ambrosiano …».<br />
(35) Dalle dichiarazioni di alcuni noti “collaboratori di giustizia” (Tommaso Buscetta, Marino Mannoia e Francesco<br />
Di Carlo) si è poi saputo che Calvi fu fatto assassinare per ordine di “Cosa nostra” poiché non aveva protetto i capitali<br />
della mafia depositati per riciclaggio presso il Banco Ambrosiano. A riguardo, il figlio di Calvi ha reso pubblica una<br />
lettera del padre inviata a Giovanni Paolo II (1978-2005) in cui si legge quanto segue: «…Sono stato io […] che, su<br />
preciso incarico dei Suoi autorevoli rappresentanti, ho disposto cospicui finanziamenti in favore di molti paesi e<br />
associazioni politico-religiose dell’Est [alludendo, in particolare, a Solidarnosc (Polonia) che ha sconfitto il<br />
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