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all’intervento imperiale, si apprestò a reclamare la riforma della chiesa e della curia, ridando vita al<br />

Concilio generale di Basilea (con citazione del papa), l’arcivescovo Zamometic finì di nuovo in<br />

carcere […] dove fu trovato due anni dopo (1484) strangolato nella sua cella…» (cfr. Deschner K.:<br />

Op. cit., Reinbek Hamburg, 2004).<br />

Il Papa Innocenzo VIII (1485-1492) oltre ad essere un corrotto simoniaco, è stato un<br />

incallito libertino, tanto da aver dovuto mantenere ben sette figli riconosciuti, oltre ad essere anche<br />

provetto “sodomita” e, come tale, favoriti dal predecessore Sisto IV (1471-1484). Progettò una<br />

crociata contro i turchi, ma preferì patteggiare con il Sultano ed accettare da lui una pensione di<br />

40.000 ducati, festeggiando l’avvenimento «…con uno dei più mondani carnevali che Roma<br />

ricordi…» (cfr. Alessandra D.: Op. cit., Milano, 1995). Per bisogno di denaro «…s’impegnò la tiara<br />

e parte del tesoro vaticano presso una banca romana […]. Poi per ricavare altro denaro creò nuovi<br />

posti nella segreteria papale, anche se non ce n’era proprio bisogno, mettendoli in vendita; a parte<br />

l’abuso di potere, questo portò ad affidare gran parte degli uffici dell’amministrazione curiale a<br />

persone incapaci che cercavano a loro volta soltanto il proprio vantaggio per un’avidità di denaro<br />

che diventò regola quotidiana nella Santa Sede. Tutti gli impiegati erano corrotti e il caso più<br />

lampante si ebbe con l’istituzione del collegio dei Plumbatores delle Bolle pontificie, nel numero di<br />

52; accadde che molti di loro s’industrializzarono in proprio e da autentici falsari misero su<br />

un’officina che emetteva bolle falsificate, in un lucroso commercio assai attivo finché non furono<br />

scoperti nel 1489 e finirono sul patibolo…» (cfr. Rendina C.: Op. cit. Roma, 1983). La più<br />

famigerata Bolla di questo papa fu la “Sunnis desiderantes” con la quale dichiarava «…essere cosa<br />

accertata che molti individui d’entrambi i sessi, nelle città e nelle campagne, abbandonata la<br />

religione cattolica, avevano contatto carnale con i demoni sotto spoglie umane maschili e femminili<br />

e, con l’ausilio di questi loro alleati infernali, compivano le maggiori nefandezze ed arrecavano i<br />

peggiori guai….». In virtù di questa bolla, come ricorda Rau (1911), «…Innocenzo VIII conferì a 3<br />

monaci la facoltà di scacciare dalla Germania i demoni della stregoneria. Ebbero allora inizio, sulla<br />

base di indicazioni superficiali, di denuncie basate su nulla di concreto, persecuzioni terribili che<br />

erano condotte con voluttà fanatica di far scempio, di uccidere. E pur questi fanatici non furono<br />

soddisfatti. Occorreva un codice formale che servisse nei processi alle streghe e portasse cioè<br />

un’esatta e completa descrizione delle loro abominevoli azioni. Si venne così a foggiarsi la<br />

Stregoneria come un sistema vero e proprio di criminalità diabolica…» (cfr. Rau H.: «Sexuelle<br />

Grausamkeiten. Ein Studienbuch für Wissenschaftler», Frankfurt am Main, 1911). Innnocenzo VIII<br />

«…rinunciò alla sua favorita, consolandosi con diverse concubine, tanto da far dire ogni volta: “Sua<br />

Santità si alza dal letto delle meretrici per aprire e chiudere le porte del purgatorio e del cielo”. E,<br />

poiché il frutto non cade lontano dall’albero, alla stessa guisa se la spassò il figlio Franceschetto,<br />

che abitava in Vaticano col padre. Nelle sue scorrerie notturne, penetrando nelle abitazioni, si dice<br />

che stuprasse ogni donna che suscitava le sue voglie, senza biasimo da parte del santo padre.<br />

Quando non era in giro per irruzioni ed imprese amorose, Franceschetto trascorreva spesso le serate<br />

nelle bische della città; avendo perso una volta, in una sola notte, 14.000 ducati giocando col<br />

cardinale Riario, accusò il cardinale di frode ed il papa Innocenzo VIII costrinse Riario a rimborsare<br />

la somma. Innocenzo VIII era dedito al denaro non meno che alla felicità dei suoi figlioli. Fu,<br />

pertanto, l’artefice dello sposalizio di Franceschetto con Maddalena Medici, figlia di Lorenzo il<br />

magnifico, senza esitare , per contraccambio, ad elevare al cardinalato Giovanni Medici, il<br />

tredicenne figlio di Lorenzo e futuro papa Leone X (che Sisto IV aveva già nominto Protonotaro<br />

apostolico all’età di sette anni!). Nel contempo divenne cardinale anche il figlio illeggittimo del<br />

fratello del papa Innocenzo VIII. Come predecessore nella carica, il quale gli aveva lasciato gravi<br />

debiti, anche Innocenzo VIII ebbe necessità urgente di risanare le finanze, tanto più che anche la<br />

corte era tanto fastosa quanto immorale. Dovette essere ipotecato perfino il tesoro della corona,<br />

impiegando anche mitra e tiara. Alcuni suoi funzionari si videro perfino costretti a tenersi a galla<br />

con un’officina di falsari e con traffici di bolle false. Qindi, si vendettero indulgenze in quantità<br />

massicce, anche per sanare i peggiori crimini, creando una quantità enorme di uffici superflui ed<br />

aggiudicandoli ai migliori offerenti. Solo l’introduzione di 24 nuovi posti di segretariato papale<br />

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