Verbale Consiglio comunale dd. 11/6/2008 - Comune di Nago Torbole

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prevalentemente alla ristorazione; qui abbiamo un bar, una cucina, un bagno, un antibagno e un piccolo deposito di servizio. Abbiamo poi dei WC, di cui uno a norma disabili, a servizio dei clienti. Abbiamo poi questo settore centrale, destinato ai fruitori, quindi agli sportivi, per così dire, che vanno alle Busatte per praticare le varie attività sportive. Abbiamo degli spogliatoi, che sono suddivisi per sesso e dotati anch’essi di WC e doccia. A sud troviamo uno spogliatoio dedicato all’arbitro, dotato anch’esso di WC e doccia, e un ulteriore locale che poteva essere utilizzato come deposito per le attrezzature sportive. Mi preme sottolineare come qui vi sia una sovrapposizione di percorsi, nel senso che qua abbiamo un unico ingresso, dove si vanno a incrociare sia le persone al bar oppure che usufruiscono dei servizi e agli spogliatoi: è un aspetto di cui parleremo anche dopo. Abbiamo poi un locale caldaia, al quale si accede attraverso un’intercapedine dal piano superiore, dal piano della copertura; copertura che è una copertura piana con giardino pensile in quanto è stata progettata e comunque realizzata in maniera tale da poter essere usufruita anche come solarium. Diciamo che lo stato complessivo dell’edificio presenta delle problematiche legate all’umidità. Possiamo fare risalire la causa di questa umidità ad esempio in corrispondenza del lucernario, questa è dunque una zona critica, dove abbiamo fenomeni di infiltrazioni d’acqua dall’alto, altri fenomeni sempre di muffa e dovuti a caduta dall’alto di acqua in corrispondenza della lattoneria sovrastante e molto probabilmente dovuto anche al cattivo stato di condizione di tutta l’impermeabilizzazione della copertura che vediamo qui. Altri fenomeni di umidità sono dovuti a risalita capillare e si riscontrano particolarmente nelle zone degli spogliatoi. In quest’ultima diapositiva si può vedere invece quale sia lo stato del prato, che praticamente lasciato incolto e avrebbe quindi bisogno di essere rigenerato; soprattutto, si vuole evidenziare e rimarcare lo stato della staccionata, che oltre a essere in una condizione che oserei definire quasi pessima, ha il problema principale di non essere a norma di sicurezza. Brevemente vi illustro ora quelle che sono le attrezzature sportive che si possono trovare all’interno del Parco delle Busatte. Abbiamo una pista di pattinaggio, che si trova a livello della copertura del solarium, di cui ho parlato prima; abbiamo poi due campi da tennis; un campo polifunzionale, che può essere utilizzato sia come campo da basket oppure da pallavolo; abbiamo un capo bocce; un’area destinata ai bimbi, quindi una zona gioco e un percorso vita, il cui tracciato è individuato dal mio laser. Da non dimenticare, poi, il prato, che può essere utilizzato per più funzioni. Anche qui abbiamo predisposto una documentazione fotografica, dove vediamo uno stato di parziale, se non totale abbandono o, comunque, una mancanza di manutenzione di tutte le attrezzature sportive che possiamo trovare alle Busatte. Questa è la situazione dei campi da tennis, dove si può notare che manca gran parte della pavimentazione; così come la situazione del campo polifunzionale, la cui superficie non è complanare. Lo stesso si può dire per quanto riguarda il campo delle bocce e analoga osservazione vale anche per la pista di pattinaggio di cui vi parlavo prima. Diciamo che l’unica zona che può essere definita in buone condizioni è l’area destinata ai bimbi, che però probabilmente è anche un po’ “sottodotata” – passatemi il termine – dal punto di vista della presenza dei giochi in quanto abbiamo solamente un’altalena. Qui abbiamo – lo vedo io perché so che c’è – un tavolo da ping-pong, dove eventualmente si poteva praticare questo sport. Ho cercato di andare il più velocemente possibile, passo adesso la parola all’architetto D’Argenio che vi illustrerà nel particolare il progetto. ARCH. D’ARGENIO GIOIA: Qua vediamo la planimetria di progetto che mi permette di fare una veloce carrellata per avere una visione d’insieme, poi entreremo nel - 32 -
dettaglio. Il progetto prevede l’ampliamento del parcheggio, la ristrutturazione e l’ampliamento dell’edificio esistente, la messa a punto di alcune delle strutture sportive esistenti, come la pista di pattinaggio, l’area gioco dei bambini, che verrà integrata, il campo polivalente, che potrà essere eventualmente anche trasformato in campo da skate-board tramite strutture lignee, quindi mobili, e di conseguenza avere un doppio utilizzo, il ripristino del percorso vita, che per un tratto rimarrà come era prima e poi verrà integrato, nella parte qua sotto, che si vede poco, per creare un anello; si aggiungono due campi da beach-volley e poi le strutture più propriamente dedicate al parco bikers e che sono una zona di free style, la pista di BMX regolamentare internazionale, un’area dedicata ai principianti e ai bambini sempre per MTB e BMX, il dirth-jump e poi delle zone dove praticare il trial; abbiamo anche un percorso ciclabile per tutti i livelli e, in questa parte più defilata, tre percorsi più specialistici, ossia quelli di freeride… MARTINELLI ALBERTO: Mi scusi, architetto, ma c’è una traduzione in italiano di queste pratiche sportive? ARCH. D’ARGENIO GIOIA: Dopo spiegherò che cosa sono… ARCH. GRANIELLO ILARIA: Derivano da nomi di discipline che non pratichiamo… ARCH. D’ARGENIO GIOIA: In effetti, anche noi abbiamo fatto un po’ di fatica! MARTINELLI ALBERTO: E quella parte in blu che si vede è un laghetto o …? ARCH. D’ARGENIO GIOIA: No, è il dirth-jump. Magari facciamo le diapositive, così possiamo vedere tutto. Questo è un esempio di free-style, abbiamo quindi delle rampe in legno dove i bikers si lanciano, atterrano in questa vasca, sempre lignea, riempita di gommapiuma. SINDACO: Non coperta, vero? ARCH. D’ARGENIO GIOIA: No, questo è solo un esempio che abbiamo preso per illustrarvi di cosa si tratta. Questi sono dei percorsi di pump-track, quindi dei canali scavati o ricavati da apporto di terra con curve e paraboliche studiate apposta. Questo è il famoso dirth-jump, anche questo costituito da rampe in legno e da salti sempre ricavati da movimenti di terra. Questo è un esempio di trial, che tutti conosciamo, perché si fa sulla roccia. Questi sono esempi riferiti a quei tre percorsi di cui dicevo e che rimangono defilati, anche perché per persone un po’ più “scatenate”, diciamo così: partono da un punto più alto e arrivano a un punto più basso, quindi in discesa, sfruttano il naturale andamento del terreno con eventuali ostacoli che si trovano lungo il percorso e aiutati poi da altre strutture lignee o di terra che vengono integrate. Questa è la pista di BMX, progettata dalla Federazione Italiana appositamente per il Parco delle Busatte: sarà una delle prime strutture realizzate dovendo fungere da input per la nascita e il mantenimento dell’intero centro. Questo per quanto riguarda le strutture sportive. Per quanto riguarda il parcheggio, è stato previsto un ampliamento di circa trenta posti, ovviamente in continuità con quello esistente e quindi mantenendo gli stessi materiali - pietra locale e ghiaino rullato per le zone di manovra -, con dei dossi inerbiti per - 33 -
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