2009 - Gustolocale
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a girare le campagne fra Noventa, Barbarano e Lonigo<br />
per trasmettere quelle conoscenze studiate all’università<br />
e apprese durante i primi primi anni di di professione, guidato<br />
da quel sentimento di “voler bene agli agricoltori” agricoltori”<br />
che lo contraddistinguerà per sempre. sempre.<br />
Nel 1953 arriva a a Schio, dove la realtà agricola è l’opposto<br />
di quella del basso vicentino: piccoli appezzamenti,<br />
estrema estrema parcellizzazione della proprietà e,<br />
conseguente, conseguente, basso reddito per i i proprietari. Bressan<br />
inizia ad insegnare nuove tecniche tecniche di di coltivazione per<br />
aumentare la la produzione, preso anche lui dall’imperadall’imperativo<br />
dell’epoca: quantità, quantità, quantità. Salvo, di lì<br />
a poco, ricredersi: la quantità a tutti i costi stava producendo<br />
più danni che vantaggi, impoverendo i terreni<br />
e costringendo gli agricoltori ad utilizzare sempre più<br />
chimica nei campi.<br />
Nel frattempo l’industrializzazione esplode anche in Val<br />
Leogra e porta, fra le conseguenze, anche l’abbandono<br />
dei campi da parte dei nuovi operai che continuano,<br />
inizialmente, a coltivarli solo part-time per poi abbandonarli<br />
defi nitivamente. Quei pochi rimasti ad occuparsi<br />
di campagna si fanno avanti e chiedono a Bressan di<br />
creare una Cantina Sociale, per non rischiare di veder<br />
scomparire defi nitivamente la viticultura<br />
nella Valleogra. Bressan<br />
accetta anche questa sfi da e, memore<br />
dell’esperienza fatta quando<br />
contribuì a far nascere la Cantina di<br />
Barbarano, crea anche qui una realtà<br />
cooperativa, nata nel 1962, che<br />
è ancor oggi la più piccola cantina<br />
sociale del Veneto.<br />
Contemporaneamente Bressan,<br />
incapace di stare fermo sperimenta<br />
nuove culture e nuove tecniche:<br />
alberi da frutto, mirtilli. Insegna<br />
all’Istituto lattiero-caseario di Thiene<br />
e alla Montanina di Arsiero e organizza,<br />
per i “suoi” contadini gite.<br />
Gite di svago ma, soprattutto, di aggiornamento<br />
ed istruzione: li porta<br />
(erano gli anni ‘50, non dimentichiamolo!) in Olanda,<br />
in Spagna, in Francia, a studiare come in quei paesi<br />
si coltivava la terra e quali tecniche si applicavano.<br />
Poi, ancora, insegna ai suoi agricoltori non solo tecnica<br />
agraria, ma anche igiene, pulizia, addirittura (pare<br />
strano ma è così) come mungere correttamente le<br />
vacche, come usare correttamente (e anche riparare) i<br />
primi trattori disponibili.<br />
Oggi Ernesto Bressan è un giovane di 96 anni che, ancora<br />
incapace di stare fermo, pratica nuove passioni:<br />
dalla collezione di orologi a quella di attrezzi agricoli<br />
(suo l’allestimento del Museo della Civiltà Rurale del<br />
Vicentino situato presso la Cantina della Valleogra di<br />
Malo) e memorabilia come la bottiglia gazzosa (una<br />
volta questo termine era relativo solo alla tipologia<br />
della bottiglia, poi per estensione è stato attribuito<br />
anche al tipo di bibita che conteneva, la gazzosa appunto)<br />
o i vari attrezzi e suppellettili ormai scomparsi<br />
dall’uso quotidiano.<br />
Mauro Pasquali<br />
Ernesto Bressan e il suo diploma di laurea