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2009 - Gustolocale

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più di un quinto d’olio non lo prendeva. Poi lo razionava per tre volte per condire tre minestre.<br />

Eravamo nove persone: sette fratelli e papà e mamma. Avevamo una pentola che teneva 11 litri d’acqua per fare la<br />

minestra. Metteva sei, sette litri d’acqua, poi ci metteva dentro quattro etti di fagioli perché erano razionati. Tutto era<br />

razionato. Poi un sei etti di riso o pasta: una pasta di terza che ghe diremo “pasta de carton”: come si buttava dentro la<br />

pentola, restava come era: non cresceva.<br />

Poi si metteva dentro la polenta dentro quest’acqua, per fare il brodo più spesso...”<br />

Insomma, minestre e zuppe hanno riempito non solo i ricettari di cucina ma anche la letteratura e la storia. Ma, soprattutto,<br />

nonostante tutti gli sforzi che noi adulti facciamo, minestre e zuppe rimarranno sempre il terrore dei bambini,<br />

che continueranno ad ignorarne gli aspetti positivi, privilegiando piatti forse meno raccomandabili dal punto di vista<br />

salutistico, ma sicuramente più allettanti!<br />

Mauro Pasquali

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