Chiesa e povertà nel terzo mondo: il caso di una missione cattolica ...
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CHIESA E POVERTÀ NEL TERZO MONDO: IL CASO DI UNA MISSIONE CATTOLICA IN BRASILE.<br />
sociale. In questo senso “la dottrina sociale della <strong>Chiesa</strong>, fin dall’inizio, adottò <strong>una</strong><br />
posizione riformista” 18 .<br />
Echi delle idee cristiano sociali si ebbero non solo in Europa, ma in tutto <strong>il</strong> <strong>mondo</strong> (perfino<br />
in Giappone).<br />
La questione sociale fu ripresa dagli altri pontefici soprattutto dopo <strong>il</strong> secondo dopoguerra,<br />
per adeguare le soluzioni proposte fino ad allora dalla dottrina sociale della chiesa ai nuovi<br />
sv<strong>il</strong>uppi sociali ed economici intervenuti negli anni.<br />
L’insegnamento sociale <strong>di</strong> Giovanni XXIII (1958 – 1963) è condensato in due encicliche<br />
sociali, Mater et Magistra (1961) e Pacem in Terris (1963), in cui lo Stato è descritto come<br />
l’istituzione che deve agire per le esigenze del bene comune, la cui realizzazione è “ la<br />
ragion d’essere dei poteri pubblici” 19 . Il bene comune è “l’insieme <strong>di</strong> quelle con<strong>di</strong>zioni<br />
sociali che consentono e favoriscono negli esseri umani lo sv<strong>il</strong>uppo integrale della loro<br />
persona 20 ”. Lo Stato quin<strong>di</strong> deve “dare occupazione al maggior numero <strong>di</strong> lavoratori;<br />
evitare che si costituiscano categorie priv<strong>il</strong>egiate, anche tra i lavoratori; mantenere un’equa<br />
proporzione fra salari e prezzi e rendere accessib<strong>il</strong>i beni e servizi al maggior numero <strong>di</strong><br />
citta<strong>di</strong>ni; eliminare o contenere gli squ<strong>il</strong>ibri tra i settori dell’agricoltura, dell’industria e dei<br />
servizi; realizzare l’equ<strong>il</strong>ibrio tra espansione economica e sv<strong>il</strong>uppo dei servizi pubblici<br />
essenziali; adeguare, nei limiti del possib<strong>il</strong>e, le strutture produttive ai progressi delle<br />
scienze e delle tecniche; contemperare i miglioramenti <strong>nel</strong> tenore <strong>di</strong> vita della generazione<br />
presente con obiettivo <strong>di</strong> preparare un avvenire migliore alle generazioni future” 21 . I criteri<br />
supremi, a cui l’economia deve conformarsi per fare in modo che lo sv<strong>il</strong>uppo economico<br />
proceda <strong>di</strong> pari passo con lo sv<strong>il</strong>uppo sociale, sono la giustizia e la carità sociali 22 perché<br />
ogni essere umano ha <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto all’esistenza e ad un tenore <strong>di</strong> vita <strong>di</strong>gnitoso 23 .<br />
Oltre a riba<strong>di</strong>re i capisal<strong>di</strong> della dottrina sociale, per la prima volta <strong>il</strong> papa li adatta alla<br />
nuova situazione economica, che vede contrapposti i paesi sv<strong>il</strong>uppati a quelli<br />
sottosv<strong>il</strong>uppati. La questione sociale si fa sempre più mon<strong>di</strong>ale anche perché le economie<br />
nazionali “si inseriscono progressivamente sulle altre fino a <strong>di</strong>ventare ciascuno quasi parte<br />
integrante <strong>di</strong> un’economia mon<strong>di</strong>ale”, un’economia che è legata al “progresso sociale,<br />
l’or<strong>di</strong>ne, la sicurezza, la pace <strong>di</strong> tutte le comunità politiche” 24 . Il bene cumune <strong>di</strong>venta <strong>una</strong><br />
questione universale e per realizzarlo si deve partire dal “riconoscimento, <strong>il</strong> rispetto, la<br />
tutela e la promozione dei <strong>di</strong>ritti della persona” 25 . Il pontefice chiama in causa anche<br />
all’ONU che ha l’arduo compito <strong>di</strong> garantire tale tutela.<br />
Giovanni XXIII sentì l’esigenza <strong>di</strong> convocare un nuovo Conc<strong>il</strong>io (1962 – 1965) per<br />
avvicinare la chiesa ai <strong>di</strong>versi cambiamenti avvenuti <strong>nel</strong>la realtà.<br />
Dal Conc<strong>il</strong>io uscì <strong>una</strong> <strong>Chiesa</strong> rinnovata, più immersa <strong>nel</strong>la vita terrena: ora “la <strong>Chiesa</strong>, che<br />
è insieme società visib<strong>il</strong>e e comunione spirituale, cammina insieme con l’umanità tutta e<br />
sperimenta assieme al <strong>mondo</strong> la medesima sorte terrena” 26 . Compito della <strong>Chiesa</strong> è<br />
18<br />
Bento, Fàbio Régio, A Igreja Catòlica e a Social - Democracia, E<strong>di</strong>tora Ave-Maria, São Paulo, 1999, p.93:<br />
“A Doutrina social da igreja, desde o inìcio, adotou uma posição reformista”, (traduzione mia).<br />
19<br />
Giovanni XXIII, Pacem in Terris, Paoline, 30° e<strong>di</strong>zione, 1995, n.32, p. 16.<br />
20<br />
Giovanni XXIII, Mater et Magistra, Paoline, 23° e<strong>di</strong>zione, 1996.<br />
21<br />
Giovanni XXIII, Mater et Magistra, , opt.cit., n. 66, p.20.<br />
22<br />
Ve<strong>di</strong> Mater et Magistra, opt.cit.<br />
23<br />
Ve<strong>di</strong> Pacem in Terris, opt.cit.<br />
24<br />
Pacem in terris, opt.cit., n.68 p.33.<br />
25<br />
Pacem in terris, opt.cit., n.73 p.36.<br />
26<br />
Conc<strong>il</strong>io Vaticano II, Gau<strong>di</strong>um et spes, costituzione pastorale sulla <strong>Chiesa</strong> <strong>nel</strong> <strong>mondo</strong> contemporaneo,<br />
Paoline, 27° e<strong>di</strong>zione, 1998, n. 40, p. 63.