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Chiesa e povertà nel terzo mondo: il caso di una missione cattolica ...

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8<br />

CHIESA E POVERTÀ NEL TERZO MONDO: IL CASO DI UNA MISSIONE CATTOLICA IN BRASILE.<br />

inter<strong>di</strong>pendenza 37 ”, per cui la dottrina sociale della chiesa, deve essere attualizzata, alla<br />

luce dei nuovi cambiamenti, per orientarli affinché “si avveri un autentico progresso<br />

dell’uomo e della società” 38 .<br />

“Il cristianesimo non è soltanto <strong>una</strong> religione della conoscenza, della contemplazione. È<br />

<strong>una</strong> religione dell’azione <strong>di</strong> Dio e dell’azione dell’uomo” 39 e come tale interviene per<br />

guidare la società verso <strong>il</strong> bene comune.<br />

In sostanza <strong>il</strong> pontefice riba<strong>di</strong>sce ciò che i suoi predecessori avevano già delineato <strong>nel</strong>le<br />

loro encicliche, ma con lui la questione sociale (<strong>il</strong> rendere la vita più umana) <strong>di</strong>venta<br />

definitivamente un problema del <strong>mondo</strong>, la cui chiave essenziale era e rimane <strong>il</strong> lavoro<br />

umano 40 , scopo del quale è comunque l’uomo stesso, come spesso <strong>il</strong> capitalismo <strong>di</strong>mentica<br />

(carenze del capitalismo). Il papa denuncia la situazione in cui vivono molti uomini che<br />

soffrono <strong>di</strong> questa visione poco umana e “che affollano le città del <strong>terzo</strong> <strong>mondo</strong>, dove<br />

spesso sono culturalmente sra<strong>di</strong>cati e si trovano in situazioni <strong>di</strong> violenta precareità (…). A<br />

essi <strong>di</strong> fatto non si riconosce <strong>di</strong>gnità, e talora si cerca <strong>di</strong> eliminarli dalla storia me<strong>di</strong>ante<br />

forme coatte <strong>di</strong> controllo demografico, contrarie alla <strong>di</strong>gnità umana” 41 . Ricorda inoltre che<br />

“vi è un'«ipoteca sociale» su tutta la proprietà privata, concetto che oggi deve essere<br />

applicato anche alla «proprietà intellettuale» e alla «conoscenza».<br />

Le Nazioni Unite <strong>di</strong>chiararono gli anni 60 decennio dello sv<strong>il</strong>uppo ma le innumerevoli<br />

iniziative prese e svolte in quegli stessi anni non hanno certo migliorato la situazione<br />

mon<strong>di</strong>ale, che anzi secondo <strong>il</strong> pontefice offre “un’impressione piuttosto negativa”: “É<br />

sufficiente guardare la realtà <strong>di</strong> <strong>una</strong> multitu<strong>di</strong>ne innumerevole <strong>di</strong> uomini e donne, bambini,<br />

adulti e anziani, vale a <strong>di</strong>re <strong>di</strong> concrete e irrepetib<strong>il</strong>i persone umane, che soffrono sotto <strong>il</strong><br />

peso intollerab<strong>il</strong>e della miseria” 42 per dargli ragione.<br />

Difronte a questa drammatica situazione “è urgente promuovere un nuovo slancio <strong>di</strong><br />

solidarietà. Parimenti, è opportuno mob<strong>il</strong>itare le coscienze e le risorse etiche per ricercare<br />

con audacia soluzioni più umane ai problemi <strong>di</strong> tanti popoli lasciati al margine del processo<br />

della mon<strong>di</strong>alizzazione e i cui membri più deboli sono esclusi dai benefici dello<br />

sv<strong>il</strong>uppo” 43 .<br />

Giovanni Paolo II propone un’economia della solidarietà come con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>una</strong> genuina<br />

cultura della solidarietà 44 , con lo scopo <strong>di</strong> garantire <strong>una</strong> vita <strong>di</strong>gnitosa per tutti, essendo<br />

questo un <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> tutti, e specialmente dei più poveri.<br />

Necessaria a questa economia giusta e solidale, è <strong>una</strong> concezione del lavoro non più<br />

considerato come merce, perché si deve tenere sempre a mente che chi lavora è <strong>una</strong><br />

persona che ha <strong>di</strong>ritto al giusto salario per <strong>il</strong> lavoro svolto.<br />

Nella Centesimus Annus <strong>il</strong> papa sostiene che l’economia <strong>di</strong> mercato deve essere regolata e<br />

controllata dalle forze sociali e dello stato “in modo da garantire la sod<strong>di</strong>sfazione delle<br />

37<br />

Giovanni Paolo II, Sollecitudo Rei Socialis, Paoline, 8° e<strong>di</strong>zione, 1997.<br />

38<br />

Giovanni Paolo II, Laborem exercens, lettera enciclica sul lavoro umano, 12° e<strong>di</strong>zione, Paoline, 1996, n.1,<br />

p.5.<br />

39<br />

Giovanni Paolo II con Vittorio Messori, Varcare la soglia della speranza, Arnaldo Mondadori E<strong>di</strong>tore,<br />

M<strong>il</strong>ano, 1994, p.143 (corsivo <strong>nel</strong> testo).<br />

40 Ve<strong>di</strong> Giovanni Paolo II, Laborem exercens.<br />

41 Ivi, n.33, p.46<br />

42 Giovanni Paolo II, Sollecitudo Rei Socialis, Paoline, 8° e<strong>di</strong>zione, 1997, n.13, p.14 (corsivo del testo).<br />

43 Giovanni Paolo II, Messaggio Del Santo Padre Al Presidente Della Conferenza Delle Organizzazioni<br />

Internazionali Cattoliche Dal Vaticano, 30 settembre 1999<br />

www.vatican.va/holy_fathers/john_paul_ii/speeches/1999/documents.it<br />

44 Gutierrez Exequiel R. De Leão XIII a João Paulo II, cem anos de doutrina social da igreja, São Paulo,<br />

Paulinas, 1995, p.85.

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