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I flussi e le rotte della tratta dall'est Europa - ER Sociale - Regione ...

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fosse diffici<strong>le</strong> districarsi tra consuetudini locali e interessi materiali degli uomini<br />

che erano i padroni <strong>della</strong> sua vita e che avevano intenzione di continuare a<br />

sfruttarla. “Giunta a casa discussi con i miei genitori in quanto dissi loro che<br />

facevo la prostituta in Italia ma mio padre fu contattato anche da Alberto che<br />

lo pregò di ridarmi a lui in quanto ero sua moglie e quindi non potevo far altro<br />

che stare con lui. Alberto mi portò a casa sua e lì rimasi per due anni”.<br />

Una donna prigioniera e sballottata in mezzo agli uomini; l’uno, Alberto,<br />

interessato solo ai soldi che potrà ancora guadagnare con quella donna,<br />

l’altro, il padre, ingabbiato nel<strong>le</strong> convenzioni e in una cultura arretrata che<br />

considera la moglie proprietà del marito, oppure complice di Alberto perché<br />

la figlia gli aveva raccontato la verità sul lavoro fatto in Italia; ed è anche<br />

probabi<strong>le</strong> che Alberto abbia comprato il si<strong>le</strong>nzio e la complicità del padre il<br />

qua<strong>le</strong>, forse, aveva tutto l’interesse a liberarsi di una figlia che oramai aveva<br />

perso l’onore gettando discredito sull’intera famiglia. Cosa abbia fatto per<br />

due anni non si sa perché Albana non l’ha raccontato, ma ad un certo punto<br />

il suo passato riemerse e la giovane ebbe la piena consapevo<strong>le</strong>zza di essersi<br />

trasformata in una merce. Dopo due anni Danie<strong>le</strong> fece rientro in Albania e<br />

rivendicò i suoi diritti di proprietà su di <strong>le</strong>i avendola regolarmente<br />

acquistata. E al danno aggiungeva la beffa poiché si dichiarava innamorato<br />

<strong>della</strong> ragazza.“Mi riprese con lui in quanto mi diceva che mi amava ed aveva<br />

intenzione di stare con me. A questo punto sono andata nella sua casa ad<br />

Elbasan dove sono rimasta con lui alcuni giorni”.<br />

Ancora una volta Alberto cedette la ragazza. Ma l’amore di Danie<strong>le</strong>, com’era<br />

evidente, era del tutto interessato. “Danie<strong>le</strong> diceva che dovevo tornare in<br />

Italia e che dovevo lavorare per lui, e mi ridisse che aveva pagato ancora<br />

Alberto perché io potessi stare con lui. A questo punto dissi all’uomo che non<br />

sarei andata in Italia e che poteva anche andare via”. Ancora un atto di<br />

insubordinazione, come quello di alcuni anni prima; e questa volta, se possibi<strong>le</strong>,<br />

pagato ancora più caro di quello di allora.“Lo stesso si arrabbiò e mi<br />

disse che ci avrebbe pensato lui a me, andò fuori e dopo qualche minuto<br />

arrivarono quattro suoi amici che conosco”.<br />

La loro non era una visita di cortesia come constatò immediatamente<br />

Albana. “Venni colpita vio<strong>le</strong>ntemente tanto che persi i sensi, ma mi resi<br />

conto che tutti e cinque abusarono sessualmente di me e mi vio<strong>le</strong>ntarono<br />

ripetutamente per diverso tempo con rapporti sia vaginali che anali”. Uno<br />

stupro di gruppo, fatto in maniera belluina, selvaggia, che lasciò tramortita<br />

la ragazza. “Quando alla fine mi ripresi ed ebbi la forza di svegliarmi, mi<br />

accorsi che avevo <strong>le</strong> mani <strong>le</strong>gate ed un bavaglio sulla bocca che mi impediva<br />

di urlare, ero comp<strong>le</strong>tamente nuda ed avevo macchie di sangue per la<br />

vio<strong>le</strong>nza subita. Riuscii a liberarmi <strong>le</strong> mani e la bocca e mi affacciai alla<br />

finestra chiedendo aiuto ad una macchina <strong>della</strong> polizia albanese che<br />

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