I flussi e le rotte della tratta dall'est Europa - ER Sociale - Regione ...

Da un modello francese
Far innamorare le ragazze e poi portarle a prostituirsi non è una prerogativa
né tanto meno un’invenzione degli albanesi. Il giornalista francese
Albert Londres scrisse un reportage sulla tratta delle bianche che un’organizzazione
francese denominata Cricca aveva messo in piedi nei primi
decenni del Novecento dalla Francia a Buenos Ayres.“La cricca”– spiegava
Londres – “è una società di uomini che sfruttano le donne, semplicemente,
come altri sfruttano le foreste, i brevetti, le miniere o le fonti d’acqua
minerale”. Paragone ardito, non c’è dubbio, ma chiaro. “La merce sono le
donne” gli spiegò uno dei capi della cricca, lo stesso uomo al quale una di
queste donne-merci disse in presenza del giornalista: “Io ti amo Lu-Lù e
farò tutto per te”. Era in viaggio su una nave ed andava a fare la prostituta
in una terra assai lontana dalla sua Francia 8 .
Una tecnica rumena
Anche i rumeni adottano quella che si può definire una vera e propria tecnica
dell’innamoramento. Corinne ha compiuto 23 anni nell’agosto del 2001
proprio il giorno in cui ebbe in mano un passaporto che le consentiva di raggiungere
l’Italia. Era molto contenta di poter venire da noi. Originaria di un
paesino di campagna vicino a Galati, proprio pochi giorni prima aveva conosciuto
in discoteca un giovanotto. Se ne innamorò subito. Era, o almeno
sembrava, un giovane intraprendente. Corinne disse che il ragazzo le aveva
promesso di aiutarla a cercare un nuovo e migliore lavoro nel caso in cui lei
avesse deciso di abbandonare quello di commessa presso un magazzino di
Galati.“Lo stesso mi iniziò a corteggiarmi e si presentò anche ai miei genitori
raccontando che in Italia lavorava come muratore e che io avrei potuto
lavorare in casa come domestica facendo parecchi soldi”. La proposta l’allettava,
l’affascinava: l’amore, i soldi, un nuovo paese e la gioventù; tutti
ingredienti fenomenali. Del resto si era presentato “come un bravo ragazzo
presso la mia famiglia e anche i miei genitori si convinsero della sua buona
fede. Preciso che l’uomo mi piaceva come persona e mi fidavo di lui, per
questo decisi di venire con lui in Italia. Mi aiutò a fare il passaporto e pagò
lui la cifra che era necessaria per il suo rilascio, diceva di essere innamorato
di me e io non ho mai pensato che lo stesso mi dicesse il falso”. S’ingannava,
e scoprì drammaticamente la verità in una cittadina a 300 km da Praga,
vicino al confine con l’Austria nel suo viaggio che la portava verso Modena.
Nel luglio del 2002 venne intercettata una telefonata tra due fratelli rumeni
che erano a Modena. L’uno diceva all’altro: “no, ma io non le prendo dalla
strada, vado in città a prenderle… si, si, vado in discoteca, le inizio a
8 A. Londres, La tratta delle bianche, Mundus, Milano 1934, pp. 101-102 e pp. 36-37.
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