università degli studi di milano la trilogia delle ... - Vigata.org
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2. Le donne natura<br />
Il giorno successivo a questo avvenimento Minica è <strong>di</strong> nuovo con i pie<strong>di</strong> pianta-<br />
ti nel terreno, Nino capisce che non può nul<strong>la</strong> contro <strong>la</strong> caparbietà del<strong>la</strong> moglie<br />
e si convince che l’unico modo per mantener<strong>la</strong> in vita e veder<strong>la</strong> ancora una<br />
volta felice è assecondare il suo volere. Inizia allora ad occuparsi <strong>di</strong> lei, come se<br />
fosse veramente un albero, finché un giorno, si rende conto che <strong>la</strong> trasforma-<br />
zione sta veramente avvenendo:<br />
Le <strong>di</strong>ta, in punta, avivano perso ugna, pelli e carni e ammostravano lo scheletro. Erano<br />
come un paro <strong>di</strong> quasette sfunnate che <strong>la</strong>ssano nesciri fora le <strong>di</strong>ta. Solo che ccà<br />
inveci vinivano fora l’ossiceddri, fini fini, tanticchia giallusi e cummigliati a tratti <strong>di</strong><br />
macchiuzze vir<strong>di</strong>, ’na speci <strong>di</strong> muschio. Sinni stavano piegati e avivano già artigliato<br />
il tirreno. (p.131)<br />
Trasformazione, che simile a quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Mirra, inizia dai pie<strong>di</strong>, ma che <strong>di</strong>versamente<br />
da quest’ultima, qui si ferma, rimanendo incompiuta. Tuttavia è proprio questa<br />
metamorfosi, ad innalzare Minica da donna semplice, moglie <strong>di</strong> un casel<strong>la</strong>nte a<br />
colei che è quasi riuscita a <strong>di</strong>ventare un albero: ora anche in lei si nasconde qual-<br />
cosa <strong>di</strong> magico e <strong>di</strong> speciale. Ma il vero miracolo, capace <strong>di</strong> far sì che Minica possa<br />
finalmente considerarsi una donna e ritrovare il suo posto nel mondo è dato da un<br />
agente esterno: il ritrovamento <strong>di</strong> un bambino, il quale <strong>la</strong> riporta ad avere un’esi-<br />
stenza umana e non più vegetale, ritrovando il gusto del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> e del sorriso.<br />
Si può osservare, però, che tra le tre protagoniste femminili del<strong>la</strong> <strong>trilogia</strong>, Mini-<br />
ca, proprio per <strong>la</strong> sua normalità, è <strong>la</strong> più moderna. In lei <strong>la</strong> trasformazione non<br />
è frutto <strong>di</strong> un dono, <strong>di</strong> un potere soprannaturale, ma è invece una aspirazione:<br />
una naturale metamorfosi femminile (<strong>la</strong> maternità) è ostinatamente ricercata e<br />
costruita attraverso un atto <strong>di</strong> volontà, un rituale innaturale che ha il sapore <strong>di</strong><br />
un <strong>di</strong>sperato gesto <strong>di</strong> rivolta. Il suo corpo cambia grazie a una sofferta pratica<br />
ascetica, che comporta padronanza <strong>di</strong> sé, ricerca ossessiva <strong>di</strong> una propria iden-<br />
tità e che ricorda certe metamorfosi del<strong>la</strong> postmodernità, quali l’anoressia, il ta-<br />
tuaggio, il piercing o <strong>la</strong> scarificazione estremi, o meglio ancora l’inseminazione<br />
artificiale, il cambio <strong>di</strong> sesso. Trasformazioni praticate per sentirsi completi con<br />
se stessi, per esprimere parti <strong>di</strong> sé nascoste nell’intimo del proprio io, che ca-<br />
ratterizzano il proprio essere, ma che solitamente non si riescono a comunicare<br />
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