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università degli studi di milano la trilogia delle ... - Vigata.org

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3. L’eroe<br />

Quarantacinquenne nato a <strong>Vigata</strong>, è il primo personaggio del<strong>la</strong> storia ad esserci<br />

presentato e del<strong>la</strong> sua vita conosciamo quasi tutto dato che Camilleri par<strong>la</strong> an-<br />

che del<strong>la</strong> sua infanzia. Gnazio è un gran <strong>la</strong>voratore, tanto che «aviva pigliato<br />

a travagliare a cinco anni» 89 come bracciante per far fronte al<strong>la</strong> propria con<strong>di</strong>-<br />

zione economica, che non era <strong>delle</strong> migliori: viveva solo con <strong>la</strong> madre, mentre<br />

il padre era partito per l’America prima che lui nascesse. A <strong>di</strong>ciannove anni,<br />

morta <strong>la</strong> madre, decide <strong>di</strong> trasferirsi in America e cercare <strong>la</strong>voro. Qui viene as-<br />

sunto come giar<strong>di</strong>niere e un giorno dei mafiosi gli chiedono <strong>di</strong> far morire <strong>degli</strong><br />

alberi, ma si sono rivolti al<strong>la</strong> persona sbagliata, Gnazio non è un violento: non<br />

ammazza «né cristiani né àrboli» (p. 19). La mafia non può permettersi un simile<br />

rifiuto e così fa in modo che gli accada un “casuale” incidente durante il <strong>la</strong>vo-<br />

ro. Il piano criminale non ha l’effetto sperato: Gnazio non muore, rimane solo<br />

zoppo e in più riceve dall’assicurazione un bel gruzzoletto che gli permetterà <strong>di</strong><br />

tornare a <strong>Vigata</strong> e comprarsi una casa.<br />

Gnazio fa parte <strong>di</strong> quei siciliani conta<strong>di</strong>ni «che amano gli spazi conchiusi e i<br />

volumi soli<strong>di</strong>, e che interpretano una coscienza storica siciliana nel<strong>la</strong> quale<br />

l’idea del mare è vista come una minaccia» 90 . Per questo vi è in lui una forte<br />

i<strong>di</strong>osincrasia nei confronti del<strong>la</strong> <strong>di</strong>stesa marina, <strong>la</strong> quale si riflette nel modo <strong>di</strong><br />

costruire <strong>la</strong> propria abitazione:<br />

’na casuzza <strong>di</strong> petra ’ntonacata <strong>di</strong> bianco, precisa ’ntifica aun dado <strong>di</strong> tri metri per <strong>la</strong>to<br />

e <strong>di</strong> tri metri d’altizza. Il dado dava le spalli al mari, in quanto che <strong>la</strong> porta <strong>di</strong> trasuta<br />

stava precisa a deci passi davanti all’aulivo. Al<strong>la</strong>to al<strong>la</strong> porta, ad altizza d’omo, c’era<br />

’na finistruzza <strong>di</strong> trenta centilimetri per trenta centilimetri per aviri tanticchia <strong>di</strong> luci<br />

quanno <strong>la</strong> porta era chiusa. La casuzza non aviva altre aperture. (p.24)<br />

Man mano che <strong>la</strong> sua famiglia cresce, <strong>la</strong> casa <strong>di</strong>venta più grande, Gna-<br />

zio ci aggiunge altre camere sempre del<strong>la</strong> strana <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> tre<br />

metri per tre e senza finestre sul mare, a parte un balcone costrui-<br />

to affinché Maruzza affacciandosi, conso<strong>la</strong>ta dal<strong>la</strong> splen<strong>di</strong>da vista, possa<br />

89 A. Camilleri, Maruzza Musumeci, cit., p. 10<br />

90 G. Bonina, Tutto Camilleri, cit., p. 620<br />

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