università degli studi di milano la trilogia delle ... - Vigata.org
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2. Le donne natura<br />
Le fa piacere essere “corteggiata” dai suoi simili, rifiutandosi però <strong>di</strong> ac-<br />
coppiarsi con loro e infine <strong>di</strong>venta gelosa e ven<strong>di</strong>cativa, dando corna-<br />
te e morsi a Giurlà non appena mostra qualche interesse per altre donne.<br />
Come M<strong>org</strong>ana, Beba si può considerare una conquistatrice, una fata, una don-<br />
na fantastica che «sottomette l’uomo agli imperativi del suo desiderio e lo con-<br />
duce per sempre in un altro mondo» 35 . El<strong>la</strong> corrisponde ad una femme fatale,<br />
capace <strong>di</strong> incantare un uomo tanto da fargli <strong>di</strong>menticare qualsiasi altra cosa:<br />
<strong>la</strong> provenienza, lo scorrere del tempo e tutte le altre donne. Di fatto, dopo che<br />
Giurlà conosce Beba, non sente <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> tornare a casa per andare a ve-<br />
dere come sta <strong>la</strong> sua famiglia, non si rende conto che pian piano è <strong>di</strong>ventato un<br />
uomo ed infine non è interessato al rapporto con altre donne. Lui vuole e de-<br />
sidera solo Beba. Una sorta <strong>di</strong> male<strong>di</strong>zione, del<strong>la</strong> quale si rende conto solo con<br />
<strong>la</strong> morte dell’amata e sotto <strong>la</strong> quale rientrerà con Anita. Di fatto, quest’ultima<br />
donna può essere considerata come una “reincarnazione” <strong>di</strong> Beba, in quanto<br />
dopo <strong>la</strong> sua morte, verrà ad assumerne tratti molto simili, se non ad<strong>di</strong>rittura<br />
uguali.<br />
Anita è una «picciotteddra beddra come ’u suli» 36 , tanto da far rimanere Giurlà<br />
senza fiato, ha <strong>di</strong>ciotto anni, è <strong>di</strong> famiglia agiata, ama i posti solitari e zop-<br />
pica leggermente. E’ inoltre una ragazza allegra, con nessuna dote partico<strong>la</strong>re<br />
a parte <strong>la</strong> bellezza, <strong>la</strong> quale in un primo momento attira l’attenzione <strong>di</strong> Giur-<br />
là, ma che non è capace <strong>di</strong> ammaliarlo, come invece era successo con Beba.<br />
Dopo l’incidente, che sancisce <strong>la</strong> morte del<strong>la</strong> capra, Anita si amma<strong>la</strong> gravemen-<br />
te e perciò Giurlà, per volere del padre del<strong>la</strong> ragazza, è costretto a vivere per<br />
qualche settimana nel loro castello, finché quest’ultima non guarirà: il nostro<br />
protagonista è nuovamente vittima <strong>di</strong> un “sortilegio” m<strong>org</strong>aniano, che lo rilega<br />
in un mondo che non è il suo e con il quale non ha niente a che fare. Questo<br />
non è l’unico elemento che accomuna le due protagoniste femminili; anche<br />
Anita per l’assenza <strong>di</strong> Giurlà decide <strong>di</strong> <strong>la</strong>sciarsi morire <strong>di</strong> fame, riprendendosi<br />
so<strong>la</strong>mente grazie al<strong>la</strong> sua assistenza:<br />
35 Harf-Lancner, M<strong>org</strong>ana e Melusina. La nascita <strong>delle</strong> fate nel Me<strong>di</strong>oevo, cit., p.525<br />
36 A. Camilleri, Il sonaglio, cit., p.132<br />
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