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cibo - Gola gioconda - I piaceri della tavola in toscana, in Italia e nel ...

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L’esperienza non è isolata; è stata addirittura studiata, codificata<br />

e promossa dall’Università di Bologna, da un gruppo di studenti<br />

e studiosi capitanati dal professor Andrea Segré. Come spiega<br />

<strong>in</strong> Lo spreco utile – il libro del <strong>cibo</strong> solidale, Segré – docente di<br />

Politica agraria – è partito dall’analisi dello spreco nei suoi aspetti<br />

economici, sociali e ambientali, per creare il Last m<strong>in</strong>ute<br />

market, «un mercato un po’ particolare dove per favorire gli<br />

<strong>in</strong>digenti, gli ultimi appunto, non bisogna sprecare nemmeno<br />

un m<strong>in</strong>uto e neanche un prodotto». Viene concepito come fornitura<br />

di un servizio: dim<strong>in</strong>uisce il flusso dei rifiuti <strong>in</strong> discarica,<br />

migliora l’assistenza alle persone svantaggiate, conviene alle imprese<br />

che ci guadagnano <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di immag<strong>in</strong>e e di sgravi<br />

fiscali sui rifiuti. Il team del Last m<strong>in</strong>ute market (www.la<br />

stm<strong>in</strong>utemarket.org) funziona un po’ da catalizzatore, fornisce<br />

consulenza e aiuta le realtà locali a elaborare soluzioni “su misura”.<br />

Dopo la sperimentazione, dal 2000 i progetti Last m<strong>in</strong>ute<br />

market si stanno diffondendo <strong>in</strong> tutta <strong>Italia</strong>. Nel 2004 hanno<br />

permesso di recuperare 150 ton<strong>nel</strong>late di prodotti dalla grande<br />

distribuzione, che sono andati ad aiutare ogni giorno circa 300<br />

persone e quasi 500 animali; dalle piccole e medie attività commerciali<br />

25 ton<strong>nel</strong>late di <strong>cibo</strong>. E dai numeri, un po’ di utopia: se<br />

tutte le attività commerciali italiane si mettessero <strong>in</strong> rete, dai<br />

supermercati al piccolo dettaglio, gli alimenti recuperati potrebbero<br />

fornire colazione, pranzo e cena tutti i giorni per un anno a<br />

620mila persone, per un totale di circa 566 milioni di pasti.<br />

Come dire, con quello che buttiamo via si potrebbe sfamare<br />

gratis per un anno una città.<br />

raccolto last m<strong>in</strong>ute<br />

Braccia<br />

prestate<br />

all’agricoltura<br />

Ogni anno è la stessa storia:<br />

pomodori che marciscono<br />

nei campi, pesche<br />

che restano sugli alberi.<br />

Spesso gli agricoltori<br />

sono strangolati dalla<br />

dura legge del mercato,<br />

oppure la pezzatura<br />

dei prodotti è fuori dagli<br />

schemi, o la grand<strong>in</strong>e ha<br />

danneggiato il raccolto.<br />

Nel progetto Last m<strong>in</strong>ute<br />

market dell’università<br />

di Bologna è previsto anche<br />

un programma per<br />

recuperare queste preziose<br />

(dal punto di vista nutritivo)<br />

merci. L’agricoltore<br />

contatta l’organizzazione,<br />

che manda nei<br />

campi squadre di volontari<br />

(studenti di agraria o<br />

membri di associazioni<br />

che poi usufruiscono dei<br />

prodotti). Frutta e verdura<br />

viene raccolta senza<br />

spesa per l’agricoltore<br />

e <strong>in</strong>viata a un ente caritativo<br />

che si trova ad avere<br />

qu<strong>in</strong>tali di alimenti<br />

gratis.<br />

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