Visualizza la rivista - Padri Dehoniani
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R iprendiamo<br />
Rocco Carelli<br />
Contro<br />
campo<br />
in questo articolo il<br />
discorso sul<strong>la</strong> seconda tappa del<br />
mio programma, quel<strong>la</strong> che illustra<br />
i dettagli del mio piano per cambiare<br />
il mondo.<br />
“Se vuoi cambiare il mondo, non<br />
partire dagli altri! Cambia te stesso!”, dicevamo<br />
nell’articolo precedente.<br />
Avevo scoperto che nei libri che tentano<br />
di insegnare come cambiare il<br />
mondo c’era qualcosa che non andava:<br />
questo qualcosa era, da un <strong>la</strong>to, il raggiro<br />
e, dall’altro, <strong>la</strong> paradossalità insiti nelle<br />
tecniche insegnate in quei libri. E così<br />
misi da parte questo genere di libri.<br />
Il segreto non consisteva nello sforzarsi<br />
di essere prodighi di ammirazione,<br />
di complimenti e apprezzamenti, di gratitudine<br />
verso gli altri e di riconoscimento<br />
e valorizzazione dell’aiuto ricevuto e<br />
di sforzarsi di fare tutto questo in modo<br />
sincero, autentico e spontaneo.<br />
Il segreto consisteva in qualche altra<br />
cosa. Prima di rive<strong>la</strong>rvi in cosa consistesse,<br />
permettetemi di fare una picco<strong>la</strong><br />
digressione.<br />
20 PRESENZA CRISTIANA<br />
La Rego<strong>la</strong><br />
d’oro<br />
Conosco una famiglia (è così importante<br />
stabilire se del Nord, del Centro o<br />
del Sud?) composta da persone brave,<br />
oneste, semplici e di livello culturale<br />
non molto alto (quinta elementare i<br />
componenti più anziani, scuole superiori<br />
mai terminate i componenti più giovani).<br />
Questa famiglia era in passato<br />
piuttosto povera e, grazie all’abilità imprenditoriale<br />
dei suoi componenti, è diventata<br />
molto ricca. Il loro assillo è il ga<strong>la</strong>teo.<br />
Mi chiedono continuamente pareri<br />
su come ci si deve comportare nelle<br />
varie situazioni (come si devono fare gli<br />
inviti, come si devono fare le presentazioni,<br />
come si devono assegnare i posti<br />
a tavo<strong>la</strong>, ecc.). E io rispondo sempre che<br />
il ga<strong>la</strong>teo si chiama anche “etichetta”<br />
(che significa “picco<strong>la</strong> etica”). E il ga<strong>la</strong>teo,<br />
proseguo, nasce dal cuore, dal modo<br />
di sentire, dal modo di considerare<br />
gli altri. La sua rego<strong>la</strong> di base è: “Presta<br />
attenzione all’altro e nutri venerazione<br />
nei suoi confronti; fa’ all’altro quello che<br />
vorresti fosse fatto a te, non fare all’altro<br />
quello che vorresti non fosse fatto a te. Il<br />
ga<strong>la</strong>teo è tutto qui. Fa’ questo e sarai <strong>la</strong><br />
persona più educata del mondo!”. Mi<br />
fanno tenerezza, perché io mi spertico a<br />
spiegar loro queste cose e loro trovano<br />
questa mia risposta alquanto frustrante:<br />
vorrebbero un cerimoniale da seguire<br />
al<strong>la</strong> lettera, un ricettario completo come<br />
quello per cucinare dei piatti gustosi, e<br />
io invece do loro un principio generalissimo<br />
di difficile attuazione. Mi rendo<br />
conto, ovviamente, che è più facile seguire<br />
scrupolosamente delle ricette,<br />
piuttosto che cambiare il cuore. E allora<br />
in questo articolo tenterò di ovviare a<br />
questa <strong>la</strong>cuna e proverò a dare delle indicazioni<br />
di carattere spicciolo.<br />
Ecco dunque il segreto, <strong>la</strong> rego<strong>la</strong> d’oro:<br />
“Presta attenzione all’altro e nutri venerazione<br />
nei suoi confronti; fa’ all’altro quello che<br />
vorresti fosse fatto a te, non fare all’altro<br />
quello che vorresti non fosse fatto a te!” (cfr.<br />
Tb 4, 15; Mt 7,12; Lc 6, 31).<br />
La mancanza di attenzione all’altro,<br />
quando è ai livelli minimi è solo “mancanza<br />
di ga<strong>la</strong>teo”, ai livelli più spinti può diventare<br />
bullismo, violenza, prepotenza, ecc.<br />
E allora impariamo a prestare attenzione<br />
all’altro. E, come per magia, il<br />
mondo sarà migliore. Se non altro perché<br />
c’è uno in più che si comporta bene.<br />
Si potrebbe dire: “Il mondo è più buono,<br />
perché tra i buoni ce n’è uno in più: tu”.<br />
L’altro giorno camminavo in una<br />
strada brulicante di gente. Tutti, me<br />
compreso, andavamo di fretta. Tutti,<br />
tranne un signore. Questi se ne andava<br />
tranquil<strong>la</strong>mente passo passo, come se<br />
stese passeggiando da solo in un immenso<br />
parco in un pigro pomeriggio estivo,<br />
e non si rendeva conto che intralciava<br />
il passaggio di tutti gli altri. Spesso<br />
succede una cosa analoga anche quando<br />
si è al<strong>la</strong> guida di una macchina. Mentre<br />
tutti vanno di fretta, c’è sempre qualcuno<br />
che “fa due passi in macchina lemme<br />
lemme” (non “a piedi”, si badi!). Occorrerebbe<br />
il simpatico e intelligente<br />
Gioele Dix per descrivere questa situazione!<br />
In ambedue i casi, non si tratta di<br />
persone maleducate. Sono solo perso-