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Visualizza la rivista - Padri Dehoniani

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ne distratte, persone che vivono fuori<br />

dal mondo, in un contesto tutto loro,<br />

come se stessero in una bol<strong>la</strong>.<br />

Molte persone, forse noi stessi siamo<br />

tra questi, più che maleducati, siamo distratti.<br />

Non prestiamo attenzione all’altro,<br />

perché siamo troppo presi da noi<br />

stessi, dai nostri problemi, siamo affetti<br />

da egocentrismo percettivo.<br />

La gente viene a Roma da tutto il<br />

mondo per ammirare <strong>la</strong> basilica di S.<br />

Pietro, il Colosseo, <strong>la</strong> scalinata di Trinità<br />

dei Monti, ecc. Noi di Roma (così come<br />

quelli di Mi<strong>la</strong>no, di Firenze, di Napoli, di<br />

Palermo, ecc. per i monumenti delle rispettive<br />

città), invece, passiamo davanti<br />

questi capo<strong>la</strong>vori tutti i giorni e tuttavia<br />

non restiamo incantati per lo stupore,<br />

rapiti da tanta bellezza. Come mai?<br />

Forse perché questi monumenti non sono<br />

belli? No. È solo che non li guardiamo,<br />

non prestiamo loro attenzione, immersi<br />

come siamo nei nostri problemi.<br />

Così è per le persone.<br />

Se prestiamo un po’ di attenzione all’altro,<br />

scopriremo che l’altro, come del<br />

resto ognuno di noi, essendo opera delle<br />

mani di Dio (cfr. Ef. 2, 10), è un capo<strong>la</strong>voro<br />

unico e irripetibile. E ha in sé, perciò,<br />

un valore inestimabile. Se prestiamo<br />

attenzione all’altro, verremo inondati<br />

da stupore e da grande ammirazione<br />

dinanzi al<strong>la</strong> sua unicità e irripetibilità.<br />

E allora non saremo più costretti a mentire,<br />

a essere ipocriti, a fingere un sincero<br />

apprezzamento per l’altro. L’apprezzamento<br />

per l’altro scaturirà naturalmen-<br />

te dal nostro cuore per <strong>la</strong> semplice scoperta<br />

del valore inestimabile che egli<br />

porta in sé e sarà l’espressione sincera<br />

del<strong>la</strong> scoperta del<strong>la</strong> sua peculiarità.<br />

Per scorgere <strong>la</strong> peculiarità dell’altro,<br />

il suo essere un capo<strong>la</strong>voro unico e irripetibile<br />

che suscita stupore e ammirazione<br />

- così come per scorgere lo splendore<br />

dei monumenti delle nostre città -,<br />

occorre prestare attenzione all’altro. Occorre<br />

uscire dal<strong>la</strong> propria bol<strong>la</strong>, dal proprio<br />

splendido iso<strong>la</strong>mento.<br />

Cominciamo dunque a prestare attenzione<br />

all’altro e chiediamoci: se io<br />

fossi al posto suo, cosa proverei? come<br />

mi piacerebbe essere trattato? cosa mi<br />

piacerebbe sentirmi dire?<br />

Esempio 1<br />

Tua madre ha preparato per te un<br />

piatto partico<strong>la</strong>re che richiede molto<br />

tempo, impegno e fatica. Tuo padre ha<br />

fatto <strong>la</strong> fi<strong>la</strong> al<strong>la</strong> posta per pagare al posto<br />

tuo un bollettino. Tua sorel<strong>la</strong> ti ha<br />

stirato <strong>la</strong> camicia.<br />

Presta attenzione all’altro!<br />

Se l’avessi preparato tu quel piatto<br />

partico<strong>la</strong>re (se l’avessi fatta tu <strong>la</strong> fi<strong>la</strong> al<strong>la</strong><br />

posta per pagare al posto di tuo padre un<br />

bollettino, se l’avessi stirata tu <strong>la</strong> camicia a<br />

tua sorel<strong>la</strong>), ti farebbe piacere e desidereresti<br />

ricevere un segno di apprezzamento<br />

e di gratitudine? O <strong>la</strong> loro indifferenza, riguardo<br />

a ciò che tu hai fatto per loro, ti <strong>la</strong>scerebbe<br />

del tutto indifferente?<br />

Io credo che ti farebbe tanto piacere<br />

ricevere un segno di apprezzamento e<br />

di gratitudine. Lo desidereresti e te lo aspetteresti.<br />

A loro pure farebbe tanto piacere ricevere<br />

un segno di apprezzamento e di<br />

gratitudine. Loro pure lo desidererebbero<br />

e se lo aspetterebbero.<br />

Non lesinare dunque parole ed espressioni<br />

di apprezzamento e di gratitudine.<br />

Fa’ all’altro quello che vorresti fosse<br />

fatto a te!<br />

Esempio 2<br />

Il tuo collega ha fatto una bel<strong>la</strong> conferenza.<br />

La tua collega ha fatto una nuova<br />

acconciatura ai capelli.<br />

Presta attenzione all’altro!<br />

Se l’avessi fatta tu quel<strong>la</strong> bel<strong>la</strong> conferenza,<br />

se l’avessi fatta tu quel<strong>la</strong> nuova acconciatura<br />

ai capelli, ti farebbe piacere e<br />

desidereresti ricevere le congratu<strong>la</strong>zioni<br />

e i complimenti? O <strong>la</strong> loro indifferenza, ri-<br />

Controcampo<br />

guardo a queste cose che tu hai fatto, ti<br />

<strong>la</strong>scerebbe del tutto indifferente?<br />

Io credo che ti farebbe tanto piacere<br />

ricevere le congratu<strong>la</strong>zioni e i complimenti.<br />

A loro pure farebbe tanto piacere ricevere<br />

le congratu<strong>la</strong>zioni e i complimenti.<br />

Non lesinare dunque congratu<strong>la</strong>zioni<br />

e complimenti.<br />

Fa’ all’altro quello che vorresti fosse<br />

fatto a te!<br />

Esempio 3<br />

Ti rivolgi a qualcuno che incontri<br />

spesso ma che non chiami mai per nome,<br />

perché non lo ricordi. Incontri qualcuno<br />

che ha fatto tanto per conquistarsi<br />

un titolo accademico o onorifico (dott.,<br />

ing., prof., direttore, presidente, commendatore,<br />

ecc.) e quando ti rivolgi a lui<br />

non fai precedere il suo cognome dal titolo<br />

che gli compete.<br />

Presta attenzione all’altro!<br />

Se <strong>la</strong> persona che si rivolge a te lo facesse<br />

chiamandoti per nome e/o cognome,<br />

anziché con un generico “signore”,<br />

e magari facesse precedere il<br />

cognome dal titolo che ti sei conquistato,<br />

ti farebbe piacere o ti <strong>la</strong>scerebbe del<br />

tutto indifferente?<br />

Io credo che ti farebbe piacere.<br />

Al tuo interlocutore pure. Io ne conosco<br />

tanti che ci tengono moltissimo.<br />

Rivolgiti, dunque, alle persone che<br />

incontri chiamandole per nome e/o cognome,<br />

anziché con un generico “signore”,<br />

magari facendo precedere il cognome<br />

dal titolo che compete loro.<br />

Non dimenticare dunque i nomi e i<br />

titoli onorifici.<br />

Fa’ all’altro quello che vorresti fosse<br />

fatto a te!<br />

Esempio 4<br />

Se per errore di calcolo o per disattenzione<br />

tu avessi causato o rischiato di<br />

causare un danno, ti piacerebbe essere<br />

maltrattato duramente? O preferiresti<br />

piuttosto che si usasse comprensione<br />

nei tuoi confronti?<br />

Presta attenzione all’altro!<br />

La stessa cosa preferirebbe l’altro.<br />

Non maltrattarlo duramente. Mostragli<br />

<strong>la</strong> tua comprensione.<br />

Non fare dunque all’altro quello che<br />

vorresti non fosse fatto a te. Fa’ all’altro<br />

quello che vorresti fosse fatto a te!<br />

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