Visualizza la rivista - Padri Dehoniani
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Leo Dani<br />
In margine<br />
In difesa<br />
del Crocifisso<br />
Sembrerà paradossale, ma per ora il<br />
risultato del<strong>la</strong> sentenza del<strong>la</strong> Corte<br />
di Strasburgo è stato quello di far<br />
presente il crocifisso in tanti luoghi dove<br />
non c’era.<br />
Una ricerca tra i telespettatori del<br />
programma “Domenica in” ha rilevato<br />
che il 96% degli interpel<strong>la</strong>ti vuole che il<br />
crocifisso rimanga nelle aule e nei luoghi<br />
pubblici perché “fa parte del<strong>la</strong> nostra<br />
tradizione e identità culturale”.<br />
Nel frattempo, i sondaggi continuano<br />
a confermare l’enorme sostegno<br />
di cui gode il crocifisso in Italia.<br />
In Sardegna, a Carbonia, un<br />
gruppo di commercianti ha esposto<br />
un cartello in cui è<br />
scritto “Attenzione,<br />
in questo locale esponiamo<br />
il crocifisso”.<br />
Il professore di Lettere<br />
Marco Tarolli ha riferito: “Mi hanno<br />
detto che al crocifisso non sono<br />
disposti a rinunciare”.<br />
A Imo<strong>la</strong>, al liceo linguistico “Alessandro<br />
da Imo<strong>la</strong>”, che partecipa a<br />
numerosi programmi di scambio<br />
con altri Paesi del continente, <strong>la</strong><br />
studentessa Caterina Bassi, ha dichiarato:<br />
“Secondo me è una sentenza<br />
sbagliata perché l’Italia è cattolica.<br />
Se un ateo non crede non dovrebbe<br />
nemmeno provare fastidio. La<br />
cosa veramente assurda è proporre<br />
l’insegnamento del<strong>la</strong> religione musulmana”.<br />
La professoressa di Scienze, Car<strong>la</strong><br />
Cardano, ha aggiunto: “La sentenza ignora<br />
<strong>la</strong> tradizione cristiana e <strong>la</strong> storia<br />
66 PRESENZA CRISTIANA<br />
del nostro Paese. Mai avuto prima d’oggi<br />
problemi in c<strong>la</strong>sse”.<br />
Sono forse questi alcuni frutti delle<br />
Giornate Mondiali del<strong>la</strong> Gioventù, durante<br />
le quali <strong>la</strong> Croce è stata portata nei<br />
diversi continenti?<br />
Qualsiasi sia l’origine, sta di fatto che<br />
l’ondata popo<strong>la</strong>re in difesa del crocifisso<br />
non si p<strong>la</strong>ca.<br />
Quasi in ogni giunta comunale, provinciale<br />
e regionale a livello nazionale,<br />
si è discusso sul se e come comportarsi<br />
di fronte al<strong>la</strong> sentenza del<strong>la</strong><br />
Corte di Strasburgo che ha<br />
chiesto <strong>la</strong> rimozione di tutti i crocifissi<br />
presenti nel<strong>la</strong><br />
aule sco<strong>la</strong>stiche<br />
d’Italia.<br />
Una riposta<br />
chiara l’ha data <strong>la</strong><br />
Giunta regionale del<strong>la</strong><br />
Valle d’Aosta, che ha “invitato<br />
tutte le scuole di ogni ordine e grado<br />
a mantenere il crocifisso nelle<br />
aule”.<br />
In un documento dell’Esecutivo<br />
valdostano - proposto<br />
dall’assessore all’istruzione,<br />
Laurent Vierin, d’intesa con il<br />
presidente del<strong>la</strong> Regione, Augusto<br />
Rol<strong>la</strong>ndin - si legge che<br />
secondo <strong>la</strong> Giunta “l’applicazione<br />
di tale sentenza potrebbe costituire<br />
un pericoloso precedente in<br />
quanto innescherebbe una serie<br />
di ricorsi da parte di chiunque si<br />
dovesse sentire in qualche modo<br />
leso dall’esposizione di simboli<br />
religiosi, compresi tutto il patri-<br />
monio artistico italiano che direttamente<br />
o indirettamente fa riferimento al<strong>la</strong><br />
religione cattolica”.<br />
Nel documento si rileva inoltre che<br />
“tale esposizione non può e non deve<br />
essere considerata un atto offensivo nei<br />
confronti di alcuno e che, in partico<strong>la</strong>re,<br />
il crocifisso rappresenta per <strong>la</strong> comunità<br />
valdostana un elemento religioso parte<br />
integrante del<strong>la</strong> propria tradizione storica<br />
culturale”.<br />
La Valle d’Aosta, in conclusione, sollecita<br />
il Governo italiano a ricorrere contro<br />
<strong>la</strong> sentenza del<strong>la</strong> Corte di Strasburgo.<br />
All’istituto professionale “Golgi” di<br />
Brescia, gli studenti si sono portati da<br />
casa un crocifisso enorme e lo hanno<br />
appeso in bel<strong>la</strong> vista sopra <strong>la</strong> cattedra.<br />
Il dirigente sco<strong>la</strong>stico l’ha fatto togliere,<br />
ma dopo una notte chiuso nell’armadio<br />
del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse, venerdì mattina il<br />
crocifisso è ricomparso al proprio posto.<br />
La professoressa Ersilia Conte, che al<br />
“Golgi” insegna Chimica, ha raccontato<br />
che “quel<strong>la</strong> dei ragazzi è stata una bel<strong>la</strong><br />
sorpresa. Dove non è arrivata <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />
ci hanno pensato gli studenti, che evidentemente<br />
ne hanno par<strong>la</strong>to prima tra<br />
di loro decidendo di dare a tutti una bel<strong>la</strong><br />
testimonianza”.<br />
Analoga vicenda al liceo scientifico<br />
“Fermi” di Salò (Brescia), dove dopo una<br />
votazione per decidere se mettere il<br />
crocifisso in au<strong>la</strong> i ragazzi di quinta hanno<br />
appesa <strong>la</strong> Croce sopra <strong>la</strong> cattedra.<br />
Nel 1968 gli studenti occupavano le<br />
scuole al grido “Dio è morto”; oggi gli<br />
studenti portano il crocifisso nelle aule<br />
e nei luoghi in cui non c’è.