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consumatori<br />
FERRo<br />
DA CoRSA<br />
di Claudio Strano<br />
Ferri a caldaia. O, più pomposamente, “sistemi stiranti”.<br />
E visto che ci muoviamo nel campo del piccolo<br />
elettrodomestico, quest’ultima definizione chiarisce<br />
bene che c’è un salto nell’offerta di prodotto verso prestazioni<br />
“professional” in versione casalinga. Qualcosa di più<br />
complesso, ma anche di più rapido ed efficace rispetto ai<br />
tradizionali ferri a vapore, oggetti sbuffanti che già la suocera<br />
amava poco. “Nessun ferro stira bene come il mio”, diceva,<br />
era la sua frase preferita, poi a secco non stirava più nessuno<br />
e lei andò in pensione piuttosto che arrendersi<br />
all’avvento della macchina a vapore.<br />
Le mani sul portafoglio<br />
Ferro da stiro a caldaia. Da 60 a 120 euro costa quello con<br />
serbatoio in pressione da 900 cc, potenza totale di 2200 watt e<br />
piastra in alluminio. Un po’ di più se è anche ricaricabile e con<br />
sistema anticalcare. prezzi decisamente più alti, a partire dai<br />
120 euro, per i modelli a pressione con rabbocco continuo<br />
dell’acqua. Il tradizionale ferro a vapore è invece sceso nella fascia<br />
prezzo fra i 20 e i 0 euro, se con piastra in acciaio inox, e<br />
fra i 0 e i 60 euro con piastra in lega.<br />
Asse da stiro pieghevole. Il prezzo medio è sui 100 euro. Con<br />
il piano traspirante e l’altezza regolabile, 1 0 euro. Con il piano<br />
riscaldato e il sistema di aspirazione del vapore, 180 euro. Integrato<br />
in un mobiletto a scomparsa, oltre i 2 0 euro.<br />
I prezzi sono soggetti alle variazioni del mercato e non tengono<br />
conto di offerte e promozioni.<br />
ottobre 2007<br />
consumare informati<br />
30<br />
Il vapore, però, quello non è andato in pensione, anzi, sono sempre<br />
più le goccioline d’acqua “sparata” sui capi a fare la differenza.<br />
Tanto che, per aumentarne la quantità e la potenza del getto<br />
– importanti per distendere le pieghe e proteggere i tessuti – il<br />
ferro da stiro a vapore (inventato in questa forma nel lontano<br />
1926), si è meritato una caldaia tutta per sé: uno speciale e capiente<br />
serbatoio in un blocco separato che permette di stirare più<br />
a lungo e con minori (o nessuna) interruzione. È infatti il vapore<br />
generato in un contenitore come minimo da un litro, dotato di<br />
tappo di sicurezza (e non più l’acqua da riscaldare in piccole camere<br />
di vaporizzazione da 150 a 500 ml) a sfilare già sotto pressione<br />
nei canali di collegamento con la piastra. Come già visto<br />
per il kit stiracapelli, questo ferro “da corsa” a doppio elemento si<br />
è guadagnato ampi spazi negli allestimenti della grande distribuzione,<br />
entrando così progressivamente nelle case, ma per la sua<br />
(relativa) complessità ha bisogno di un bagaglio superiore di conoscenze.<br />
Vediamo quali, prima dell’acquisto.<br />
Innanzitutto, quando è utile il ferro a caldaia? La risposta è<br />
“sempre”, e in particolar modo se ci sono da affrontare settimanalmente<br />
grandi carichi di bucato. Va aggiunto che i tradizionali<br />
ferri a serpentina e con cisterna incorporata, meno potenti e<br />
scorrevoli, restano tuttavia competitivi sulle piccole quantità:<br />
dalla loro hanno che riscaldano l’acqua quasi istantaneamente e<br />
prezzi di listino inferiori dalla metà a un quinto dei “fratelli” a<br />
caldaia. Questi ultimi hanno caratteristiche che ricalcano da<br />
vicino quelle dei sistemi professionali: potenza complessiva attorno<br />
ai 2.200 watt (1.000 del ferro + 1.200 della caldaia), serbatoio<br />
che può contenere fino a 2 litri, una quantità tripla di vapore<br />
rispetto al normale e, in alcuni casi, regolabile sulla base dei<br />
tessuti e del loro stato di stropicciamento. Tra i vantaggi, anche