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volume - Centro Documentazione Luserna

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Aspetti storici 27<br />

ti in lingua tedesca di quell’epoca, e lo stesso vale per la parrocchia di<br />

Calceranica tra Pergine e Lavarone».<br />

È una documentazione estremamente importante dell’estensione storica della<br />

lingua tedesca nell’alta Italia, in un primo momento nelle diocesi di Vicenza<br />

e Padova, l’elenco dei curati di queste zone. Esso è stato preso dai relativi archivi<br />

vescovili (pubblicato da Padre Maccà nella sua “Storia del territorio vicentino”)<br />

e spazia dalla fine del XIV all’inizio del XVI sec. (reso noto per estratti da<br />

Attlm. XIII, 15 ss., e per intero da A. Bass “Deutsche Sprachinseln” ecc. p. 87 ss.).<br />

Ne ricaviamo che anche a sud ed est di Vicenza la lingua tedesca era in uso ancora<br />

nel XV sec. Molto significativo come prova per l’estensione storica della<br />

zona linguistica tedesca in alta Italia, in particolare presso Padova, è il fatto che<br />

dal 647 al 1123 su 38 vescovi a Padova 22 vengono espressamente chiamati ultramontani<br />

o franchi (Attlm. 42). A ciò si aggiunge l’opera storica di Bonato che<br />

(I, 172) sottolinea il fatto che ogni chiesa madre dei 7 Comuni (ad eccezione di<br />

St. Maria di Arsiè) si trova nella pianura circostante dell’alta Italia, che dunque<br />

i 7 Comuni in origine erano solo chiese filiali. Così, perfino l’attuale parrocchia<br />

tirolese Brancafora, accanto a Rotzo, Roana, Asiago, Gallio, Chiuppan, Cogolo,<br />

Pedescala, San Pietro, faceva parte della chiesa madre Caltrano. Le altre chiese<br />

madre dei 7 Comuni erano Breganze, Merostica, Campese, Arsiè (o Arsedo).<br />

Questi dati che Bonato ricavò dall’archivio vescovile di Padova, sono inconfutabili.<br />

Dunque anche Rotzo, Asiago e Gallio erano in origine solo chiese filiali,<br />

e le loro chiese madre si trovano al di fuori della zona dotata di privilegi dei 7<br />

Comuni, eccetto la sola Campese. Ne deduciamo che i 7 Comuni siano stati colonizzati<br />

partendo dalla pianura. E questo basta per presupporre che al tempo<br />

della colonizzazione si parlasse ancora tedesco nella pianura dell’alta Italia.<br />

Analogo è il rapporto ecclesiale nei tedeschi del Sudtirolo, Calceranica era ad<br />

esempio la chiesa madre per Lavarone, Centa, Vigolo e Vattaro; Pieve di Lizzana<br />

per le valli Vallarsa e Terragnolo, Volano per Folgaria e le sue filiali attuali (Attlm.<br />

21 ss.); da Pergine dipendono attualmente ancora, quali filiali, tutti i posti da curato<br />

del decanato. L’appartenenza di <strong>Luserna</strong> alla parrocchia di Brancafora verrà<br />

menzionata ancora una volta più avanti, p. 25 s 6 . Lo stesso rapporto con certe<br />

chiese madre originali, che sussiste nei 7 Comuni e nelle enclavi tedesche del<br />

Tirolo italiano, si ha senza dubbio anche nei 13 Comuni veronesi.<br />

Dalle note di Widter risulta che vi sarebbero ancora tante tracce tedesche di<br />

questo tipo, che fornirebbero materiale a sufficienza per il ricercatore, nelle province<br />

venete, come pure nella zona di Vicenza specialmente verso Bassano<br />

(Attlm. 41). Si trovano ad esempio tali tracce della lingua tedesca a Fontaniva<br />

presso Cittadella, a Godego, Riése, Valla, Longhere, Rolle, Falze, Covolo, Canal<br />

di Brenta, inoltre nella Provincia di Padova: Cervarese sul Bacchiglione, nelle<br />

vicinanze del Montegaldella, presso Teolo, nei Colli Euganei, e più giù verso<br />

Monselice; anche presso Feltre e Belluno si incontrano fino ai tempi nostri residui<br />

perduranti della lingua tedesca a Rocca, cioè nelle frazioni Avedino e<br />

6 In questa versione, a pagina 35.

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