volume - Centro Documentazione Luserna
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Baragiola, dal cui libro (p. 11 - 18) sono tratte queste osservazioni sui tedeschi<br />
del Piemonte, li chiama “Walliser”. La loro lingua è molto simile a quella di<br />
Gurin, nel cui dialetto Baragiola riporta una novella del Boccaccio. Le vocali lunghe<br />
non sono dittongate, il diminutivo termina in -li ed anche per il resto si trovano<br />
molte similitudini con i dialetti in Svizzera. Si notano in modo particolare<br />
le vocali piene a, o, u, i in sillaba atona. Ne faccio menzione per il fatto che un<br />
uomo dei 7 Comuni che aveva frequentato queste enclavi tedesche del Piemonte,<br />
mi riferiva che lì avrebbe sentito parlare il “cimbro” e che avrebbe ben capito lo<br />
scambio di osservazioni tra queste persone, mentre sembrava che loro non se ne<br />
rendessero conto, considerandolo un estraneo. Si vede dunque con quanta prudenza<br />
occorre accogliere le assicurazioni di queste persone quando affermano<br />
che il loro dialetto sia uguale o assomigli a una o ad un’altra parlata. A quest’uomo<br />
comunque era bastato sentir parlare tedesco e capire singole parole per considerare<br />
“cimbro” il dialetto che sentiva.<br />
Gli insediamenti dei tedeschi in Piemonte forse non sono sempre stati colonie;<br />
è diversa però la situazione dei tedeschi nelle montagne e nelle valli tra<br />
l’Adige e Verona fino a Bassano. Una volta essi erano sicuramente uniti tra di<br />
loro come zona linguistica chiusa e abbastanza estesa, e per di più erano agganciati<br />
al corpo complessivo tedesco che si estendeva per l’intera valle<br />
dell’Adige del Tirolo e penetrava anche la Valsugana. Presumibilmente erano<br />
molto numerosi anche i tedeschi ad est di Bassano fin verso l’Adriatico.<br />
Pertanto non sembra aver esagerato lo studioso padovano Antonio Loschi che<br />
viveva attorno al 1400 e che definiva se stesso un “cimbro”, quando affermava<br />
che nella preistoria i “Cimbri” (cioè i tedeschi) si «estendevano dall’Adige<br />
fino all’Adriatico».<br />
A causa del regredire della lingua tedesca da Lavis fino a Salorno e del progressivo<br />
estinguersi della stessa nella Valle dell’Adige sotto Trento, in<br />
Valsugana, nella pianura dell’alta Italia, gli attuali resti della zona linguistica<br />
una volta così estesa appaiono staccati dal corpo complessivo e si presentano<br />
ora come insediamenti disseminati, come colonie. La loro storia tuttavia va considerata<br />
congiunta a quella globale dell’elemento tedesco in Italia, specialmente<br />
in alta Italia. Questo ci offre la base per il seguito della nostra ricerca che riguarda<br />
i ceppi a cui appartenevano i tedeschi dell’alta Italia e a cui va<br />
ricondotta l’origine degli attuali gruppi residui, insediati sulla sponda destra<br />
del Brenta.<br />
B. Ceppi<br />
Aspetti storici 29<br />
Menzioneremo in un breve riassunto storico i popoli tedeschi il cui intervento<br />
nella storia dell’Italia è stato di effetto duraturo per l’alta Italia. Orde che<br />
attraversavano l’Italia solo temporaneamente, come i Cimbri e Teutoni, gli Unni,<br />
Vandali ecc., pertanto non verranno presi in considerazione in questo luogo.