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volume - Centro Documentazione Luserna

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Aspetti storici 31<br />

(edit. Venet. 1729, Tom. II 226) Bergmann p. 7: «Paulo ante Francorum Rex<br />

Theodebertus morbo obierat (+ 547), cum sibi multo negotio tributaria fecisset<br />

nonnulla Liguriae loca, Alpes Cottias, agrique Veneti partem maximam. Etenim<br />

Franci, arrepta belli, quo Romani Gothique erant impliciti, opportunitate, sine<br />

discrimine ditionem suam iis locis auxerunt, de quibus illi pugnabant.<br />

Venetorum pauca oppida Gothis supererant: nam Romani maritima, Franci caetera<br />

occuparant».<br />

Lo stesso storiografo indica anche Svevi residenti in Italia (Bergmann loc.<br />

cit.): «Liburnis proxima est Istria, deinde regio Venetorum ad Ravennam urbem<br />

porrecta. Atque hi sunt maris accoloe, supra quos Siscii et Suabi, non illi, qui<br />

Francis parent, sed ab iis diversi, interiores terrae tractus obtinent».<br />

Per breve tempo l’Italia, dopo la caduta del regno ostrogoto, era una provincia<br />

romana d’Oriente. Poi nacque un nuovo impero tedesco nell’alta Italia, il regno<br />

dei Longobardi (568 - 774). Quando i Longobardi ariani si convertirono al<br />

cattolicesimo, venne a cadere la barriera principale che prima aveva separato<br />

questo popolo dagli italiani cattolici. Il mescolamento che si ebbe ora, dei<br />

Longobardi con gli italiani, portò anche al passaggio graduale della lingua longobarda<br />

a quella latina. Dapprima l’idioma latino dominava quello longobardo<br />

nel meridione, dove gli insediamenti tedeschi non erano più così fitti come nel<br />

nord dell’Italia. Bruckner (Die Sprache d. Longob. 13 s.) fa risalire il calo della<br />

lingua tedesca, per le parti meridionali del regno longobardo, alla seconda metà<br />

del X sec., mentre indica per la scomparsa completa della stessa con certezza<br />

il periodo dopo il 1000.<br />

Il legame tra la casa regnante longobarda con quella bavarese nell’alta Italia<br />

deve aver portato anche ad un influsso bavarese. Dall’anno 653 in poi troviamo<br />

bavaresi della parentela di Teodolinda quali re dei Longobardi; ad esempio<br />

Ariperto, i suoi figli Gundeperto e Bertarido, poi Cuniberto. Liudeperto, il figlio<br />

di Cuniberto, venne assassinato. Ausprando, seguace del Liudeperto ucciso,<br />

ottenne dalla corte bavarese truppe ausiliari contro l’assassino, e giunse al potere<br />

che nel 713 passò a suo figlio, il valoroso Liutprando.<br />

Sebbene in seguito al cambio di religione dei Longobardi fosse facilitato il<br />

mescolamento con gli italiani, i primi conservarono tuttavia alcuni privilegi.<br />

Questi, nonché il loro diritto nazionale, venivano lasciati ai Longobardi perfino<br />

quando essi dovettero sottomettersi a Carlo Magno e riconoscerlo loro re (774).<br />

Solo quando i Longobardi nel 776 si ribellarono al dominio franco, Carlo sciolse<br />

la loro costituzione dell’impero, suddivise i ducati longobardi in piccole contee,<br />

introdusse la costituzione franca dei pagi e collocò Franchi a guarnigione nei<br />

punti più strategici. Carlo avrà effettuato anche qui spostamenti di massa, come<br />

nel caso dei Sassoni e Slavi? Sembra che fosse sua consuetidine prendere tale<br />

misura, e di fatto Dalpozzo (Memorie storiche p. 45) cita da Leben Karls des<br />

Großen 7 di Eginhart un trasferimento forzato di numerosi Sassoni con mogli e<br />

figli in Francia e in Italia, al che nel 804 seguì una seconda deportazione di 10.000<br />

7 “Vita di Carlo Magno” di Eginardo.

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