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Ottobre - Federazione Trentina della Cooperazione

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20 aNNI<br />

DI MELINDa<br />

Vent’anni fa la melicoltura delle<br />

valli del Noce era fortemente in<br />

crisi: le 17 cooperative di allora<br />

affrontavano il mercato con 17<br />

marchi e 17 uffici commerciali,<br />

spesso facendosi concorrenza tra<br />

loro. A rimetterci, alla fine, erano<br />

le liquidazioni ai soci, che crollavano<br />

a picco anche per colpa del<br />

calo nel consumo delle mele. Fu<br />

in questo contesto che un gruppo<br />

di presidenti e direttori capì che<br />

per uscire dalla crisi era necessario<br />

unirsi: cooperare tra cooperative,<br />

dapprima creando un marchio<br />

unico per commercializzare le mele<br />

e poi un consorzio. In un primo<br />

momento aderirono al progetto 13<br />

cooperative, non senza discussioni,<br />

soci dubbiosi e contrari. L’anno<br />

seguente si unirono anche le altre e<br />

prese piano piano corpo quello che<br />

oggi è Melinda.<br />

Basta un colpo d’occhio per vedere<br />

come sono cambiate le valli del<br />

Noce in questo ventennio: i paesi,<br />

la viabilità, le case. Non bastasse<br />

lo sguardo, parlano i numeri:<br />

il denaro depositato o investito<br />

presso le Casse Rurali <strong>della</strong> zona<br />

è quasi quintuplicato, passando<br />

da 300 milioni a 1,7 miliardi di<br />

euro. Gli investimenti sostenuti dal<br />

solo sistema di credito cooperativo<br />

sono addirittura decuplicati, da 79<br />

milioni a 860.<br />

In mezzo a queste cifre c’è Melinda,<br />

il consorzio a cui le cooperative<br />

hanno affidato le funzioni di<br />

vendita e promozione dell’intera<br />

produzione frutticola delle Valli<br />

di Non e Sole mantenendo solo la<br />

selezione, il confezionamento e lo<br />

stoccaggio delle mele. Un passaggio<br />

anche doloroso, per certi versi (ne<br />

è sintomatico il fatto che il decimo<br />

anniversario non fu festeggiato)<br />

perché è significato un forte cambiamento<br />

del modello organizzativo,<br />

prima completamente autono-<br />

9<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9<br />

IN PRIMO PIANO<br />

IL RIsCAttO<br />

DI Un tERRItORIO<br />

LA FORzA DELLA<br />

COOpERAzIOnE<br />

di Dirce Pra<strong>della</strong><br />

mo, delle singole cooperative, che<br />

oggi raggruppano come soci circa<br />

5.200 produttori ortofrutticoli, su<br />

un territorio che si estende su un<br />

totale di 6.500 ettari, per produrre<br />

ogni anno un miliardo di mele,<br />

tutte identificate con l’inconfondibile<br />

bollino blu. è solo grazie alla<br />

formula cooperativa che il riscatto<br />

di queste valli è stato possibile. Una<br />

società per azioni, per esempio, non<br />

avrebbe potuto riunire e accordare<br />

più di 5mila persone. Avrebbe<br />

potuto acquistare, gestire, pilotare<br />

investimenti e far diventare ricchi<br />

alcuni, forse. Ma non riuscire a<br />

fornire un buon reddito ai soci,<br />

anche a coloro che hanno campi<br />

di ridotte dimensioni ed utilizzano<br />

l’agricoltura come secondo lavoro.<br />

La scelta del modello organizzativo<br />

cooperativo su diversi gradi (soci,<br />

cooperative, consorzio) si è mostrata<br />

vincente, così come era accaduto<br />

anche per le Famiglie Cooperative

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