Ottobre - Federazione Trentina della Cooperazione

ARTE IDEE TERRITORIO
sOLIDARIEtA’,
non solo
una parola
Le “mani” di Michelangelo
Perghem Gelmi: per non affogare
Michelangelo Perghem Gelmi
(1911– 1992, il pittore di cui le
Rassegne del Grand Hotel Trento,
curate da Hansjorg Gruber hanno
dedicato una bella esposizione negli
ultimi mesi) non era un cooperatore.
Era un ingegnere anche molto individualista,
ma curioso. Dipingeva
per esprimere le sue ricerche vaste
e internazionali, legate però da un
comune denominatore di profonda
identità “dentro” la sua terra trentina.
Perghem aveva fatto l’università
a Torino, il militare in Francia, la
prigionia in Germania, l’emigrazione
in Argentina. Poi i viaggi, il
lavoro… In tutto portava però sempre
la sua giovinezza sulle montagne
del Trentino, assieme al padre che
perì nella tragedia della corriera del
Bondone e che da figlio pittore ha
voluto ricordare in uno splendido
ritratto a figura piena, di fronte al
Sassolungo, nella tomba di famiglia
al camposanto nuovo di Trento.
Bisogna andare a guardarlo quel
ritratto per capire cosa è il Trentino
nei suoi uomini. Così come bisogna
fermarsi, riflettere, su questo dipinto
“Solidarietà” per capire quanto
la cultura cooperativa sia radicata
nel Trentino tanto da permeare di
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sé tutte le esperienze, di riflessione
interiore e di relazioni esterne. Due
mani si incontrano, ma “Solidarietà”
non è una semplice stretta di mano.
Le mani si sorreggono, si innalzano
a vicenda. Non è che una aiuti l’altra
a non sprofondare, ma ognuna
“innalza” l’altra alla sua dimensione,
a quel vasto mondo da esplorare che
è il mare, all’azzurro degli ideali nel
cielo. “Solidarietà”.
Oggi il Trentino del benessere ha
bisogno di più solidarietà di quanto
fosse necessaria quando era povero.
La pittura di Perghem Gelmi ce lo
ricorda (f.d.b.).
C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 9 - O T T O B R E 2 0 0 9
CULTURA COOPERATIVA