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Presentazione del programma:<br />
L'uso concertistico delle “cantate”, delle “messe”, delle “passioni”,<br />
oggi non desta meraviglia, ma è il sintomo più evidente<br />
della modernità di Bach, della duttilità dei suoi lavori per la<br />
chiesa: scritti ieri per il fedele praticante, ed oggi a disposizione<br />
anche per il laico che riflette, o per chiunque accolga nel suo<br />
spirito la cosiddetta musica d'arte. Perché di questo si tratta, al<br />
di là di quello che significò, anche in termini di quantità, il compito<br />
di Bach negli anni di Lipsia, tra il 1722 ed il 1750, pronto ad<br />
onorare i titoli di Kantor alla Thomasschule (Scuola di San<br />
Tommaso) ed in altre tre chiese della città, e di Director musices.<br />
La cantata, legata intimamente alla liturgia luterana, e<br />
collocata prima della predica oppure, se composta in due parti,<br />
prima e dopo il sermone, non era peraltro l'unica presenza<br />
musicale della celebrazione. Arricchivano la preghiera anche<br />
interventi d'organo e corali, e ciò costituiva il segnale del potere<br />
di richiamo e di raccoglimento della musica, nonché di un<br />
suo condiviso significato, anche se – scrive Franz Körndle – “il<br />
pietismo tedesco, elaborato nell'ultimo quarto del Seicento,<br />
elaborato da Spener e Francke, cominciò tuttavia a mettere in<br />
dubbio la legittimità della musica nel servizio liturgico”.<br />
Ciò nonostante la musica bachiana ci appare come musica<br />
d'uso, seppur di altissimo profilo artistico, percepita nella sua<br />
forza di coinvolgimento collettivo; e realizzata in una forma<br />
articolata in grado di assorbire svariati modi espressivi: recitativi,<br />
arie, corali, mottetti, secondo un intento di fervida partecipazione<br />
ai testi, ovviamente legati alle diverse festività, in<br />
qualche occasione realizzati dallo stesso Bach.<br />
Il termine di cantata, è il caso di segnalare, venne utilizzato dal<br />
maestro di Eisenach per i lavori profani; le pagine sacre invece<br />
ebbero altre classificazioni: talora “geistliche Konzert” (Concerto<br />
spirituale) o anche più genericamente “Kirchenmusik”<br />
(Musica di chiesa).<br />
La selezione di tre cantate qui raccolte (noi ne conosciamo<br />
complessivamente circa 200, sulle 300 presumibilmente<br />
portate a compimento, 140 delle quali videro la luce nei quasi<br />
tre decenni di Lipsia) propone esiti di distinti periodi creativi:<br />
quelle catalogate come BWV 94 e 99 appartengono alla cosiddetta<br />
“seconda annata” di Lipsia (1724), mentre la BWV 131<br />
“Aus der tiefen rufe ich Herr, zu dir” (Dal profondo a te grido,<br />
o Signore) è più antica. Fu scritta su richiesta di Georg Eilmar,<br />
arcidiacono di Muhlhausen probabilmente in occasione di una<br />
funzione commemorativa del grande incendio che nel 1707<br />
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