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( .pdf). - Gustav Mahler

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Settimane Musicali <strong>Gustav</strong> <strong>Mahler</strong><br />

Presentazione del programma:<br />

Il Quartetto in sol maggiore K.156 è il secondo dei cosiddetti<br />

“Quartetti milanesi” (fu scritto a Milano nel dicembre del<br />

1772) ed uno dei primi in assoluto compiuti dall'allora giovane<br />

maestro salisburghese.<br />

E' chiaro che ci troviamo davanti alla tappa di un percorso<br />

evolutivo tutto da compiere, che si esaurirà forzatamente nel<br />

1790 con le straordinarie pagine dedicate al re di Prussia.<br />

Eppure vi si riscontrano i germi evidentissimi di quel che seguirà,<br />

in tema di espressione, profondità, originalità e maturazione<br />

stilistica: già dal primo movimento, che Alfred Einstein<br />

giudica “un pezzo perfetto nel suo genere”, per continuare<br />

con l'elaborato, riflessivo Adagio, senz'altro fra gli apici<br />

dell'intera raccolta “milanese”, e fino al Minuetto finale.<br />

I movimenti, per causa dell'influenza stilistica italiana, sono tre,<br />

e le proporzioni appaiono contenute (180 battute il primo,<br />

solo 24 il secondo e 62 il terzo) , ma ciò non impedisce di<br />

riconoscere in questa opera di un Mozart neppure diciassettenne,<br />

ancora alla ricerca della propria scrittura quartettistica,<br />

la qualità ispirata dell'eccellenza.<br />

Autore fondamentale nella storia del quartetto per archi,<br />

Haydn lasciò in questo ambito specifico un'ottantina di composizioni,<br />

con le quali esercitò il suo forte istinto architettonico,<br />

nonché la chiara inclinazione per una trama dialogica arricchita<br />

da un senso inventivo sempre molto variato per i caratteri<br />

espressivi e per gli itinerari armonici.<br />

Esempio senz'altro considerevole al riguardo possono essere<br />

intesi i quartetti che vanno sotto i numeri d'opera 71 e 74: due<br />

serie di tre lavori ciascuna che in questa veste apparvero a<br />

stampa dapprima nel 1795 e nel 1796 a Londra e Vienna, e<br />

successivamente a Parigi. In realtà la separazione in due fascicoli<br />

fu opera degli editori, ma non dell'autore, come si deduce<br />

dalla ininterrota numerazione progressiva degli autografi. Del<br />

resto, gruppi di 6 quartetti compaiono nella produzione di<br />

Haydn in ripetute occasioni: dall'opera 9 del 1769-70 fino<br />

all'opera 64 del 1790.<br />

Il terzo Quartetto, in sol minore, dell'opera 74 (dedicata ad un<br />

nobiluomo, il conte Anton Georg Apponyi) porta il titolo di<br />

“Reiter Quartett” (Il Cavaliere) per causa di alcuni motivi, per<br />

così dire, galoppanti. Ma non si tratta che di una suggestione<br />

superficiale, perché l'opera è ricca di molti valori più concreti:<br />

una forma solida, una originale brillantezza espressiva che<br />

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